Dati scommesse ippiche europee... e l'Italia?
L'Associazione Europea dei gestori di Scommesse Ippiche (EPMA) ha pubblicato i dati relativi alla raccolta del gioco sulle corse dei cavalli per l'anno 2014.
In testa alla raccolta la Francia con 9158 milioni di euro, di cui ben 850 ritornano al settore, per finanziare le corse e l'allevamento. Seguono la Svezia con 1308 milioni e 175 di ritorno, la Gran Bretagna con 671 milioni, la Norvegia con 433 e 70 alle corse, la Finlandia con 231 e 32 di ritorno.
Fuori dall'Europa giganteggia Hong Kong con 11616 milioni, seguito da Singapore con 1029 e dalla Woodbine canadese-americana con 576.
E l'Italia? EPMA non riporta i dati italiani, in quanto il nostro Paese dal 2010 è stato escluso dall'associazione, per non aver pagato le quote di iscrizione annuali, per non aver preso parte alle riunioni e per non aver fornito informazioni sull'attività svolta. Comunque i numeri che ci riguardano non sono certo esaltanti: 610 milioni di euro di raccolta, di cui 85 ritornano al settore
(-20% rispetto al 2013), cifre assolutamente insufficienti a mantenere il comparto in vita e con una prospettiva per il futuro.
Nel frattempo continua il grande silenzio sulla riforma delle scommesse. Perchè se è vero che le risorse provenienti dal gioco ippico sono modeste e che comunque di solo finanziamento pubblico non si può vivere, allora sarebbe necessaria un po' di inventiva, immaginando di utilizzare fondi regionali e fondi europei, per il finanziamento di alcune prove di selezione e per la costituzione di strutture dedicate alla regolarità delle corse e all'accrescimento del benessere animale. La stabilizzazione di un sistema multifinanziato – scommesse riformate, eventuale finanziamento pubblico, uso di fondi di diversa provenienza, modifiche del trattamento fiscale del settore – potrebbe costituire una reale svolta per l'ippica italiana.