''Cavalli ribelli, che guaio per i cavalieri''
Caro Direttore, come era prevedibile la Coppa delle Nazioni disputata ad Aquisgrana ha costituito un piatto prelibato per gli appassionati: le dimensioni del campo in erba, le tribune strapiene (50.000 spettatori) e, soprattutto, la qualità dei percorsi ne hanno assicurato il successo. Quest'anno l'appuntamento era di particolare rilevanza perchè costituiva l'ultima prova nella preparazione per le prossime Olimpiadi di Londra. Come sempre si sono scontrate due equitazioni: quella che ricerca la collaborazione del cavallo e quella che utilizza il cavallo come mezzo per saltare.
Il campo, apparentemente equanime, ha in realtà decretato il successo della prima laddove i rappresentanti della seconda non erano costituiti da cavalli e cavalieri di particolare talento. Plateale la ribellione di Cornet Obolensky ai metodi costrittivi impostigli dal suo cavaliere Marco Kutscher: vi sono alcuni cavalli, invariabilmente i migliori, che qualificano un cavaliere nella sua capacità di adattarsi al cavallo inserendosi nel suo movimento.
La vittoria della Francia ha premiato un lavoro di preparazione ben organizzato e finalizzato; la sconfitta della Germania, aggravata dal ritiro di Beerbaum, boccia un sistema che riesce soltanto con cavalli di eccezionale qualità e costruzione fisica.
I percorsi migliori sono stati realizzati dallo svizzero Paul Estermann e dall'irlandese Cian O' Connor: la correttezza della loro equitazione è confermata dalla regolarità dei risultati ottenuti negli ultimi tempi.
Essi hanno saputo valorizzare le qualità dei loro cavalli e renderli partecipi nella realizzazione del percorso: è la vera Equitazione praticata dal binomio cavallo-cavaliere, uniti nel raggiungimento del risultato agonistico.
Si può azzardare una previsione per le olimpiadi: credo che le squadre di Svizzera, Francia, Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna si giocheranno la vittoria.
Cordialmente
CARLO CADORNA