Calendario 2011, Torino ricorre al Tar?
HIPPOGROUP TORINESE comunica: "L'ippica torinese è un'industria sana che pretende di essere trattata come tale. Chiede rispetto ed un ruolo, non accetta di essere manipolata senza una logica strategica, si ribella di fatto al progetto dell'UNIRE di frantumare la propria attività 2011 del 15% (a tanto ammonta la riduzione a fronte delle 65 giornate garantite contro le 77 del 2010) e chiede un percorso operativo sensato, che permetta di essere qualificata e considerata "per ciò che vale" nell'ambito dello scenario nazionale.
Questo, a largo raggio, è il pensiero importante emerso dalla riunione generale che i dirigenti di HippoGroup, capitanati dall'amministratore delegato Guido Melzi d'Eril e dal direttore generale Mauro Boccardo, hanno avuto con i rappresentanti delle categorie, proprietari, guidatori e allevatori. Un vero e proprio summit affollatissimo che ha confermato gli interessi e soprattutto le apprensioni, di tutti.
Melzi è stato molto chiaro: "Ci confrontiamo con un ente, con l'UNIRE, che ci preoccupa vuoi per le decisioni assunte, ma vuoi soprattutto perchè non è affidabile. Si tratta di un interlocutore che non convince sul piano politico gestionale, che sino al 2010 ci ha convinto ad operare verso l'obiettivo dello spettacolo e che ora, invece, si arrocca su decisioni legate al gioco esterno, che rappresenta solo un particolare del problema. Per stabilire lo spessore di un ippodromo occorre infatti poterlo soppesare attraverso la solidità della società che lo gestisce, dal rating delle corse, dalla validità della location che ospita il pubblico e dai riferimenti delle scommesse, legati al movimento interno ed al movimento esterno. Soltanto assommando questi valori si può stabilire una classifica di merito, qui si è invece fatto giustizia attivando un sol elemento a disposizione dell'analisi. Ne è venuta fuori una decisione strampalata che mette in difficoltà bilanci e strategie aziendali. Porto l'esempio: abbiamo speso un milione e 300mila euro per l'impianto di illuminazione, ebbene, Torino nel 2011 ha ottenuto 4 sole giornate in notturna. Le nostre spettanze devono tenere conto della cultura del cavallo che abbiamo seminato sul territorio: siamo l'ippodromo che garantisce il pubblico più nutrito e lo spettacolo più completo, avendo ormai da tempo abbinato all'evento ippico, una vasta e vivace serie di iniziative per coinvolgere la città, non possiamo perdere la nostra identità".
Alla voce di Melzi si è aggiunta poi quella dell'imprenditore Roberto Brischetto, titolare dell'allevamento Grif: "Il Piemonte, oggi, riflette il meglio dell'ippica italiana se si considera che nella classifica generale dei primi 5 allevamenti ce ne sono tre che operano su questo territorio. Non considerare queste certezze significa non avere occhi per vedere nè cervello per capire. Il Piemonte va difeso e non solo, sostenuto".
Tesi che Melzi condivide al 100%: "Se si tratterà di accettare la riduzione delle giornate di corse, questo potrebbe essere anche il male minore. Il male maggiore è costituito dal fatto che il monte premi a traguardo di questa importante Torino è a largo raggio la metà di quello di Milano, di Roma e di Napoli, e non si capisce il perchè. E' giunto il momento di dare a questa nostra storia il giusto contenuto".
Con questa chiave di lettura, il rilancio di Torino e la difesa dell'industria del cavallo sul territorio Piemontese, Roberto Brischetto avrà nelle prossime giornate un incontro frontale con il segretario generale dell'UNIRE, Riccardo Acciai, che rappresenta "l'uomo delle decisioni" , che dovrà giustificare e , si spera proprio, mutare a fronte di tanto prodotto e di tanti dati.
Nella scia di quanto emergerà dall'incontro di Roma, l'ippica torinese deciderà come assimilare la verità, si spera diversa da quella attuale. Inutile mettere il carro davanti ai buoi, ma tra le ipotesi estreme c'è anche la possibilità del ricorso al TAR.