Mozione del Sen. Amati al Governo
per un'inchiesta sul mondo dei cavalli
MOZIONE presentata al Governo in data 26 gennaio dal Sen. Silvana AMATI e cofirmata dai Sen.BASSOLI , CARLONI , CHIAROMONTE , DONAGGIO , GRANAIOLA , PERDUCA , PORETTI:
"Il Senato,premesso che:
- la crisi dell'ippica italiana è un dato conclamato e il comparto ha registrato una riduzione dei finanziamenti pubblici del 40 per cento, finanziamenti che comunque restano quantificati in ben 235 milioni di euro all'anno, nonostante le scommesse ippiche rappresentino appena l'1,5-1,7 per cento del totale delle scommesse effettuate;
- sono stati comunque sino ad oggi allevati e allenati migliaia di cavalli sportivi per essere immessi nel mondo delle corse di trotto e galoppo e tali animali continuano ad essere troppo spesso solo uno strumento sfruttato per ricevere provvidenze e finanziamenti e svolgere attività connesse alle scommesse;
- la crisi dell'ippica rende oggi ancora più problematica la collocazione dell'elevato numero di cavalli allevati per le corse e rende reale la macellazione di migliaia di quadrupedi ma è altresì vero che, a prescindere dalla crisi, il comparto ippico ha mandato alla macellazione negli anni un altissimo numero di cavalli quando questi non si rivelavano più competitivi ossia in grado di assicurare la vittoria di un montepremi ad allevatori, proprietari e fantini. Solo una parte residuale è stata venduta e/o impiegata in altri circuiti di lavoro o destinata alla riproduzione;
- la crisi dell'ippica rende altresì credibile la minaccia di utilizzare i cavalli nel circuito delle corse clandestine o la macellazione illegale degli stessi poiché molti sono animali sportivi non destinati alla filiera alimentare;
- sebbene negli ultimi anni molti allevatori o proprietari hanno scelto per i propri cavalli l'opzione "Non DPA" (non destinazione alla produzione alimentare), stabilendo di escluderli così dalla macellazione, la non completezza dell'anagrafe equina, ossia dell'identificazione degli equidi e della loro destinazione finale indicata sul medesimo documento di identificazione, connessa alla crisi dell'ippica e dunque all'esigenza da parte dei proprietari ed allevatori di "disfarsi" dei cavalli in quanto non più utilizzabili per l'ottenimento delle provvidenze, dei contributi e dei montepremi rende sempre più realistico il rischio di macellazione clandestina dei cavalli;%%newpage%%
- la non completezza dell'anagrafe equina e la carenza di controlli sull'identità degli equidi da parte degli organi deputati rischia di implementare la criminalità organizzata con l'impiego degli equidi nelle corse e relative scommesse clandestine; già sino ad oggi è stato registrato il fenomeno della scomparsa dei cavalli ritirati dalle corse;
- la responsabilità per l'uso criminale dei cavalli nelle corse clandestine è certo direttamente imputabile agli autori di questo deprecabile reato, ma non si può non rilevare che la prassi generalizzata di vendita o cessione dei cavalli a fine carriera a commercianti o privati non attenti al benessere dell'animale può influire, seppur indirettamente, su tale terribile fenomeno;
- sebbene il regolamento sull'anagrafe equina emesso dal Ministero delle politiche agricole e forestali di concerto con il Ministero della salute preveda che entro sette giorni dall'acquisto o dalla cessione dell'equide venga regolarizzato il documento d'identità dell'animale indicando il nuovo proprietario e/o detentore che ne è responsabile, vige ancora una scorretta prassi, implementata da una carenza di controlli, che vede una mancata regolarizzazione dei passaggi di proprietà degli animali e della destinazione finale degli stessi e la banca dati dell'anagrafe degli equidi prevista dal regolamento europeo n. 504 del 2008 in vigore presso gli Stati membri dal 1° luglio 2009 presenta ancora oggi diverse problematiche e non rende possibile la tracciabilità del patrimonio equino;
- il malfunzionamento dell'anagrafe equina agevola le pratiche illegali quali l'impiego degli equidi nelle corse clandestine con il conseguente giro di scommesse illecite nonché la macellazione clandestina degli stessi;
