Ferragosto al Sesana, la poesia del trotto
Eccola, in una valle a pochi chilometri dal mare e accarezzata dalle colline, Montecatini, terra di trotto nell'alveo di una splendida città termale con una tradizione di grande hotellerie. Elegante con il suo liberty, meta negli anni Cinquanta e Sessanta di attori e dive del cinema e di principi, quelli di Monaco, in viaggio di nozze, oggi Montecatini è una Città che sportivamente ama l'ippica e basket, addirittura con due squadre cittadine nel pieno dell'entusiasmo: il derby valido per la promozione in serie B che ha riacceso passioni per la palla a spicchi che erano sopite, dopo i formidabili anni di Andrea Niccolai e Mario Boni con i rossoblù a giocare partite di A anche contro i rivali di sempre, quella Pistoia separata da un monte e da una galleria ferroviaria.
In agosto Montecatini diventa la città dei cavalli e dopo averci regalato la fantastica serata - meravigliosa sul piano culturale - delle pariglie con anche la ciliegina del trotto montato, ecco che il Sesana con il suo tappeto di sabbia rifatto in tempi brevi, è pronto al suo gran galà. I telefoni hanno squillato a lungo lunedì mattina nella segreteria tecnica dell'ippodromo, display con i partenti del giovedì ma anche quel magico foglio stampato su carta intestata e quel cavallo di Leonardo in rosso a guardare dall'alto la lista che tutti gli appassionati aspettavano. Ecco le due batterie della grande kermesse di Ferragosto, c'è Vernissage Grif, il biondo figlio di Varenne e Dalia Grif di nuovo in gita alle Terme per tentare di raggiungere nell'albo d'oro Tornese, che qui vinse tre volte mentre il primatista del prix sotto le stelle di mezza estate è Mack Grace Sm. Già il campione di Lucio Colletti capace addirittura di concedersi un poker sul mezzo miglio del Sesana. Nella batteria di Vernissage c'è una femmina che va come un Freccia Rossa, o se volete, come Italo, quella Akela Pal Ferm del team in gran spolvero, Gennaro Casillo al training, Antonio Di Nardo in sulky. Francesco Paolo Caruso, il proprietario della cavalla che parte più veloce di tutti in Italia, freme per il tentativo nel Gran Premio della sua pupilla, tanto che verrà in Toscana in buona compagnia, un tavolo da 12 è prenotato a suo nome al ristorante panoramico dell'ippodromo, la postazione ideale per vedere le corse, in compagnia degli amici con i quali si è scelto di passare una serata particolare, scintillante, per l'adrenalina di quel 'due batterie e finale' che Montecatini ha adottato come formula di corsa dal 1997.
A Ferragosto si corre il Gran Premio dal 1973, prima si disputava ai primi d'agosto. L'ultimo successo in rosa nel Ferragosto di Montecatini è datato 2015, fu Orsia ad imporsi. Vincerò Gar è un terzo nome di fascino, un cavallo che sta correndo bene e che ha i suoi estimatori anche per le doti di combattente dell'otto anni che avrà in sediolo Pietro Gubellini. La seconda batteria ha il nome del potenziale vincitore in Cokstile, perché è un campione di livello internazionale. E' stato ospitato a Migliarino nei giorni di vigilia, con la sua lad abituale a seguirne la preparazione chiusa da un convincente warm up sulla pista di Follonica. Lo guiderà Vincenzo Piscuoglio Dell'Annunziata. Deimos Racing è un veterano del Gran Premio, se i conti sono giusti è alla quinta presenza nella festa di mezza estate in Valdinievole. In questo heat c'è anche un cavallo che arriva da lontano, si tratta dello svedese Diamanten, guida d'autore, quella di Brian Goop e un solo precedente italiano, l'Orsi Mangelli disputato a tre anni da favorito e chiuso con percorso sfortunato.
Sarà l'edizione numero 70 della corsa dell'anno per gli amici del Sesana. UNA GRANDE STORIA - Era il 9 agosto del 1953: nasceva il Gran Premio Città di Montecatini. Il favorito aveva un nome che era tutto un programma, Birbone, e venti metri di vantaggio perché era italiano: regola sciovinista, che oggi è solo un ricordo. Aveva il nome giusto e quei venti metri, ma si fece fregare come un pivello da un outsider americano, Tryhussey, lanciato verso la rimonta dalle redini lunghe e sapienti del maestro napoletano Umberto D’Errico. Era la prima edizione del Città di Montecatini. Oggi lo chiamano tutti Gran Premio di Ferragosto ed è diventato una fabbrica di miti in questa città senza dimensioni, piccola nell’estensione e grande negli eventi, vanitosa e innamorata perdutamente di se stessa. Ma anche unica, come la sua corsa più bella.
Birbone si fece beffare, quell’agosto del 1953, ma imparò la lezione e vinse due volte, nel ’54 e nel ’55. Tornese, il più grande campione espresso dal trotto italiano prima dell’era Varenne, al Sesana vinse 3 volte, sempre guidato da Sergio Brighenti. Il pilota in sediolo sulla pista termale ha alzato le braccia per cinque volte, il suo grande rivale Vivaldo Baldi sette. Ineguagliabili, grandi personaggi prima e dopo le corse. Crevalcore, il diavolo nero di Vivaldo, vinse il Gran Premio nel 1959 e nel ’61 e quando finì la carriera fu ospitato da Licia Giusti in una magnifica villa-fattoria ai margini del Padule dove poteva muoversi liberamente e mangiare ciliegie dagli alberi, come amava fare.
Il doppio successo riuscì negli anni Settanta anche all’americano Wayne Eden, passato alla storia come “il cavallo rapito”. Sparì nel nulla dopo la vittoria nella notte del Ferragosto del 1975, otto giorni dopo fu ritrovato a Montescudaio. Wayne Eden tornò a correre e a vincere da fuoriclasse straordinario. Un altro grande americano Timothy T, il vagone nero che scese dall’aereo all’arrivo in Italia dopo una intensa carriera negli States, sembrava perso per le corse e che Giancarlo Baldi recuperò all’attività agonistica: trionfò al Sesana nell’edizione 1974 e fece tremare in una indimenticabile volata sulla pista di Modena il più forte di quell’epoca, il monumentale normanno Bellino II.
Poi arrivarono gli anni Ottanta e il prix di mezza estate a Montecatini, come il Gran Premio Duomo che in giugno si correva alle Mulina, fu il teatro della rivoluzione portata dai cavalli scandinavi. Nel training, nei sulky e nella vestizione. Settant'anni dopo la città delle acque, dove se passeggi sul suo boulevard, il viale Verdi, ti immagini i bambini di ieri che hanno mimato le gesta di Vivaldo e Nello, e quelle, facendo rotolare una palla da basket, di Boni e Niccolai, è pronta a prendersi ancora la scena. Con quei cavalli che su quelle curve sembrano volare ancora dopo essersi lanciati dietro la macchina e quel sospiro, quel boato che si prepara allo scatto del proprio beniamino in terza ruota sulla dirittura di fronte. Chiudi gli occhi e senti ancora un 'Vai Nello' che sa di poesia, quella del cavallo e del trotto in una città dove è ancora bello vivere e passeggiare.