Anglo-arabo, lettera a Renzi e Martina
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera dell'ANACAAD al Presidente Renzi e al Ministro Martina.
"Sono passati nove mesi dal 14 aprile 2014, data dell'ultima lettera aperta sull'argomento in oggetto, ma siamo ancora lontani da un'azione sinergica di buona politica che ci porti fuori dalle sabbie mobili in cui lentamente, ma inesorabilmente, ci stiamo impantanando. Certamente tantissimi hanno preso atto del fatto che cosi non si va avanti, ma pochi hanno il coraggio di far seguire alle belle e giuste parole dei fatti concreti, consequenziali ai buoni propositi. Noi facciamo parte della "gente comune", siamo però abituati a pensare con la nostra testa, non ci facciamo condizionare dagli slogan anche se belli, e siamo in attesa di un autentico cambiamento politico-amministrativo che possa restituire fiducia e dignità anche al comparto ippico equestre. Noi allevatori e proprietari di cavalli sportivi, che continuiamo a contribuire a tenere in piedi molti posti di lavoro, senza neppure la speranza di poter ambire a raggiungere il "pareggio di bilancio", VI CHIEDIAMO IMPEGNI CONCRETI: per es. su Libro Genealogico all' Associazione di razza, Montepremi e Programmazioni adeguate, in sintesi, sulle condizioni senza le quali non si può migliorare. L'Associazione Nazionale Allevatori Cavallo Anglo Arabo e Derivati, da circa 11 anni sta difendendo l'allevamento del cavallo italiano e, per statuto, deve tutelare, promuovere e valorizzare quello dell' Anglo Arabo; ma, per poterlo fare compiutamente, ha necessita di un Libro Genealogico che sia gestito e funzioni con i suddetti scopi ed altresì con la collaborazione delle Istituzioni e degli Organismi nazionali ed internazionali preposti.
La Regione Autonoma della Sardegna dal 2013, con gli impegni della Giunta, del Consiglio e delle Agenzie regionali interessate, ha cercato di attenuare la persecuzione immotivata, nei confronti del "Settore ippico equestre Sardo"; persecuzione perpetrata attraverso decisioni e atteggiamenti unilateralmente discriminanti, già da noi stigmatizzati con documenti inviati anche alle Istituzioni. Ci aspettavamo, ed oggi lo chiediamo nuovamente alle SS.VV, un trattamento equo, che restituisca il maltolto, considerato che oggi il MIPAAF gestisce direttamente le sorti dell'allevamento e, col MEF, dell'ippica italiana.
Cogliamo l'occasione per implorare atti di responsabilità tangibili a tutte le Istituzioni preposte, poichè la morte di un'etnia si verifica anche per mancanza di nascite ed essendo la prossima stagione di fecondazione equina alle porte è obbligatoria, da subito, un'inversione del trend negativo degli ultimi anni. C'è necessita di fatti, non solo di parole o ancor peggio di un silenzio mortale. L'Anglo Arabo (Sardo), vero cavallo italiano, non vuole morire.
A proposito di fatti, ringraziamo sinceramente it Consiglio Regionale Della Sardegna per la
Mozione n.665 (approvata il 22/10/2014) e la Regione Autonoma Della Sardegna per tutte le azioni concrete, antecedenti e conseguenti alla suddetta mozione, in favore del comparto ippico equestre sardo e per I'impegno a favore del cavallo Anglo Arabo e Derivati, una vera produzione agricola italiana. Nell'attesa di adeguati riscontri, con la speranza che le problematiche del cavallo italiano e "dell'industria del cavallo" non siano prese sottogamba da alcuno, ringraziamo per l'eventuale attenzione.
il Presidente Mario Cossu