- anche la modulistica di recente introdotta dall'Unire/Assi per i cavalli da trotto, sebbene predisposta al fine di consentire la regolarizzazione degli attuali proprietari di cavalli che a suo tempo sono stati ceduti senza regolare passaggio (ed in particolare cavalli anziani o comunque adulti ceduti dopo essere usciti dal circuito delle corse), sembra legittimare la non reperibilità dell'equide;
- quanto sopra evidenzia l'inadeguatezza del meccanismo di identificazione degli equidi che non garantisce l'equide "Non DPA" né il proprietario e/o allevatore dello stesso, che pur cedendo l'animale ha inteso comunque garantire allo stesso la non destinazione alla filiera alimentare;
- contrariamente a quanto normato dal Ministero della salute, si sono registrati casi di mancato controllo dell'identificazione degli equidi all'ingresso delle strutture di macellazione e casi di macellazione di equidi "Non DPA" identificati solo dolo la macellazione stessa;
- quanto infine alle paventate soppressioni o alla macellazione illegale cui potrebbero ricorrere alcuni per liberarsi dei cavalli, l'eutanasia di un animale sano, o la sua uccisione con altri mezzi, integra la fattispecie di reato di cui all'articolo 544-bis del codice penale, che punisce con la reclusione da 4 a 24 mesi chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale
IMPEGNA IL GOVERNO
- a predisporre un'indispensabile riforma del settore dei cavalli da corsa, che abbia respiro adeguato e ponga al centro il cavallo e il suo benessere durante e dopo la carriera agonistica. Combattere il doping e l'uso improprio di farmaci, escludere la macellazione degli equidi impiegati nell'attività sportiva, un'effettiva corresponsabilizzazione dell'intero comparto, sono premesse indispensabili per dare credibilità e civiltà ad un mondo che solo puntando sulla serietà e la legalità potrà riscoprire anche la sua vocazione economica;
- a tenere in adeguata considerazione il fatto che la scelta dell'Agenzia delle entrate di ritenere il possesso di un cavallo rilevante ai fini del redditometro, considerandolo bene di lusso, presume spesso da parte dei proprietari capacità contributive superiori a quelle reali. Il che ha, fra le altre conseguenze, quella di disincentivare l'acquisto o l'adozione di cavalli non più agonisticamente validi, che invece è nell'interesse di una politica di salvaguardia dalle pratiche generalizzate di macellazione;
- a fornire uomini e mezzi sufficienti in particolare al NAS dei Carabinieri e al Nirda (Nucleo investigativo per i reati a danno degli animali) del Corpo forestale dello Stato, per condurre efficaci controlli ed applicare il massimo rigore tanto all'interno degli impianti sportivi, quanto durante la movimentazione degli equidi su tutto il territorio nazionale, al fine di evitare il maltrattamento degli animali, l'impiego degli stessi in attività criminali come le corse e le scommesse clandestine nonché la macellazione illegale degli stessi, soprattutto laddove registrati "Non DPA";
- a sistemare le problematiche alla gestione dell'anagrafe equina, a rendere accessibili anche alle Forze di polizia le banche dati dell'anagrafe degli equidi e ad implementare i controlli al fine di verificare che sia rispettata la procedura attualmente in vigore per il passaggio di proprietà degli equidi (attualmente 7 giorni);
a verificare che le procedure di legge vengano effettivamente rispettate e che siano implementati i controlli da parte delle Forze dell'ordine;
- a vietare l'utilizzo del frustino e degli aiuti nelle corse dei cavalli;
- a rendere cogente la definizione "Non DPA" per tutti i cavalli impiegati nelle attività equestri, come già deliberato nel 2006 e 2007 dalla Federazione italiana sport equestri, federazione sportiva nazionale ed ente tecnico di riferimento per le attività equestri;
- a verificare che i controlli antidoping effettuati dall'Assi/Unire vengano implementati e avvengano con il necessario rigore nonché ad accertare che in caso di esito "positivo" la giustizia sportiva dell'Unire agisca con tempestività e applichi senza ritardo le sanzioni previste, anche sospendendo dalle corse cavalli, fantini o driver;
- a verificare che i controlli sull'uso non corretto dei farmaci vengano effettuati dall'Assi/Unire anche nell'ambito degli allevamenti, come previsto dal regolamento dell'ente stesso;
- a verificare che i controlli antidoping vengano effettivamente realizzati in laboratori certificati.