50 cavalli rischiano il macello in Maremma
LE COSE stanno così: se entro un mese non risolve il problema, per i suoi cavalli (50) lo spettro del mattatoio diventa realtà. Lui, Lauro Rossi, il proprietario, non la vuol sentire neanche pronunciare la parola ‘macello’. Ma se nel frattempo non succede qualcosa, fra trenta giorni l’ufficiale giudiziario rende esecutivo lo sfratto e addio cavalli. La faccenda è maledettamente seria, drammatica e Lauro non sa dove sbattere la testa.
Lauro alleva i suoi cavalli nei due ettari di uliveto della tenuta di Roccastrada (Grosseto). Quando li prende in affitto ha con sé una ventina di puledri pura razza maremmana. Con il tempo crescono e si riproducono fino a diventare quello che sono oggi: una potente mandria di cinquanta splendidi cavalli. Per Lauro non è un hobby: è lavoro e passione. Perché lui, buttero doc, i cavalli ce l’ha nel sangue, come suo padre e il padre di suo padre.
Avete presente quando uno ringrazia il cielo per essere stato così fortunato da guadagnarsi il pane con un lavoro che Dio ha mandato sulla terra solo per lui? Beh, se questo uno esiste, è lui, Lauro. Ma poiché gli dei sono, come è noto, invidiosi della felicità degli uomini, due anni fa la mazzata: i rampolli della nobile casata dei Tolomei, padroni della tenuta, rivogliono indietro la loro proprietà. Quindi niente più affitto. Non infieriscono, però. Non gli danno il cordoglio, al povero Lauro, per farlo sloggiare su due piedi. Anche loro sono allevatori e si rendono conto che trovare un altro posto per 50 cavalli non è come ordinare un caffè al bar. Concedono proroghe, durante le quali Lauro si dà fare per trovare una soluzione adeguata, che garantisca ai suoi cavalli il trattamento che finora hanno ricevuto da lui. Risultati, ahimè, praticamente zero. I tempi, però, adesso stringono e prendono alla gola. Fra trenta giorni alzare tacchi e zoccoli e andare.
Ma dove? Le disponibilità riscontrate qua e là per collocare qualche cavallo sono, per quanto importanti, niente. Non risolvono il problema nel suo insieme. Né, pare, si possa far più conto su una ulteriore proroga. I Tolomei non sono più disposti ad aspettare. Naturalmente hanno le loro legittime ragioni, ci mancherebbe altro. Solo che, se per caso, sono proprio loro i discendenti di una certa Pia vorremmo, sommessamente ricordare loro, un certo passo del V° Canto del Purgatorio: “Ricordati di me che son la Pia – Siena mi fè, disfecemi Maremma”. Se sostituiamo ‘Maremma’ con ‘mattatoio’, i cavalli di Lauro sono destinati a fare la stessa fine di Pia. Vogliamo pensare, anzi siamo sicuri, che questo i conti Tolomei non lo vogliono. Allora Messeri e Madonne Tolomei, lo vogliamo sospendere questo conto alla rovescia e dare un po’ più di respiro a Lauro, al quale vi lega lo stesso amore per i cavalli?
In Italia l’intera comunità di un milione di amanti dei cavalli vi serberà eterna gratitudine. Che, di questi tempi, non è poco.