Oaks irlandesi. O'Brien fa man bassa
CURRAGH. A poche ore dalle Oaks irlandesi, Hamdan Al Maktoum rinunciava a Taghrooda, la splendida vincitrice delle Oaks di Epsom Downs, una scelta che per molti degli addetti ai lavori lasciava delle perplessità. Una cambio di direzione inatteso che prendeva in contropiede buona parte del suo team, fra cui il suo allenatore John Gosden, quasi incredulo alla mossa ‘strategica’ del rappresentante emiro. Taghrooda andrà alle King George and Queen Elizabeth Stakes, come confermato dalle parole del suo racing manager Angus Gold, uno step molto impegnativo per una femmina di tre anni senza particolare esperienza che ha molto del sapore aziendale.
Delusione fra i numerosi sostenitori che avevano appoggiato la figlia di Sea The Stars alle Irish Oaks, che di fatto perdevano il suo vero punto di riferimento, aprendo la contesa a svariate possibilità, cancellando in pratica quel ‘de profundis’ quasi annunciato con la presenza della portacolori di Hamdan. Restava in gara l’altra pedina dello sceicco, la seconda di Epsom Downs, Tarfasha, eletta favorita ma senza particolare convinzione dalla punta, sensazione che veniva confermata dalla prestazione abulica dell’allieva di Dermot Weld, che alla resa dei conti risultava non pervenuta. Le Irish Oaks hanno sancito il trionfo di Aidan O’Brien, che sei anni più tardi la vittoria conquistata da Moonstone, riusciva addirittura nell’en plein, piazzando ben tre dei suoi cinque soggetti partecipanti ai primi quattro posti della corsa.
La vittoria di Bracelet è frutto di una strategia ben demarcata e non è figlia della casualità. L’erede di Montjeu aveva lasciato intravedere ampi margini di progresso sulla lunga distanza dopo la vittoria nelle Ribblesdale di Royal Ascot, migliorie prontamente confermate sul faticoso percorso del Curragh, pista nella quale la portacolori di Michael Tabor non ha ancora conosciuto la sconfitta. L’impresa porta la firma di un bravissimo jockey come Colm O’Donoghue, grande professionista e uomo di fiducia per il trainer di Wexford, giunto alla sua terza vittoria classica in carriera, la seconda in terra irlandese.
Il 34enne di Buttevant non ha sbagliato una virgola e la tempistica d’attacco è stata praticamente perfetta, situazione che gli ha permesso di mettersi al riparo dal finale roboante della compagna Tapestry, bizzosa nello stendere la migliore progressione, ma estremamente efficace quando Joseph O’Brien riusciva ad inquadrarla definitivamente. Volume chiudeva splendidamente al terzo posto al termine di una gara semplicemente coraggiosa, dopo il fuori programma e la polemica che ne scaturiva subito dopo, per una ferratura a detta dei responsabili di corsa non idonea per il regolamento irlandese. Eccellente anche il quarto posto conquistato dall’altra di O’Brien Beyond Brillance, in sella la figlia Ana, prima jockette a correre nelle Irish Oaks a completamento di una festa tutta di chiara marca Ballydoyle.