Verso il Derby, il fascino di quelle edizioni degli anni con il 3
ROMA. Si va verso il Derby day, appuntamento alle Capannelle per domenica 21 maggio. Un Derby in un'annata con quel numero 3 finale.
Il libro del Nastro Azzurro aperto all'edizione di mezzo secolo fa, quella del 1973 ci dice che il vincitore fu Cerreto, davanti a Magellano e Veio, i colori della scuderia Alpina, la monta regale di Lester Piggott. Il derbywinner di quell'anno a due anni aveva vinto il Campobello, la prova milanese sulla distanza per i puledri, quindi a tre anni aveva preparato la classica per eccellenza passando dal Lazio, che oggi non c'è più nel programma di corse.
Il laureato del 1973 era un figlio del dormelliano Claude (imbattuto in 6 corse e fu un vincitore dell'Emanuele Filiberto). A Claude dobbiamo la madre di Tisserand (pattern-winner di Derby e Milano), Tandina.
Le edizioni del Nastro Azzurro di anni che finiscono con il numero 3 hanno detto sempre qualcosa d'interessante: nel 1913 si affermò Nettuno con la giubba di Sir Rholand dopo due successi di Tesio (Guido Reni nell'11 e Rembrandt nel '12) e prima di altri due allori del Senatore: Fausta nel '14 e Van Dick nel '15.
Nel 1923, con la dotazione che è di 100 mila lire, Federico Regoli sale in sella a Cima di Conegliano e centra il Derby per il successo dell'ottavo erede di Signorino nel miglio e mezzo di Capannelle. Quella di dieci anni più tardi, anno 1933, è un'edizione di altissimo livello tecnico, una delle migliori di sempre. Leggiamo l'arrivo: primo Pilade, secondo Crapom. Due alleati ma con il successo di quello meno quotato alla vigilia. Crapom aveva vinto il Parioli e in seguito sarebbe stato addirittura un laureato di Arc a Longchamp dopo aver trionfato anche nel Milano.
Quel giorno, con dotazione del Derby arrivata a 300 mila lire, perse da Pilade, che era montato da Paolino Caprioli. Un signor cavallo, comunque, il rappresentante del nero violetto della Razza del Soldo e dalla carriera importante. Sentite qua: Nastro Azzurro - Italia - Omnium (come si chiamava allora il Presidente della Repubblica) - Jockey e Chiusura.
In questo amarcord c'è spazio anche per My Top (Peo Perlanti in sella al portacolori della Siba), che aveva preparato la classicissima svernando a Pisa. Era il 1983, nell'edizione di un decennio più in là, quella del '93, quando la borsa del big event di Capannelle è arrivata a ben 880 milioni di lire, c'è lo show di un purosangue di livello internazionale, il fantastico White Muzzle, la giubba è quella della White Star di Lucianone Gaucci al quale dobbiamo il sogno realizzato di quell'Arc vinto da Tony Bin in una domenica d'ottobre del 1988, quando al mattino Gelindo Bordin aveva tagliato per primo il traguardo della maratona alle Olimpiadi e nel pomeriggio parigino un cavallo venuto dall'Italia, preparato dal maestro Luigi Camici aveva riportato i cuori degli appassionati italiani alla golden age del nostro galoppo.
Il Derby è un luogo da dove partono i sogni. Da gustare a tutto nella bellezza di un maggio a Roma.