Sistema ippico. La parola d'ordine è Reset
Editoriale di Fabio Carnevali presidente di Assogaloppo: "Che il Sistema Ippico sia collassato è ormai (finalmente) chiaro a tutti. Che il tutto sia accaduto per chiara strategia è altrettanto evidente. Cosa fare?
Bisogna fare un “RESET” dell'intero SISTEMA. Da dove partire? Da considerazioni banali quanto rese occulte negli anni al punto che l'evidenza è diventata confusione.
Proviamo a schiarirci le idee e “spolverare” il campo da troppi malintesi con 5 domande e altrettante risposte.
DOMANDE :
• POSSIBILE CONTINUARE COSI'?
• COME CAMBIARE IL SETTORE SCOMMESSE?
• CHI SONO GLI ASSI PORTANTI DELL'IPPICA?
• CHI DEVE COMPORRE LA GOVERNANCE DELL'IPPICA FUTURA?
• QUANTI ANNI OCCORRONO PER RISORGERE? E COME?
RISPOSTE:
• No. Pochi soldi, poco pubblico, ormai pochi cavalli, poco interesse generale, pochi fantini, pochi allenatori, poche strutture,generalmente mal gestite, nessun investimento eccetera.
• Dando la concessione, e quindi affidando il rilancio e la riforma delle scommesse ippiche, ad un Concessionario Unico (con Bando Pubblico Europeo), che abbia l'esigenza di rimettere in carreggiata l'Ippica Italiana, pena la sua stessa sopravvivenza. Due entità, un'unica sorte.
• Gli Assi portanti dell'Ippica sono: il Proprietario di cavalli; l'allevatore; l'allenatore; (tutti e tre imprenditori sotto ogni profilo);i professionisti, e ogni soggetto che senza il cavallo da corsa non può interessarsi di ippica. Non lo sono gli ippodromi, che vanno considerati fornitori di servizi e trattati come tali. Questo e solo questo è il concetto che ristabilirà i giusti equilibri: chi fornisce servizi e lo fa male viene escluso dal mercato (e non assistito come finora accaduto a danni del Sistema intero e persino dei pochi ippodromi che lavorano con professionalità). Sarà pure ora di ricordare che gli ippodromi italiani attualmente costano al Settore ben oltre 60 milioni di euro l'anno presi dal Montepremi, più il contributo ricevuto da chi usa strutture in centri di allenamento (mai nemmeno soggetto a “calmiere” né a contrattazione alcuna con gli utenti..) in una realtà che vede un montepremi annuale che non oltrepassa gli 80 milioni. Semplicemente folle. Inoltre gli Ippodromi possono, come è evidente, “vendere” alternative alla “corsa”. Per questo il progetto “Lega-Ippica-Hippogroup-Slot” fa gola a quei 5 o 6 ippodromi che potrebbero tranquillamente fare a meno di noi. Un proprietario di cavalli da corsa, senza cavalli non è più un proprietario; un ippodromo senza cavalli vende scommesse d'azzardo, spazi per concerti, ristorazione ecc. Questo va bene se gestito fuori dalla “cabina di pilotaggio” dell'Ippica. In fondo è lo stesso concetto dell'esigenza del Concessionario Unico...
• dal precedente punto si evidenzia chi debba governare l'Ippica.
• Se c'è volontà politica con 3/5 anni potremmo farcela. Ma solo nei termini qui espressi.
Per ottenere tutto questo ci battiamo costantemente. Ultimo esempio l' assistenza per la presentazione di emendamenti alla “delega fiscale” nella quale, in merito al Riordino del Settore Giochi, è stata inserita illegittimamente e per l'ennesima volta la Riforma secondo la Lega-Slot.
Fabio Carnevali