Ostacoli a Maia, Paolo Favero firma la chiusura
UN AUTUNNO gentile ha magnificato l’ultima di giornata all'ippodromo meranese di Maia. Bel clima, bella gente e, soprattutto, belle corse. Lo annunciavano i presupposti, il campo ha mantenuto le promesse. E ha ribadito il ruolo di Favero trainer leader del nostro ostacolismo, anche sabato sulla cresta con tre affermazioni.
La più brillante nella corsa più appariscente, il Gran Criterium d’Autunno-Forst 1857, gruppo 1 con 88.000 euro di dote. Dove tutti attendevano un testa a testa fra Romis e Schliemann, e invece ha posto la sua impronta Giant Hawk. Sui 3.330 metri a Romis non è stata sufficiente la generosità con cui Romano l’ha portata a guidare la truppa per gran parte della marcia, ovvero fino a quando, a un chilometro dal palo, Giant Hawk ha rotto le indugi e aperto le ali.
Lo ha fatto gradatamente, togliendo il fiato ai rivali che hanno provato a rispondergli, primo fra tutti Schliemann che gli è corso dietro lungo la curva finale. Ma Bartos aveva fatto bene i suoi calcoli, saltata l’ultima siepe il suo Giant ancora vivace non ha avuto troppi patemi a liquidare il tentativo di Schliemann, secondo (e con potenziale a freccia in su), poi Romis ancora arroccata ad acciuffare la terza piazza, mentre quarto l’ospite austriaco Summernight Sky rendeva onore alla trasferta.
Il Premio Crème Anglaise, ex Lainate, ha suggellato la stagione premiando Asselin, e con pieno merito per il dormelliano, un inno all’eclettismo. Alle superbe performance in cross Asselin ha accodato questo steeple che lo ha riscattato dalla sfortunata caduta nel Gran Premio Merano Forst. Fuhrmann in quest’occasione ha colto l’attimo sulla piegata conclusiva rubando il tempo a tutti, sopravanzando il sorprendente Life is Life, coraggioso fino all’ultimo a provare a rientrare ad Asselin dopo corsa in costante avanguardia. Terzo, a debita distanza, Kandinskiy probabilmente provato dagli sforzi della stagione e dal peso difficile, davanti ad un Alba Reale stranamente opaca.
La classe dei due di Favero non è dunque stata sufficiente nel Crème Anglaise, differente invece il discorso nel Premio del Prato, prova in siepi che sulla carta presentava un equilibrio assoluto. Così non è stato perché, Satwa Duke, secondo della Gran Siepi del mese scorso, ha fatto valere le sue credenziali scappando a tutti e mettendo due lunghezze abbondanti davanti a Raffisio, che però occhio, è un “novellino” del mestiere e si è lasciato dietro tipi come Charccari, pluridecorato in compagnie nobili, Dar Said e Kamelie.
Satwa Duke ovvero Favero-Romano, stessa storia del cross Premio Cuomo dove Blanc de Blancs si è fatto un baffo dell’ostica perizia salutando Crocicchio, Salon de Provence (tripletta Favero, dunque) e Manacerace.























.jpg)



