Lo splendido Museo del Turf di Antonio Lupo
MILANO. In “L'età bella del mio galoppo”, novità del panorama editoriale legato al mondo dei cavalli, Antonio Lupo, penna raffinata del giornalismo ippico, allestisce un autentico museo del turf.
In queste sale fanno bella mostra i grandi protagonisti di mezzo secolo di ricordi, memorie che ti porti dentro per la vita, compresa quella telefonata del nostro Rudy Galdi, allora direttore del Cavallo, che manda quel giovane giornalista a Pisa per raccontare come i puledri scesi dal nord a svernare a Barbaricina preparano le classiche di primavera.
Quel tempo lieto tra i pini di San Rossore alla scoperta di un mondo e dei suoi personaggi, sarà un momento fondamentale della carriera giornalistica del ragazzo di Milano passato dalle domeniche allo stadio per seguire al Milan all'innamoramento per l'altro San Siro, la Scala del galoppo. Lupo regala al lettore quarantuno storie del purosangue che spaziano tra uomini e cavalli sconfinando in luoghi incantati come Newmarket e il polo Barbaricina/San Rossore, dove da giovane inviato ha respirato il profumo del turf nei mattini brumosi o dorati degli allenamenti.
Luoghi del cuore per quelle atmosfere, la purezza dei colori e l'incedere ritmato degli zoccoli dei purosangue. Come un grande curatore di mostre d'arte, colto, preciso e attento ai dettagli, da giornalista di razza Antonio Lupo ci conduce alla scoperta di campioni, di giubbe che hanno scritto la storia del nostro galoppo, valenti jockey e allenatori di classe e personalità.
Qui l'autore offre il meglio della sua capacità narrativa fissando sulla pagina i ritratti di questi trainer che ai cavalli hanno dedicato una vita: Giannino Miliani, Penco, Federico Regoli, Tonino Pandolfi, I Benetti, l'altro Regoli – Luigi – e ancora Galbiati, Ubaldo Pandolfi, Luigi Turner, Armando Renzoni, Luigi Camici, I Botti e non poteva mancare Sir Lorenz (Brogi, naturalmente).
Un parterre di maestri del turf che emergono nel loro tratto umano e professionale, ognuno diverso ed egualmente eccelso. Fuoriclasse assoluti, capaci di esaltare le potenzialità del materiale affidato da proprietari appassionati e illuminati e allenati su terreni ideali come le piste di San Rossore.
Nella parte finale del libro sboccia il cammeo di una colazione in riva al mare con un Enrico Camici appena ritiratosi. E' una conversazione tra amici quella tra il fantino di Dormello e l'inviato del Corriere dello Sport. Ne viene fuori una bella pagina di giornalismo con un Camici inedito, quasi sorprendente, lui di poche parole, nel raccontare le impressioni di una carriera straordinaria. Parole che sembrano ancora fresche d'inchiostro perché Lupo ha il pregio di raccontare in presa diretta, come in un eterno presente che rende vivo, direi luccicante il ricordo, cronaca da un lontano che è ancora forte nel cuore e nell'anima. Un libro che può essere richiesto direttamente all'autore, rintracciabile sul suo profilo facebook.
L' età bella del mio galoppo
Antonio Lupo
pagine 181
Euro 30