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  • Associazione Un cavallo in famiglia
  • 25/03/2014

Un cavallo in famiglia tra passione e inganni

Va premesso che quella che segue è una storia che trae origine dalle testimonianze di molti appassionati di equitazione o genitori di bambini e ragazzi che praticano questo sport.
Le esperienze, che sono state riportate da diversi membri del gruppo di Facebook “Un cavallo in famiglia”,  hanno ispirato questo racconto.
Tuttavia, la storia di seguito narrata è di pura invenzione. Pertanto, ogni riferimento diretto a cose, fatti realmente accaduti e persone esistenti, è da ritenersi puramente casuale.
Questa è la storia di una famiglia, la chiameremo la famiglia Rossi, nella quale improvvisamente arriva un ospite nuovo, un cavallo, il cavallo del loro unico figlio, Mario.
Questa, quindi, è la storia di Mario, lo chiameremo così, e della sua famiglia, alle prese con un mondo completamente diverso da tutti gli altri mondi da loro conosciuti.
Tutto inizia un’estate al mare, in un villaggio turistico, c’è anche un piccolo maneggio: detto e fatto Mario è in sella a quello che poi imparerà a chiamare “cavallo adulto”, lo tengono in sella due animatori, il cap c’è anche se discutibile, la sella, chiamiamola così, pure. E Mario va, incontro a un mondo nuovo, la sua passione, fino ad allora relegata a una decina di peluche in bella mostra  nella sua stanza, diventa tangibile, emozione pura, contatto vivo.
Al ritorno dalla vacanza, prega i genitori di portarlo in un maneggio della sua città. La scelta cade su quello più vicino, nessuna referenza particolare, unico requisito la comodità.
Le prime lezioni sono un susseguirsi di nuove esperienze, anche per i genitori, subito alle prese con un mondo irreale, completamente diverso da tutti quelli da loro conosciuti, in primis i loro ambiti professionali. Sono abituati a un rapporto cliente-fornitore chiaro, trasparente, basato su richiesta del cliente, offerta del mercato, contratto, fattura e saldo, misura della soddisfazione del cliente, conseguente miglioramento del contratto. Gli hanno insegnato, a Scuola, all’Università, nel mondo del lavoro, che, anche se i clienti non hanno sempre ragione, sono loro la vera ragione di esistere delle organizzazioni, che senza di loro morirebbero.
E, allora, non capiscono questo strano rapporto che si crea da subito con i loro fornitori, i gestori del maneggio. Gli dicono che il ragazzo sembra bravo, quasi un talento per la sua età, e che hanno in mente grandi progetti: si tratta solo di seguirli in tutto e per tutto, regola numero uno non interferire nel rapporto istruttore-allievo.
Insomma, cari genitori, siete una specie di sponsor che non deve chiedere conto degli investimenti fatti, dei risultati ottenuti a fronte di sacrifici che potrebbero benissimo essere indirizzati verso altri obiettivi.
Ma l’entusiasmo del figlio li travolge, i passi sono rapidi: dalle lezioni della scuola, si passa alla mezza fida, alle prime gare, coccarde e coppe fanno bella figura insieme ai peluche ora.
Da lì alla proposta di acquisto di un cavallo il passo è breve.
Ci si affida all’istruttore, che ti porta da un commerciante che conosce e che fa provare a Mario un po’ di cavalli individuando subito quello giusto.
Mario è entusiasta mentre padre e madre sono sottoposti a una pressione esasperata all’acquisto immediato, l’occasione è unica, il binomio perfetto, il futuro certamente ricco di successi.
Si parla di cifre, francamente sembrano spropositate, ma in fondo un sacrificio per il proprio figlio, così “talentuoso”, perché non farlo? La famiglia si riunisce, fa due calcoli, anche tre, si chiede un aiuto a banche e nonni, il dado è tratto.
Ci sarebbe da fare la visita di compravendita e anche qui, completamente ignari, ci si affida al veterinario di fiducia del maneggio.
