Il Prix d'Amérique e l'odissea di Mighty Ned
PRIX D’AMERIQUE 1951: primo al traguardo della storica corsa francese, che quest’anno vivrà la sua 88esima edizione, giunge Mighty Ned, di proprietà italiana ma nato negli Stati Uniti, davanti a Scotch Thistle e Cambon. Mighty Ned era nato nel 1942, figlio di Volomite e Nedda Guy, presso la Walnut Hall Farm. Corse poco nel suo Paese di nascita. Era un cavallo dalla mole imponente e piuttosto tardivo e venne avvedutamente preservato da uno sfruttamento troppo precoce. Corse solo due volte a due anni. A tre, vinse due prove del Grand Circuit e si piazzò terzo nella principale corsa americana, l’”Hambletonian”, battendo Doctor Spencer, numero uno dei quattro anni americani nel 1946, trottando in 2.01.
Le vicende del suo acquisto da parte dell’italiano Franco Tondini furono piuttosto intricate. L’allora celebre mediatore Rosemire - che inviò in Italia, tra gli altri, Muscletone, Guy Fletcher, McLin Hanover, De Sota - trattò con Tom Berry, famoso guidatore e alle¬natore d’oltreoceano, l’acquisto di Mighty Ned. Dopo una prova dimostrativa sul miglio, col mezzo miglio corso in un minuto, l'affare fu concluso.
Ma proprio allora dovevano cominciare le complicazioni. In quegli anni era proibito esportare dagli Stati Uniti. Si dovette così escogitare un sistema per eludere questo divieto, facendo passare il cavallo come regalo di nozze che lo stesso Tondini faceva a sua moglie di origine americana.
Dopo otto giorni di treno, Mighty Ned giunse a New York dove fu “alloggiato” al sesto piano di un edificio dal quale venne, per ben tre volte, fatto scendere e salire nella speranza di po¬terlo imbarcare su qualche nave in partenza per l'Europa. Un piroscafo da ca¬rico norvegese si rese, finalmente, disponibile per il trasporto e su di esso si imbarcarono anche i due neo-sposi che dovettero assumersi l’incarico di accudire in tutto e per tutto il cavallo durante la traversata.
Fu così che il viaggio di nozze dei coniugi Tondini si svolse a bordo di una nave da carico, con incombenze piuttosto pesanti. Giunti, dopo tredici giorni di navigazione, ad Algeri, un veterinario francese decise di mettere Mighty Ned in quarantena. Fu la diplomazia a risolvere il caso e, dopo cinque giorni e una esibizione del celebre trottatore su di una improvvisata pista locale, gli sposi poterono ripartire con il prezioso carico.
Ventinove giorni dopo la partenza da New York, Mighty Ned e i suoi proprietari sbarcarono a Genova dove un van li attendeva per portare il trottatore americano alla sua destinazione finale: l’ippodromo di San Siro, dove fu affidato alle mani di Orlando Zam¬boni.
Divenuto successivamente di comproprietà del conte Orsi Mangelli e affidato al driver Vincenzo Antonellini, Mighty Ned giunse ad ottenere traguardi eccezionali: vinse il Premio d’Inverno, il Premio della Fiera e fu secondo nel Prix d’Amerique del 1949. Dopo una breve pausa, nel 1950, in cui servì da stallone, nel 1951 tornò alle corse con la guida di Alessandro Finn, con il quale tagliò per primo il traguardo sulla pista di Vincennes nel 1951. Ritirato dalle corse nel 1952, fu ottimo stallone e trasmise ai figli le sue doti di atleta, coraggioso e resistente anche se un po’ flemmatico. Crevalcore, Qualto, Gualdo, Blera, Ortense, Parioli, Checco Pra sono solo alcuni dei suoi prodotti che hanno trottato sotto l’1.18.
Mighty Ned morì il 6 dicembre del 1971, assistito dal fidato Mario Turrini, l’uomo che lo accudiva dal 1948.

Mighty Ned in una foto d\'epoca