Il cavallo, connessione virtuosa tra turismo e territorio
Verona - Contenuti di alto profilo e spunti di riflessione senza soluzione di continuità all’incontro di ieri in casa della rete di imprese Final Furlong dal titolo “Il cavallo protagonista della mobilità sostenibile dalla ruralità alle città”.
“È sempre difficile comprendere appieno la sostenibilità - ha spiegato Federico Massimo Ceschin, Simtur -. Non ci rendiamo conto quanto, anche solo inviando un semplice whatsapp, si contribuisca a determinare un impatto sull’ambiente. Tema fondamentale è oggi lo sviluppo di forme di viaggio compatibili con l’ambiente. Inoltre, è necessario creare un patto tra coloro che si muovono e i territori sui quali va lasciata un’impronta più ecologica. L’Italia è stata storicamente la prima destinazione di turismo al mondo ma ora sta perdendo posizioni: dunque, c’è qualcosa che non va. Non sono più sufficienti le città d’arte e il mare, occorre immaginare che oltre a tutto questo c’è molto di più. Ciò che attraverso il cavallo proponiamo non è diminuire l’attenzione al balneare ma di considerare che accanto c’è tutta l’Italia meno conosciuta l’Italia con tutti i suoi prodotti e le sue culture. Ripartiamo dalla campagna, dalla lentezza per immaginare un turismo più sostenibile e una qualità della vita migliore per le persone che vi risiedono”.
Daniela Cavallo, esperta di destination marketing, ha focalizzato l’attenzione della platea partendo dal tema del rispetto.“Il territorio è un sistema vivente che va rispettato, in continua trasformazione, processo che dobbiamo, appunto, cavalcare unendo le competenze alla sostenibilità per rispondere con puntualità a domande ben precise. Il cavallo non è uno strumento ma il ponte e l’occasione per poter recuperare la relazione con il territorio. Permette di creare una narrazione del territorio. Il lavoro che dobbiamo fare è molto umile, ovvero prendere coscienza delle nostre possibilità e creare co-valore insieme, costruire un processo innovativo di sviluppo nel quale gli abitanti sono i primi stakeholder per valorizzare il territorio”.
“Concordo sul fatto che il cavallo non vada ridotto a mero mezzo di trasporto ma sia un intermediario della relazione tra l’uomo e l’ambiente - ha spiegato Raffaele Cherchi, Agris Sardegna -. E confido che il nuovo turista si formi il più velocemente possibile, diventando qualcosa di diverso dal consumatore. L’offerta esperienziale che il mondo del cavallo può offrire è molto profonda e mette in relazione la persona con l’intimità delle comunità che va visitare, l’ambiente che va esplorare, nel quale l’animale è elemento fondamentale. Il cavallo è, per la nostra isola, uno degli strumenti più importanti di promozione, essendo parte del nostro paesaggio rurale e primattore di quell’apprezzamento più profondo e sentimentale del territorio. La Sardegna paga purtroppo ancora dei ritardi rispetto a questo tipo di impostazioni innovative del settore e l’agenzia che rappresento si occupa di gestire il comparto equino a 360 ma non ha la competenza sullo sviluppo equituristico. Il salto di qualità verso una visione organica del turismo lento oggi va fatto non solo perché giusto ma perché necessario”.
“Per noi di Horse Touring, portale internet che vende esperienze di viaggi a cavallo e retista di Final Furlong, una delle difficoltà è reperire sul mercato italiano un’offerta qualitativa - ha aggiunto Roberto Leonardi - e la causa di questo sottosviluppo è complessa, contemplando anche un ginepraio legislativo. Il turismo equestre crea una filiera lunga e va sottolineata una connotazione emozionale che deriva dal fatto per chi sceglie questa tipologia di vacanza ha già un’inclinazione verso forme di turismo che lasciano un indotto armonico sul territorio”.
“In Italia serve un patto valoriale per il territorio - ha aggiunto Ceschin - che, con il cavallo al centro, spazi dall’ente pubblico fino alla guida escursionistica locale. Se osserviamo con attenzione ci rendiamo conto che il lavoro necessario è alla nostra portata e credo che già diversi esempi virtuosi possano essere individuati”.
Come rete di impresa - ha concluso il ceo di Final Furlong Maurizio Rosellini - siamo riusciti a creare un momento di confronto altamente qualitativo. È vero che la politica, oggi, è la barriera contro la quale si infrangono molte idee ma se non proviamo tutti insieme, professionisti di diverse competenze, a sfondare questo muro non riusciremo mai a sviluppare progetti concreti. Ci sono solamente due cose che non tornano mai indietro nella vita: una freccia scagliata e un'occasione perduta diceva l’imprenditore Jim Rohn. Invito tutti a dare continuità alle volontà espresse oggi e confermo la nostra piena disponibilità come rete di imprese a lavorare tutti insieme nella stessa direzione nel solco della passione e della straordinaria opportunità che il cavallo rappresenta in termini di moltiplicatore economico”.