Poveri cani, a Lexington trattati come... terroristi
DUNQUE, chi vorrà assistere dal vivo ai Mondiali 2010 di equitazione dovrà osservare semplici, ma inderogabili, regole. Tanto per cominciare in tutta l’area del Kentucky Horse Park, dove si svolgeranno le gare, non si potrà mangiare né bere, se non nei luoghi deputati. Giusto! Carte, cartacce, lattine di coca cola e birra, sfilatini mezzi smangiucchiati, colate di pomodoro concentrato, chiazze di senape galleggianti come petrolio fuoriuscito in mare, non sono effettivamente un bel vedere. Non lo sono mai, in nessuna parte, figuriamoci durante una manifestazione di questo livello.
E fin qui, ci siamo. Saranno, inoltre vietate riprese con videocamere. Il che ci può anche stare, essendo intuibile, se non evidente, la girandola di interessi economici che vortica attorno ad un evento del genere. Ma quando si ingiunge che saranno bandite macchine fotografiche di lunghezza superiore ai 15 centimetri, dobbiamo ammettere che la fiducia nelle nostre capacità di mettere in relazione senso e significato vacilla. Non avremmo mai immaginato che la differenza fra i 15 e i 16 centimetri fosse così fondamentale, trattandosi di macchine fotografiche e non di… altro. Evidentemente esiste una fenomenologia della proibizione, di cui eravamo completamente all’oscuro. Sarà nostra cura colmare questa imperdonabile lacuna per non farci trovare impreparati quando, per i prossimi mondiali, sarà severamente punita l’introduzione clandestina di occhiali da vista con lenti superiori alle tre diottrie. Ma c’è dell’altro.
Nel Kentucky Horse Park vigerà tolleranza zero nei confronti di ombrelli. Qui la faccenda si fa un po’ più seria, perché pare che a fondamento di questa irriducibile determinazione ci sia una articolata informativa dei servizi segreti. Non è vero, sostiene l’Intelligence, che gli ombrelli servono per ripararsi dalla pioggia. Trattasi di funzione di copertura. In realtà sono corpi contundenti e quindi potenziali armi. Da questa ottica sarebbe un imperdonabile errore sottovalutare l’eventualità di un attacco a colpi di ombrellate alle autorità in tribuna d’onore o, in alternativa, una serie di karakiri con il puntale degli ombrelli medesimi durante la cerimonia di premiazione finale per rubare la scena davanti alle telecamere di tutto il mondo. Precise indicazioni in questo pare che siano partite dalle centrali del terrorismo internazionale. Quindi via gli ombrelli.
Addirittura sotto zero la tolleranza verso i cani. Durante l’intera manifestazione non si dovrà vedere neanche l’ombra di un cane. Il quale, a dispetto della falsa tradizione che lo vuole migliore amico dell’uomo, in realtà va classificato come vero e proprio strumento di guerra batteriologica. Si è scoperto, infatti, che è diventato portatore di zecche, pulci e parassiti vari di ultima generazione elaborati nei laboratori clandestini delle già citate centrali terroristiche. I cani rientrano, ormai, a pieno titolo nella gamma delle nuove armi di sterminio di massa. Il relativo dossier, nella parte conclusiva, annota malinconicamente: ‘non ci sono più le zecche di una volta’.
Se le cose stanno così c’è da essere altro che allarmati! Che i mondiali di equitazione possano diventare il detonatore della destabilizzazione del pianeta fa rabbrividire. Quindi, giusta, necessaria, indispensabile ogni forma di proibizione che agisca a supporto della prevenzione. Con questo precedente, non osiamo immaginare come si organizzeranno i prossimi mondiali. Se si deciderà di farli alle giostre con i cavalli a dondolo, sapremo comprendere.























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