Auguri e riflessioni per il Nuovo Anno che inizia
Curve a gomito e tutte in salita. Un rosario di giorni arrancati, il 2020. L’ultimo, poi, come il traguardo di Dorando Petri. Che arriva alla fine della maratona, ai Giochi Olimpici di Londra 1908, sorretto dalle mani solidali di un giudice di gara, prima di schiantare, mente offuscata e svuotato di forze, in terra.
Salvo qualche altra ira di Dio, su cui i titolati di scienza (su coscienza sospendiamo il giudizio) tornerebbero di sicuro a giocarsi primati e prestigi a pari e dispari mentre, di sponda, donne e uomini della politica li inseguirebbero chi scodinzolando e chi abbaiando, tocca all’anno nuovo voltare pagina. Domanda fatidica: come sarà? Risposta profondamente meditata: boh!
Braccia conserte, dunque, e subire, spalle incurvate, l’imponderabilità dell’ignoto? Niente affatto. C’è qualcosa che possiamo fare. Anzi da fare con convinta determinazione: macerie alle spalle e “sguardo dritto sul futuro”, come testimonia, e raccomanda, l’indimenticato Pierangelo Bertoli. E’ il minimo sindacale.
Non occorre inventare l’inedito. Basta scavare nel nostro patrimonio culturale, rintracciare nel delta dell’umanità, che disegna l’immenso arcipelago della Storia, simboli e miti che ci hanno consegnato l’eternità di valori universali. Pensiamo, ad esempio ai quattro Cavalli Alati del Carro del Sole che hanno insegnato a Fetonte, ubriaco d’onnipotenza, come si sta al mondo. Questi “nostri” animali, natura e naturalità allo stato puro, non tollerano briglie impugnate da mani inesperte, goliardiche, maldestre. Rapaci. Non tollera, la Natura, distonie tra sé e chi la abita: violentata dalle innumerevoli manifestazioni di irragionevolezza umana, si impenna e reagisce con sottrazioni di vivibilità. Non è vendetta. Sono avvertimenti della sua potenza. Una potenza che gli umani, illusi, si ostinano a vampirizzare con l’alibi di una globalizzazione che, al guinzaglio di algoritmi e intelligenze artificiali, divora sè stessa eruttando nuove ricchezze nella congestione di moltiplicate povertà.
Prometeo non è Fetonte. Prometeo, complice Atena, si avvicina al Carro del Sole per accendere la torcia che porterà il fuoco all’umanità. Smettiamo di fare i “Fetonti” e torniamo ad essere “Prometei”: riprendiamoci la luce della Natura…. e della Ragione. Questo è il nostro augurio. Buon Anno.