Maltrattamenti, la Campania approva la politica FISE
LETTERA APERTA del dr. Vincenzo Montrone presidente del Comitato FISE della Campania: "Ho letto con molta attenzione la lettera del Presidente Nazionale Dallari, di recente pubblicata sul sito Federale, ravvisandone diversi spunti riflessivi. Primo tra tutti, come mai non vi sia stato un generale plauso da parte di tutti i Presidenti di CR. sulla forte posizione di condanna di atti di brutalità verso i cavalli.
In qualità di Presidente di comitato regionale, sento quindi il dovere morale oltre che etico di mettere a fuoco le problematiche che vengono sollevate analizzandole con la visione di chi si affaccia per la prima volta sulla scena politica-dirigenziale del nostro sport.
Nella prima parte della lettera il Presidente ribadisce la sua ferma posizione circa la condanna da parte della nostra federazione di atti di brutalità verso i cavalli. Ai più potrebbe sembrare superflua questa presa di posizione, ma il fatto che oggi nell’anno 2013 si debba parlare di difesa di un diritto dell’animale perché si verificano episodi di violenza e brutalità nel mondo equestre mi sconvolge e mi indigna.
Mi domando e vi domando: ci rendiamo conto che utilizzando mezzi coercitivi e atti di brutalità verso l’animale, seppure “giustificati?” a fini sportivi si tradiscono i veri valori dello sport?!
Lo sport, quello vero, quello lontano da pratiche di “preparazione e allenamento” illegali, quello indipendente da meccanismi economici e commerciali; questo è lo sport di cui la società ha bisogno, quello che insegna ai giovani a mettersi in gioco prima di tutto con sé stessi, quello che si pone come uno strumento primario per la cura della propria salute. Tutti affermiamo l’idea che lo sport debba essere considerato un mezzo di trasmissione di valori universali e una scuola di vita che insegna a lottare per ottenere una giusta ricompensa e che aiuta alla socializzazione ed al rispetto tra compagni ed avversari.
urtroppo l'agonismo esasperato da fattori economici, come si verifica in certi sport professionistici, fornisce ai ragazzi dei modelli sbagliati. L'antagonismo esasperato e la ricerca del successo con qualunque mezzo sono una vera e propria alterazione dei valori dello sport. Mi domando e vi domando: E’ questo quello che noi vogliamo? E’ questo che noi vogliamo che si insegni ai nostri figli?. Ben venga dunque un Presidente che riscopra valori che forse si stavano perdendo e che con forza, determinazione e coraggio affermi principi i cui detrattori sono da mettere al bando.
Quello che ha fatto il Presidente Dallari è un atto dovuto nel rispetto stesso dei regolamenti che noi tutti : Presidenti, Istruttori (oserei dire “Educatori”) ed atleti dobbiamo rispettare. Voler strumentalizzare quello che era un obbligo da parte della massima autorità sportiva abbassandolo a gesto puramente politico, discredita a mio giudizio chi se ne fa paladino e mina il mondo sportivo tutto.
I fatti e gli accadimenti di cui sono spettatore mi inducono a suggerire al nostro Presidente di inserire nelle Unità didattiche insegnamenti e programmi educativi sui valori Olimpici e sui valori sociali che lo sport vero è in grado di suscitare rimarcando i pericoli del doping, e del raggiungimento di risultati con qualunque mezzo illecito. Il Barone P. De Coubertin, padre delle Olimpiadi moderne, in un suo discorso dichiarò: «La tregua olimpica, che proteggeva gli antichi giochi, era rispettata e imposta in tutto il mondo ellenico. Noi abbiamo esteso i giochi al mondo intero. Forse possiamo estendere anche la tregua. Forse lo sport, col suo messaggio di lealtà e di cavalleria, avrà successo dove altre istituzioni hanno fallito». Pur nell’esaltazione romantica che lo caratterizzava, l’idea di De Coubertin di dar vita ad una competizione pacifica, del rispetto delle regole e della considerazione per l’avversario, è stata spesso presentata come un ideale valido non solo per lo sport,ma per l’insieme delle relazioni fra paesi.
