Bicentenario - omaggio ai Cavalli che hanno difeso la Patria
Federigo Caprilli non sarebbe mancato, la battuta pronta a chi gli avesse chiesto del suo nuovo assetto in sella, lo sguardo verso le tribune ad incrociare le occhiate di qualche bella dama, più interessata ai tenenti nel parterre che ai cavalli in campo. A Piazza di Siena, dove il fascinoso capitano conquistò spettacolari successi in gara e fuggevoli amori tra il gentil sesso romano, si è celebrato oggi il doppio Centenario della fondazione della Scuola di Cavalleria in cui Caprilli insegnò - a fine 1800 - il suo metodo di cavalcare, ora diffuso in tutti i Paesi di qua e al di là dell'oceano.
La cerimonia del Bicentenario ha avuto luogo nell’ovale di Villa Borghese, prestigiosa location sede dei più importanti concorsi ippici internazionali, che ha fatto da cornice all’evento, ospitando 18 Stendardi delle unità di Cavalleria e tre Reggimenti di formazione i quali, attraverso dimostrazioni a cavallo, hanno rievocato le tradizioni della Cavalleria.
Due squadriglie dell’Esercito, impegnate nel viaggio rievocativo dell’anniversario per la costituzione della Scuola di Cavalleria, hanno raggiunto Roma - e Piazza di Siena - dopo aver percorso circa 1.500 km lungo due itinerari: uno da Venaria Reale (TO), prima sede della Scuola di Cavalleria, l’altro da Lecce, attuale sede.
Struggenti la recita della Preghiera della Cavalleria e il successivo passaggio, davanti ai plotoni schierati mentre risuonavano le note del Silenzio, di un cavallo bardato e scosso, portato sottomano, a ricordo dei Caduti - uomini e cavalcature - dell'Arma.
Alla presenza del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, i “cavalieri” dell’Esercito Italiano si sono riuniti a Piazza di Siena per assistere al celebre carosello dei Lancieri di Montebello, la prova di ardimento equestre a cura del Centro Militare di Equitazione e la leggendaria “carica” di un reparto di formazione.
“200 anni di eroismo” ha ricordato Crosetto, dopo aver passato in rassegna i Reggimenti” Da cavalieri, uomini e donne che hanno dedicato la loro vita al servizio del Paese. Sempre con l’umanità che contraddistingue la via italiana di essere militari senza precludere la scelta di diventare eroi. Oggi siamo qui per difendere con ostinazione la forza del ricordo nella Storia e celebriamo una ricorrenza cruciale per i cavalieri che hanno reso grande la Cavalleria che oggi è una moderna componente dell’Esercito con mezzi blindati e corazzati che ne potenziano le capacità di protezione, ma che conserva le tradizioni e lo spirito che l’hanno sempre accompagnata”.
ll Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, nel salutare il personale impegnato nella cerimonia e tutti gli ospiti convenuti, ha voluto sottolineare: “Oggi celebriamo un aspetto importante: l'amicizia tra l'uomo e il vero protagonista di questa storia: il cavallo! Uno straordinario animale che si è fatto amico, commilitone, compagno d'armi, condividendo con i cavalieri disagi, sudore, fame, paure, ma senza far mancare mai il proprio impegno. Grandi soldati capaci di andare oltre, servendo tra i primi anche in armi e specialità innovative dove serviva e serve tecnica e coraggio”.