Qualcuno, tra gli amici di famiglia più avveduti e meno deviati dall’entusiasmo di Mario, insinua qualche dubbio: perché mai il veterinario di fiducia del maneggio dovrebbe sconsigliare un acquisto praticamente già concluso, guadagno certo per tutti? Ci sono già radiografie precedenti e quelle appena fatte confermano, a detta dei venditori, quei “pochi” difetti che si possono definire “consolidati”. Pochi? Consolidati? In che senso? Ci sarà bisogno di cure mediche? Vedremo, comunque di sconti non se ne parla, anzi, il prezzo è già di favore.
Sempre lo stesso amico, quello più avveduto, dice di pensarci bene, non è l’unico cavallo sulla faccia della terra e poi, istruttore, commerciante e veterinario  potrebbero avere interessi comuni, suggerisce l’amico, forse girano si dice che, in alcuni casi, girino anche provvigioni. Anche il curriculum agonistico del cavallo è strano: grandi risultati in categorie importanti da giovane e ora, non più così giovane, strani periodi di assenza dalle gare e risultati non più soddisfacenti.
Ma la pressione è tanta, si deve decidere in fretta, un altro acquirente è pronto. E poi tutti i dubbi vengono smontati, a partire dal curriculum: il cavallo avrà anche avuto qualche problema ma ora scende di categoria e risultati e difetti fisici miglioreranno di sicuro. Non solo: un paio di anni di buoni risultati e si potrà certamente rivendere per acquistare un cavallo migliore e salire di categoria. Un’ultima prova, viene simulato un percorso, gli ostacoli sembrano alti , Mario e il suo amico a quattro zampe volano.
E il cavallo entra in famiglia, dalla porta principale: è già costato più di tutti gli animali domestici che la famiglia Rossi ha avuto da diverse generazioni a questa parte, ma su di lui si pongono grandi aspettative.
E queste sono subito soddisfatte: il binomio funziona, coccarde e coppe aumentano, i peluche devono essere spostati, lo spazio libero diminuisce.
Ci sarebbe l’aspetto economico da considerare, le spese per la pensione, il veterinario, il maniscalco, i trasporti, le gare, …. Ma la famiglia Rossi è presa dall’entusiasmo di Mario, cosa non si farebbe per vedere il proprio figlio felice, e salda il tutto puntualmente, senza sottilizzare.
Ma dura poco, cominciano i primi guai, i difetti fisici saltano fuori, il cavallo ha bisogno dell’intervento più frequente del veterinario, i costi salgono, i risultati diminuiscono, il nervosismo aumenta. Il clima non è più così idilliaco: si sa, tutti sono disposti a spendere per essere felici, nessuno per essere frustrati. Il bello è che insinuano, anzi lo dicono chiaramente, che è Mario che non è più in grado di gestire il cavallo, il suo talento si è involuto, è sparito.
I genitori vorrebbero capire ma…. ricordate la regola numero uno? Non interferire!
E allora la famiglia Rossi comincia a guardarsi in giro, sente altri maneggi, altri veterinai, altri amici avveduti, in un crescendo rossiniano, alla disperata ricerca di una felicità alla quale si erano piacevolmente abituati.     
Si trova la soluzione: si rimane nello stesso maneggio ma si deve cambiare cavallo.
L’animale al quale ci si era affezionati deve lasciare il campo, anzi, va “al campo”, al giusto e meritato riposo, forse un po’ prematuro per quello che era stato prospettato, e si procede a una nuova compravendita….
La storia di Mario non finisce qui. Ci sono stati altri maneggi, altri istruttori, altri cavalli.
Mario è cresciuto, la sua famiglia anche, di esperienza ne hanno fatta tanta, avrebbero tante cose da raccontare, potrebbero essere molto utili a chi si trovasse a dover fare le loro stesse scelte.
Del loro passato in questo mondo rimane un periodo felice e tante disillusioni, pagate a caro prezzo, un costo esagerato rispetto a tanti altri sport, e forse davvero immotivato.
Il loro presente è in un tranquillo maneggio di campagna, hanno recuperato la vera passione per il cavallo, in un ambiente meno agonistico ma più puro.
Il loro futuro è ancora in questo sport, forse, ma sarà, dovrà essere un futuro migliore dove il rapporto tra cliente e fornitore sia davvero all’insegna della soddisfazione di tutte le parti, di Mario, certo, ma anche dei suoi genitori, vero motore insieme a tanti altri di questo mondo.

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