''Ciao Angelo... Angelo nostro''
Per quattro anni ha vissuto con quella tenace determinazione, con quello spirito, un po’ bohemienne e un po’ goliardico, accanto a tutti noi. Senza lamentarsi, soprattutto. Poi, la malattia che lo aveva minato nel corpo, non nello spirito, ha avuto il sopravvento.
E così Angelo Bartoli, Angelo mio o nostro, così il più delle volte lo si appellava nel tentativo, sovente vano, di attirare la sua attenzione nelle giornate che precedevano l’apertura di Fieracavalli. Già perché il cavallo, e Fieracavalli in particolare, era il suo mondo, la sua passione. Una di quelle “malattie” per le quali aveva messo al servizio tutto se stesso. La sua intelligenza, la sua fame di conoscere, la sua determinazione di valorizzare il territorio, i presidi gastronomici e enologici, in cui viveva. Un antesignano, un convinto fautore, nel voler fare suo ”terroir” uno spazio speciale dove turismo, socializzazione, generosità, ospitalità, calore umano divenissero un tutt’uno.
Un calore che trasmetteva nei rapporti umani, specie con quel gruppo di amici che lo accoglievano a braccia aperte ad ogni appuntamento della sua Fiera,
Fieracavali era, d’altro canto, il suo mondo, il suo palcoscenico, lo scenario per le sue proposte nelle quali materializzava, come nel caso della ricostruzione della “biga etrusca di Vulci”, la scenografia delle sue illuminanti idee, frutto di ricerche sempre più approfondite, come lo fu l’antesignana offerta delle vacanze con possibilità di trekking archeologico.
Una poliedricità di interessi e attività che ne hanno fatto uno dei più convinti fondatori del Museo del Cavallo di Blera, il sostenitore dell’Università di Agraria locale, ma anche il più stimolante collaboratore e amico di Verona, dei manager che presidiavano l’organizzazione di Fieracavalli sin dalle sue prime edizioni nel cui ambito, consolido la presenza e l’attiva partecipazione, dei butteri della Maremma laziale.
Una vita caratterizzata da un grande attivismo ma anche da una modestia senza pari. E questo era, e rimane per gli amici e per quanti lo hanno conosciuto, il tratto saliente del suo carattere, di un modo di essere e di affrontare la vita rendendola “leggera” a se stesso e per quanti lo frequentavano. E così è stato anche per questi ultimi quattro anni. Ora che sei andato via caro amico non possiamo che augurarti “Buon viaggio” con l’augurio che presto potrai ritrovarti con Roberto, Angelo, Gigi, Piero, tuoi sodali e anfitrioni di Fieracavalli alla quale hai donato quel “soffio” di gioviale condivisione che le mancherà tanto.