La Lega Ippica attacca due Ministri
e chiede le dimissioni di Ruffo
IL COMITATO PRE-LEGA Unione Ippica Italiana comunica: "Mai come ora dobbiamo stare uniti, mai come in questo momento è necessario mantenere la calma, evitare esasperazioni e lavorare sodo per cercare di rimediare all'ennesima “pugnalata” che il nostro Ministero di riferimento, con la complicità del Mef, ha dato al settore. Giovedì 31 gennaio, il giorno precedente la manifestazione romana e, soprattutto, in gran segreto, i ministri Catania e Grilli hanno firmato un Decreto che, se dovesse essere attuato, significherebbe la fine dell'ippica italiana.
Secondo le disposizioni contenute nel provvedimento, i debiti contratti da Assi nel 2012 saranno “spalmati” in tre anni e saranno pagati dal settore stesso con una decurtazione del montepremi: 13 milioni e 100 mila euro saranno tolti dal 2013 (gli altri 16 milioni e 900 mila dal fondo cassa 2013), 30 dal 2014 e 37 dal 2015. In pratica, si paga il debito con i soldi del creditore. Bella operazione! Ma come si fa a risparmiare tutti questi soldi? Semplice: si riducono le corse, tanto, come sta scritto sul Decreto, si possono comprare le corse estere, che costano solo il 3 per cento del movimento... Senza dimenticare che, se abbiamo la fortuna (!) che non riaprano Roma, Milano e Napoli, “si avrebbe – come recita il Decreto – una riduzione di spesa di euro 10.414.500”. Ma, allora, Ministro Catania, lo dica chiaramente che vuole che l'ippica chiuda e non se ne parli più...
A fronte dei tagli che gli operatori dovrebbero sopportare, gli ex dipendenti Assi, che, evidentemente, sono a nostra insaputa una specie in estinzione degna dell'attenzione delle associazioni umanitarie, avranno invece un trattamento con i guanti bianchi: se lo stipendio che percepiranno sotto al Ministero fosse inferiore a quello che prendevano con l'Assi, riceveranno un assegno ad personam per la differenza... Sarà anche una procedura di legge, ma, francamente, vista la situazione, ci pare veramente di cattivo gusto...
Lo ribadiamo con forza! Il settore dell'ippica, che il Ministro Catania vede come un fastidioso orpello di cui liberarsi, è invece una grande RISORSA italiana: migliaia di ettari di terreno dedicati all'allevamento non sono una risorsa? Il cavallo italiano, che è una delle razze migliori al mondo, non è una risorsa? Una cultura e una tradizione centenaria non sono una risorsa? Migliaia di operatori che lavorano nel settore e pagano le tasse, non sono una risorsa? Ministro, glielo chiediamo per la seconda volta: se la sente di passare alla storia come colui che ha compromesso in modo determinante l'esistenza di un comparto, decretando la morte di migliaia di cavalli, un prolungarsi delle liste di disoccupazione di almeno 50 mila unità e la perdita di un patrimonio enorme dal punto di vista della produzione allevatoriale? Se la sente davvero?
Ma chi ci ha portato a questo? Guardiamoci in faccia: non solo il ministro, ma anche tutti i nostri rappresentanti che, nel corso degli anni, non hanno saputo fare il loro mestiere. E allora, a questo punto, cosa fare? Dopo averlo denunciato penalmente, chiediamo con forza le dimissioni del Dirigente Delegato Francesco Ruffo Della Scaletta, che ha gravemente peccato in materia di trasparenza e non ha saputo svolgere come doveva il suo ruolo, pensando unicamente a salvare la poltrona e il suo lauto stipendio, al quale, fra l'altro, ha aggiunto anche un premio di produzione (!) di 75 mila euro... Chiediamo le dimissioni di tutti i rappresentanti di categoria, perché si arrivi a costituire così un numero mimino di associazioni che rappresentino il settore in maniera moderna, efficiente e imprenditoriale e che sappiano guardare avanti con la voglia e la preparazione necessarie per costruire la nuova ippica. E, infine, a tutti gli operatori, chiediamo di andare avanti con le manifestazioni, che ci hanno dato la necessaria visibilità per arrivare un po' più vicini al Palazzo. Sappiamo che la disperazione, che è vera e enorme, ha esasperato gli animi, ma a tutti coloro che parteciperanno a dimostrazioni di piazza chiediamo anche di proseguire sulla strada della civiltà che tutti gli uomini e le donne del settore hanno dimostrato fino ad ora. L'opinione pubblica sta iniziando a capire che cosa ci sta succedendo, i nostri cavalli e la nostra gente è stata apprezzata per il modo in cui si è proposta ed è necessario proseguire su questa strada.