G.P. Encat a Firenze? Torino non ci sta
TORINO. Nel 2013 l'ippodromo di Vinovo ha svolto il ruolo di locomotiva d'Italia. L'impianto torinese ha aperto il suo fattivo operare facendosi carico di proseguire la tradizione importante delle grandi corse di quello che era il calendario milanese. E proprio lo scorso 19 gennaio quel percorso virtuoso, di tenere alta la barra, allestendo al meglio lo spettacolo e promuovendo sul territorio ogni grande corsa, con iniziative e spazi sui media, avviò con il Gran Premio Encat, una classica nata nel 1930 e riservata agli indigeni sulla distanza del doppio chilometro.
Ebbene, secondo alcune veline del calendario 2014 che circolano tra gli addetti ai lavori, quella corsa a gennaio si disputerebbe all'ippodromo fiorentino del Visarno e non più sulle diritture di Stupinigi.
Guido Melzi d'Eril ha colto l'occasione per la colazione dello scambio di auguri natalizi per esprimere tutta la sua rabbia e rivendicare il ruolo primario della piazza torinese, che nella prossima stagione dovrà difendere il proprio calendario anche da un'invadenza di Albenga, che pretende di estendere il proprio pacchetto di giornate al trotto facendo concorrenza alla vicina pista sabauda.
Lo sgarbo dello scippo dell'Encat a favore di Firenze non è andato giu' all'amministratore delegato di Hippogroup torinese che non le ha mandate a dire e ha commentato: "L'Encat a Firenze significa una corsa di grande tradizione spostata su una pista mediocre", aggiungendo anche di essere deluso dal comportamento di Cesare Meli, figura di riferimento dell'impianto gigliato.
Il Mipaaf con questo goffo procedere nella compilazione del calendario 2014 sembra voler ancora accontentare gli interessi particolari di qualche pista a vantaggio di altre, dimenticando di rilanciare un progetto che abbia alcune certezze. Ad esempio chi come Torino ha salvaguardato l'attività di alto livello sostituendosi a San Siro trotto e sostenendo sacrifici e investendo risorse, meriti ben altro trattamento. Che si rimedi a questa clamorosa gaffe, tornando indietro prima della pubblicazione ufficiale del calendario.
Una cosa è ben evidenziarla. Senza Torino che ha preso in carico l'attività di Milano il trotto sarebbe diventato uno sport dell'Italia centrale, tra Bologna, Cesena e Firenze, sparendo dal grande nord, cioè dal luogo dove poi sono concentrati anche gli allevamenti più' importanti.