UNI, è imminente il default dell'ippica
L'UNI (Unione Nazionale Ippodromi) comunica: "Nel corso del recente incontro delle Associazioni delle Società di Corse con il Segretario Generale dell’A.S.S.I. dr. Francesco Ruffo, si è appreso della forte riduzione delle risorse a disposizione dell’ippica italiana nell’anno 2012, tale da determinare una contrazione di circa il 40% delle entrate contabilizzate dall’Agenzia nell’esercizio 2011 per effetto sia del rilevante calo delle scommesse sulle corse dei cavalli e sia della mancata proroga della L. 184/2008. Sulla base del trend di gioco registrato negli ultimi due mesi, si deve ragionevolmente ritenere che i numeri del prossimo anno saranno perfino peggiori di quelli previsti e preannunciati dai vertici dell’A.S.S.I.
"Oltre tutto, la mancanza di un progetto industriale di ristrutturazione del settore non può che far considerare pregiudicata la situazione dell’attuale modello ippico nazionale, in quanto i tempi di ricapitalizzazione pubblico-privata finirebbero per operare tardivamente rispetto all’imminente default del sistema. In questi ultimi tre anni sono stati letteralmente bruciati e gettati dalla finestra gli oltre 500 milioni di euro della Legge 184/2008, perdendo un’occasione irripetibile per realizzare investimenti produttivi. Né i 40 milioni di euro destinati dallo Stato a sostegno del settore per il prossimo anno potranno minimamente garantire la sopravvivenza del comparto. Si tratta di un intervento finanziario per altro contraddittorio, destinato a palesarsi come l’ennesimo spreco di denaro pubblico se il Governo non provvederà a finalizzarlo alla specifica tutela di valori collettivi quali innanzitutto l’occupazione ed in parte residua il benessere animale.
"Alla luce delle superiori considerazioni, l’Unione Nazionale Ippodromi, preso atto del disimpegno del Governo nazionale dal settore ippico, sia per non aver predisposto un adeguato progetto industriale preordinato alla ripresa dell’autonomia produttività economica e sia per aver scelto di rinunciare alla salvaguardia dei valori culturali, ambientali e sportivi delle attività ippiche (che per decenni avevano legittimato la presenza di normativa e finanza pubblica all’interno del settore)
INVITA
il Governo italiano a disporre che l’A.S.S.I. destini lo stanziamento di 40 milioni di euro nella maggior parte alla tutela dei posti di lavoro ed in parte residua alla sopravvivenza dei cavalli da corsa;
CHIEDE
al Parlamento italiano di abrogare tutte quelle leggi e quei regolamenti che impongono vincoli operativi e condizionamenti di carattere pubblicistico alle attività ippiche, favorendo la completa liberalizzazione del comparto, sciogliendo altresì l’ A.S.S.I. e consentendo, conseguentemente, che il prelievo netto delle scommesse ippiche costituisca massa critica delle negoziazioni tra gli operatori della produzione e quelli della distribuzione, ai fini della determinazione dei montepremi al traguardo di ciascun ippodromo in relazione all’effettivo gradimento del mercato;
PROPONE
al MIPAAF di elaborare, con necessaria tempestività, un piano di tutela e valorizzazione della selezione allevatoria equina in linea e coerenza con le finalità istituzionali del medesimo Ministero.
SOLLECITA
le categorie ippiche a concordare la rapida costituzione di un organismo di configurazione privatistica al quale conferire la competenza in materia di disciplina sportiva, comunicazione promo-pubblicitaria e servizi di carattere generale".