Corse clandestine e palii, il Governo mette un freno
A ROMA il compito di dare il via alla conferenza stampa di presentazione dell’ordinanza del Ministero della Salute contro le corse clandestine e le manifestazioni equestri non autorizzate è stata affidata ad un video che ha colpito i presenti come uno schiaffo in faccia. Dalle immagini tenere di cavalli al prato o da quelle comunque emozionanti che vedono il binomio uomo-cavallo impegnato in alcune delle tante gare presenti nel panorama ippico ed equestre, si è passati a quelle di cavalli morenti sull’asfalto. Quando si sono accese le luci nella sala, vi era solo silenzio. Un silenzio che ci aguriamo suoni di monito a quanti ancora continuano a condividere, praticare o promuovere (nel nome di una ipotetica “tradizione”) manifestazioni non soltanto incivili, ma anche lontanissime dalla sensibilità moderna.
“ Ho voluto che venisse proiettato questo video - ha detto il sottosegretario Francesca Martini – perché ritengo possa spiegare, meglio di tante parole, il senso della mia ordinanza”. Ed ha avuto perfettamente ragione.
Si tratta di un provvedimento che diventerà operativo immediatamente dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (circa un mese). Dovrà costituire la base per un disegno di legge che vada a coprire il vuoto legislativo che rendeva questo tipo di manifestazioni praticamente terra di nessuno.
Molti gli elementi interessanti presenti nell’ordinanza, tra questi la creazione della figura di un tecnico (formato con un corso specifico) che sovraintenda alla preparazione del terreno di gara, alle paratie e a tutti gli accorgimenti necessari a ridurre al massimo i rischi per uomini e cavalli.
Con la grinta che le è abituale, il sottosegretario Martini ha chiesto alla FISE e all’UNIRE ( rappresentati rispettivamente dal presidente federale Andrea Paul Gross e dal vice presidente Unire Generale Filiberto Cecchi) sostegno e collaborazione tecnica: e la risposta è prontamente arrivata. I due massimi enti del “mondo del cavallo” hanno infatti messo a disposizione del Ministero cinque esperti per uno al fine di preparare quanto necessario per dare il via ai corsi di formazione. Ora speriamo che si attivino anche al massimo per aumentare i controlli e sviluppare cultura e conoscenza delle necessità etologiche dei cavalli all’interno degli ambiti specifici di loro competenza. Agli occhi della gente comune, infatti, il mondo del cavallo è precepito in modo unitario…e ciò che accade in un palio di paese colpisce ciascuno di noi come immagine pubblica negativa e come conseguente condanna etica. Forse sarebbe bene che cominciassimo tutti a tenerlo a mente.
Non a caso, infatti, l’iniziativa della Martini è proseguita proponendo una “Carta Etica della tutela del cavallo” che ogni cavaliere, degno di questo nome, dovrebbe impegnarsi a rispettare. Si tratta anche qui di alcune “linee guida” su ciò che assolutamente non va fatto o se vogliamo metterla in positivo, su quali siano i comportamenti corretti da intraprendere nei confronti del proprio compagno di gara o di passeggiata. Ciascuno di noi potrà poi aggiungere dell’altro sulla base della propria esperienza e della propria sensibilità.
E’ indiscutibile che nel vuoto di cultura equestre che ci circonda quella di oggi sia una iniziativa non solo lodevole, ma della quale si sentiva la necessità. Ci sarebbe piaciuto però che al tavolo di presentazione si fosse giunti con quella Carta Etica già fatta propria dalle associazioni che governano il mondo ippico ed equestre, le uniche in grado di farla sottoscrivere a tutti gli “addetti ai lavori”. Forse ne è mancato il tempo, ma ci auguriamo che ciò che non si è potuto fare oggi, venga realizzato il più celermente possibile….altrimenti si potrebbe pensare che al di la delle belle parole continui a rimanere soltanto il vuoto.