''Come e perché ho adottato quattro cavalli''
“ E’ PROPRIO VERO! I cavalli ti cambiano la vita e comunque arrivano sempre al momento giusto”. A parlare è Catia Paciotti, presidente della Tast Cavalli ma soprattutto appassionata amazzone e paladina dei diritti dei cavalli, nostri antichi compagni di vita. “Voglio raccontarvi come e perché ho deciso di adottare quattro cavalli che altrimenti avrebbero avuto un destino preciso: il macello. Circa un mese fa, ho saputo da un amico (uno di quelli che ha un cavallo della domenica…) che quattro cavalli vivevano in maniera pessima, insieme a un gruppo di mucche su un paddock scosceso e senza nessun riparo. Erano tutti, in particolare quello costretto a vivere nella stalla con i maiali, erano tutti, dicevo, magrissimi anche perché dovevano mangiare quello che trovavano o quello che lasciavano loro le vacche. L’amico mi dice pure che il proprietario se ne vuol disfare e ha deciso di venderli al macellaio che mensilmente carica le mucche per il macello.
“Un’angoscia che s’è raddoppiata quando quel tale mi ha detto il prezzo di vendita: 2.50 euro + Iva al chilo. In pratica, il prezzo della carne a peso vivo! Senza neppure vederli, gli faccio sapere che i cavalli li avrei presi io appena i miei box fossero stati pronti. E poi arriva l’ultimatum. Debbo venirli a caricare entro un certo giorno, altrimenti vanno al macello. Insomma, quel benedetto giorno sono da lui con il van e due autisti. Come avevo previsto, e come temevo i cavalli non erano domati. Non solo ma quei pochi rapporti a distanza avuti con gli essere umani sicuramente non erano stati dei migliori. Non vi dico il tempo che ci è voluto per caricarli (sei ore!) e scaricarli. Fatto sta che alla fine della giornata, sebbene tutti esausti, cavalli (e uomini) erano presso la mia scuderia, che, seppure da finire, disponeva almeno di acqua e fieno a volontà.
“I primi due giorni sono stati da panico. Lo stallone grigio-pomellato, bellissimo per la criniera lunga sino al ginocchio e un ciuffo ribelle, come mi avvicinavo girava la testa e mi dava il sedere. La femmina baschin (colore tra il sauro e il palomino) restava tutto il giorno immobile con il muso in un angolo del box e tremava al solo vedere la propria ombra. Un’altra fattrice (gravida),come aprivo il box calciava o cercava di caricarmi. L’unico disposto a farsi toccare e portare a spasso era Quark ,un anglo-arabo dalla magrezza spaventosa. Probabilmente in un remoto passato deve essere stato montato e il contatto con l’uomo per lui era stato un trauma. Ora sto vivendo dei giorni molto pieni, che cominciano la mattina alle scuderie per seguire personalmente la pulizia dei box e il momento della somministrazione del cibo. Con i cavalli è tutto più difficile perché non si fanno toccare, sono ancora dominati dalla paura. Cominciano però a riconoscermi e quando sentono la mia voce, mi chiamano. Ogni piccolo progresso è una gioia infinita e riuscire ad accarezzarli è una vittoria....una vittoria sulle cattiverie umane! Per capire meglio come comportarmi, ho chiesto aiuto a Francesco De Giorgio, un mio amico etologo.Vederlo interagire con i cavalli mi ha spiegato molte cose, ma soprattutto mi ha colpito constatare quanto grande sia stata la risposta che i cavalli hanno dato alla sua proposta di comunicazione. Dopo che li ha lasciati, sono più tranquilli, incominciano a muoversi nel box e soprattutto ad essere curiosi di ciò che li circonda.
“Francesco mi ha detto una frase molto bella: Se vuoi davvero appartenere al mondo dei
cavalli, devi iniziare a dare valore alle piccole cose, piccoli gesti che agli occhi dei cavalli fanno davvero la differenza e cambiano, davvero cambiano il corso delle stelle...
“Dicevo prima che i cavalli arrivano sempre al momento giusto. Anche questa volta è stato così. La loro presenza mi ha dato una mano ad affrontare il grande dolore della perdita di Pepe, il mio pony che, in lacrime, ho visto trasformarsi in un piccolo Pegaso. Era unico. Anche se nessuno potrà mai sostituirlo, la presenza dei miei nuovi quattro amici mi aiuterà a sentire meno la sua mancanza.”