Salto ostacoli, Pasqua di Resurrezione
Omaha è una metropoli del Nebraska, ma il suo nome è drammaticamente legato allo Sbarco in Normandia del 6 giugno 1944. Quel giorno (e nelle ore successive) a Omaha Beach - nome in codice dato dagli Alleati a una delle cinque spiagge su cui era programmato lo Sbarco - morirono quasi 6 mila soldati americani, falciati dalle mitragliatrici tedesche. Un gran brutto ricordo.
Anche al salto ostacoli azzurro - fortunatamente niente di così tragico - il nome Omaha rammenta qualcosa che sarebbe meglio chiudere nel cassetto delle cose da dimenticare. In questi giorni nella città USA fondata dai pionieri si svolgono le finali della FEI World Cup con 40 cavalieri/amazzoni (oltre al campione uscente, lo svizzero Martin Fuchs) selezionati in tutto il mondo e 44 cavalli (da battere il plurimedagliato olimpico e mondiale King Edward) di 19 Nazioni. Alle tre prove - mercoledì 5 aprile, giovedì 6, sabato 8 - non prenderà parte però nessun italiano (il carabiniere Gaudiano, rimasto a lungo durante le tappe del girone Europa Ovest tra i 18 probabili finalisti, ha poi chiuso 21°).
A far sì che che quella che si sta avvicinando sia una Pasqua di Resurrezione anche per il salto ostacoli targato FISE, il selezionatore federale Marco Porro ha iniziato a girare (un’ottima fisioterapia per il ginocchio operato di recente) tra i concorsi italiani più significativi, Gorla Minore e Arezzo soprattutto. Sul suo taccuino ci sono già i primi binomi da chiamare nel team azzurro: Riccardo Pisani (ora infortunatosi però) con il ritrovato Chaclot, Emanuele Gaudiano e Crack Balou, Piergiorgio Bucci e Cochello, Antonio Garofalo e Conquestador, Francesca Ciriesi con la sua ristabilita Cape Coral. Da aggiungere Giulia Martinengo, Fabio Brotto, Lorenzo De Luca e Alberto Zorzi che si sta allenando proprio nel centro ippico di Porro.