Storia di una passione antica: Piero Gallegati si racconta
Lunedì 2 giugno. Non soltanto Festa della Repubblica ma da questa stagione anche Derby Day. La giornata che dalle prime ore della mattina fino al calar del sole riconcilia il Turf con i tantissimi appassionati che ancora hanno fame davvero di corse, cavalli, spettacolo e selezione. In 15 mila , giornata calda ma non troppo, a testimoniare a Capannelle il proprio amore per il nostro mondo.
Il Nastro Azzurro si è già disputato cosi come altre corse di selezione in programma nel pomeriggio. Alle 18,30 si aprono le gabbie della settima corsa, su nove in agenda : il Fegentri World Championship For Lady Riders sulla distanza dei 1800 metri in pista grande. Una corsa internazionale inserita nel circuito Fegentri e riservata soltanto alle amazzoni di tutta Europa . Una prova che in una ventina di anni , la volle assolutamente Enzo Mei allora al vertice di Capannelle, è diventata una fascinosa tradizione , un momento insieme di costume e di cultura che va aldilà del valore autentico dei cavalli in corsa.
Le Amazzoni in sella ai 12 anziani protagonisti arrivano davvero da ogni parte del Continente. Al termine dei 1800 metri e dopo acceso dibattito svetta con autorevolezza Rouzelets Sweety che lascia a quasi tre lunghezze Man With The Plan.
La allena una donna, Irene Bietolini, appartiene a Piero Gallegati ma per la occasione non veste la sua signorile giubba con i colori del circolo tra i più antichi di Roma, il Canottieri Tevere Remo del quale il proprietario è socio storico da oltre 60 anni. Non indossa la sua giubba tradizionale perché in questa prova internazionale le Amazzoni rappresentano la proprie nazioni. Infatti la bravissima interprete Teresa Grbavcicova indossa quella della sua nazione.
Al rientro festoso e nel momento unico della premiazione non sale sul palco Piero Gallegati che non è a Capannelle … - “ Vero - si racconta il proprietario che incontriamo nel suo circolo - da qualche anno , dopo la morte di mia moglie Silvana ed anche perché ho ormai 85 anni non vengo quasi più a Capannelle . Da Roma nord è un lungo viaggio per me . Continuo comunque a tenere viva la fiamma della passione grazie ad uno o due cavalli in scuderia. Li seguo attraverso Equtv come nel meraviglioso pomeriggio del Derby che la nostra emittente ci ha fatto vivere in ogni suo aspetto emozionante come sempre. Per me è stato davvero un momento di gioia enorme. Vincere in una corsa nel Derby Day è un qualcosa di incredibile , quando Rouzelets si è staccata vincente ho proprio provato quella unica ed indescrivibile emozione che soltanto i cavalli sanno trasmettere. Ancora una volta dopo 30 anni ho compreso di avere fatto la scelta giusta assecondando la mia passione. “
La giubba da 30 anni ma la sua storia ippica in fondo data dalla nascita…-“ Eh già , posso dire proprio cosi. Negli anni trenta e inizio 40 si nasceva in casa. Noi abitavamo in Piazza Navona , il portone di casa nostra era in via dell’Anima ma le finestre si affacciavano sulla piazza che in quelle stagioni aveva un fascino che mi è difficile adesso descrivere perché era un’altra Roma. Diciamo che già nel momento della nascita c’era qualcosa di ippico in me. Pensi che la levatrice fu la stessa che aiutò la nascita di Enzo Mei, un paio di anni prima. Il destino ma anche una situazione familiare in effetti dove i cavalli, le corse ed il loro mondo si respiravano pienamente… “
Coma mai ? –“ Perché nonno ed anche mia mamma gestivano il bar e il ristorante di Villa Glori, allora il tempio del trotto Romano. Adesso come tutti sanno non c’è più perché in quella zona fu edificato il Villaggio Olimpico di Roma 60 e, molto tempo dopo, proprio dove finiva la pista con le tribune, lo splendido Auditorium di Renzo Piano. Nonno aveva anche un ristorante in via Monterone ad un passo da Largo Argentina da dove partiva , tanto tempo fa, un autobus che nei giorni di corse portava gli appassionati alle Capannelle . Prima mangiavano da nonno e poi salivano sul bus. Sempre nonno gestiva anche la trattoria del Fontanone , la osteria che si trova alla altezza del prato , metà dirittura di Capannelle. “