Lo spirito del vero sportivo - atleta e spettatore - è stato codificato dal CIO in un apposito codice; alcuni punti dovrebbero essere tenuti a mente quando lo sport perde di vista il suo scopo e i suoi principi.
L’atleta è un vero sportivo quando:
* pratica lo sport per passione;
* lo pratica disinteressatamente;
* segue i consigli di coloro che hanno esperienza;
* accetta senza obiezioni le decisioni della giuria e dell’arbitro;
* vince senza presunzione e perdi senza amarezza;
* preferisce perdere piuttosto che vincere con mezzi sleali;
* anche fuori dallo stadio ed in qualunque azione della tua vita si comporta con
spirito sportivo e con lealtà.
Lo spettatore è un vero sportivo quando:
* applaude il vincitore, ma incoraggia il perdente;
* pone da parte ogni pregiudizio sociale o nazionale;
* rispetta la decisione della giuria e dell’arbitro anche se non la condivide;
* sa trarre utili lezioni dalla vittoria e dalla sconfitta;
* si comporta in maniera dignitosa durante una gara, anche se sta giocando la sua squadra;
* agisce sempre ed in ogni occasione, tanto dentro quanto fuori dal campo, con
dignità e sentimento sportivo.
Questi sono i valori in cui ci dobbiamo riconoscere. Chiunque se ne discosti non può essere considerato uno sportivo!. Leggo con sgomento ma non con meraviglia quanto di seguito evidenziato dal presidente Dallari. “Il Presidente è tornato poi sulle ultime denunce, in alcuni casi conosciute perché pubblicate da altri.
“Quello che mi chiedo oggi è: come mai queste segnalazioni di presunti maltrattamenti non sono arrivate tre anni fa, al momento in cui si sarebbero verificati i fatti, e arrivano solo oggi dopo che il Consiglio Federale, ratificando l’opportunità del provvedimento da me assunto, ha confermato il commissariamento del comitato lombardo? In verità – ha sottolineato il presidente federale – la risposta sta nel fatto che il nuovo corso federale sta attuando un vero e deciso cambiamento di rotta del nostro sport per consentirgli la rinascita che merita e l’ultimo CSIO Roma ne è una prova tangibile. L’avere manifestato da parte della FISE – con l’incondizionato appoggio sottoscritto dalla FEI – una tolleranza zero verso certi episodi e certi modi di concepire la formazione degli istruttori, ha evidentemente dissolto degli equilibri che sino ad oggi hanno retto il nostro mondo, un vecchio sistema basato su clientele e favoritismi, che ha arrecato anche gravi danni economici, e di immagine, alla Federazione e che non ha di certo fatto bene allo sport e alla collettività, ma che al contrario ha portato beneficio solo ed esclusivamente agli interessi di qualcuno. Di coloro che per organizzare eventi hanno utilizzato il nome della Federazione per accedere a contributi pubblici, senza poi rendicontarli, di coloro che hanno organizzato eventi sotto il nome della Federazione non rispettando gli impegni economici relativi ai premi previsti dai programmi approvati e portando discredito alla nostra Federazione, di coloro che non riusciranno più a vendere cavalli non idonei, camuffandoli da campioni, di coloro che, succede anche questo, si prestano per presentare oggi questa, domani quell’altra denuncia, a seconda delle necessità e dell’interesse, nascondendosi dietro blog o social network, o di chi, ancora, ha accettato a corsi federali persone, ignare di non avere i requisiti per la partecipazione, convinti forse che nel mondo dell’equitazione non ci siano regole. Tutti questi fatti hanno in un modo o in un altro arrecato un danno d’immagine ed economico alla Federazione e sui quali la giustizia federale e quella ordinaria stanno naturalmente indagando”.
Il cambiamento messo in atto dalla nuova gestione rispecchia la grandissima parte del mondo sano dell’equitazione e credo che tutti coloro che hanno responsabilità dirigenziale, gli istruttori, gli atleti e le loro famiglie debbano in questo difficile momento di transizione essere a fianco della Dallari che sta dimostrando saggezza, trasparenza e coraggio nel voler cambiare un sistema che stava portando alla deriva i valori stessi su cui poggia lo sport".
Dott. Vincenzo Montrone
Presidente CR. Fise Campania