Fise-Coni, desolazione irrefrenabile
Caro Direttore, le note e tristi vicende che hanno investito da circa un anno la Federazione Italiana Sport Equestri mi procurano un senso di disorientamento, una sorta di crisi di identità, rispetto alla scelta di proseguire nella mia professione all’interno della medesima. Da qualche decennio cerco di fare il mio lavoro di istruttore con impegno e passione, dedicando particolare attenzione al settore giovanile, convinto che lo sport possa rappresentare un momento formativo, di educazione a quei valori etici che ogni Federazione promulga in premessa nel proprio statuto, per poi disattenderli in maniera più o meno esplicita nella quotidiana operatività; in questo l’inchiesta effettuata da Report, irradiata recentemente sulla RAI, è una tangibile conferma del quadro desolante in cui versa il mondo sportivo nella nostra nazione.
Tra le tante domande, in questo momento, una ha il sopravvento: cosa devo raccontare a quei ragazzi, genitori e atleti che praticano il nostro sport presso il centro in cui opero, educati al rispetto delle regole, che assistono alla recenti scelte del CONI che ignora platealmente quanto ultimamente disposto – ordinanza – da parte del TAR?
Una soluzione potrebbe esserci, abbandonare questo mondo ormai irreparabilmente deviato, trovare nuovi contesti che privilegino la “buona equitazione”, il rispetto incondizionato del cavallo quale attore protagonista, identificare ambiti più consoni a sviluppare una relazione serena e armonica con il medesimo. Forse la vecchia e sana pratica dell’equitazione di campagna potrebbe rappresentare una risposta, ivi compreso il turismo equestre".
TIZIANO BEDOSTRI