Insomma quasi un predestinato , il cavallo per forza…. –“ Direi di si , mia mamma conobbe papà proprio a Villa Glori dove lui veniva come appassionato…. Da bambino e da adolescente nonno e mamma mi portavano anche nelle scuderie a Villa Glori, ricordo perfettamente Cicognani e Bottoni che erano amici di nonno. Ovviamente mi portava anche alle Capannelle , ho un ricordo indelebile del giorno del galoppo di addio di Ribot , quando scaricò a terra Enrico Camici… “
Poi cosa successe….-“ Nella seconda metà degli anni 50 nonno morì, io del resto ero cresciuto, mi laureai in Economia e per un certo periodo di anni lavorai per la Cassa di Risparmio di Roma , prima di fare libera professione. Avevo un po' dimenticato i cavalli e il loro mondo perché scoprii quello del canottaggio. Vogavo all’inizio per la San Giorgio che poi confluì nella Tevere Remo della quale divenni socio atleta ad inizio anni 60. Sono stato campione italiano universitario con l’otto misto. In quegli anni ho conosciuto bene e ne sono diventato amico di due atleti come Giampiero Galeazzi e Enrico Tonali che poi ho incontrato di nuovo alle Capannelle. Ai cavalli ed al loro mondo sono ritornato a fine anni 80 con gli amici del circolo con i quali giocavo a tennis che è stato il mio sport quasi quotidiano . “
Tornare a Capannelle cosa ha significato ? –“ Innamorarmi nuovamente e forse nel modo migliore dei cavalli, delle corse, del loro ambiente. Ha significato anche fare nuove conoscenze . Prima si veniva la domenica per pura passione , poi il secondo step , inizio anni 90, è stato quello inevitabile di diventare proprietario.”
Cosa vuol dire possedere un cavallo ? –“ Credo sia davvero il completamento naturale di un percorso di passione . E’ un qualcosa di splendido e non è facile descriverlo. Tante gioie insieme ad altrettante e forse anche di più amarezze. Si sa che è cosi ma quando un tuo cavallo transita per primo sul palo di arrivo che dire, una emozione fantastica che sovente ho condiviso con consoci del circolo che ho coinvolto in partnership. Ho conosciuto in quegli anni anche Caterina Vagnozzi che sovraintendeva alla pubbliche relazioni di Capannelle , frequentavo la bellissima Terrazza Derby dove convenivano tanti proprietari ed invitati. Ho avuto modo di conoscere ed apprezzare il presidente Enzo Mei e il direttore Elio Pautasso, mi intrattenevo spesso con Sergio Scarpellini del quale ho ottimo ricordo. Casualmente ho conosciuto Ersilio e Simone Bietolini in tribuna, tra una chiacchera e l’altra è nato un rapporto di fiducia che dura da trenta anni. Durante i quali abbiamo avuto diversi cavalli , uno o due alla volta, una passione discreta , vissuta molto intimamente ma con pienezza. Comprammo da yearling La Fondal e il nostro viaggio ebbe inizio…”
Fino a Rouzelet Sweety dunque ….-“ Si ma appunto diversi altri cavalli, certo anche quelli che non hanno combinato nulla ma di molti ho ricordo amabile perché ci hanno dato parecchie gioie e mi vengono in mente i nomi di Magnificant Mile, Montherland, Toudussac, Because the Night …. Certo sono cavalli di tutti i giorni , qualcuno si è tolto soddisfazione in qualche buon handicap ma vi assicuro che la gioia che un proprietario prova è sempre meravigliosa. “
Come quella televisiva di Rouzelet … “ Certo, lei è una figlia di Zanzibari, uno che a due anni si impose nel Cabourg, linea di Mr Prospector. Ha 5 anni , i nostri cavalli li accompagniamo per tutta la carriera che è sempre abbastanza lunga. Rouzelet sta vivendo un momento di forma superba, nelle ultime quattro corse due primi e due secondi. E’ una finisseuse dopo corsa molto alla attesa. Il suo scatto finale , nella sua categoria, è molto efficace e debbo dire che la amazzone che la ha improvvisata nel derby day è stata bravissima. “
E adesso ? –“ Un pò di relax e poi immagino che Rouzelet prenderà la strada per Napoli e la sua riunione estiva . Io invece faccio i conti con gli anni ma finchè ne avrò la possibilità i cavalli saranno parte della mia vita… Perché no… è una vera gioia….”