Arte macabra. Ancora cavalli morti in Svizzera
L'IHP comunica: "Nei giorni scorsi abbiamo inviato una lettera di protesta alla Fondation Beyeler, senza ricevere alcuna risposta. Chiediamo ai nostri sostenitori di scrivere un analogo testo e di inviarlo sia alla Fondazione che al Comune di Riehen (Svizzera) che, infine, al sito Artribune che esalta il gesto di Cattelan.
“Ancora una volta ci troviamo di fronte al cattivo gusto spacciato per arte”, dichiara Sonny Richichi, responsabile organizzativo IHP. “L’esposizione di corpi senza vita è inaccettabile in qualunque società civile e denota disprezzo per la morte e la sofferenza, nonché mancanza di rispetto verso la sensibilità comune. Sappiamo che i cavalli soffrono terribilmente in tutte le fasi legate alla loro uccisione, dal trasporto fino alla morte violenta e spesso lenta, dopo minuti di agonia: trattare i loro corpi in questo modo, più che un guizzo di intellettualità, è una trovata volgare.
"Tutto questo ci lascia ancora più attoniti quando viene avallato come forma d’arte. Non vogliamo e non possiamo credere che la cultura sia scesa così in basso, facendo enormi passi indietro. Per questo chiediamo che l’opinione pubblica si mobiliti e faccia cessare queste esibizioni, come già avvenuto pochi mesi fa alla galleria Zabriskie Point a Ginevra, costretta a chiudere anticipatamente la macabra mostra di un cavallo morto penzolante dal soffitto”.