Cavallo 'terapeuta' è d'accordo anche la psichiatria.
DISORDINATI, DISTRATTI, DISATTENTI: sono i bambini ADHD, colpiti da disturbo di iperattività e deficit di attenzione. Di loro si è occupato il primo convegno L’Ippoterapia e le sue applicazioni, nell’ambito della quarantunesima Mostra Nazionale del Cavallo. Le origini: genetiche, almeno a livello di predisposizione; le cure: psicofarmaci, sotto strettissimo controllo del team diagnostico, ma anche il supporto psicologico e le coterapie, per un approccio che appare tanto più efficace quanto 'multimodale' e basato su una diagnosi precoce.
Quanto alla validità, tra le molte coterapie, di quella con il cavallo, è interessante lo studio che al centro di riabilitazione equestre Vittorio Di Capua dell’ospedale milanese Niguarda segue alcuni bambini ADHD, cercando di stabilire se e come l’attività con il cavallo sia utile in questo tipo di patologia,. L’ipotesi è che essa possa facilitare il contenimento emotivo oltre che fisico dei pazienti.
Organizzato in collaborazione con AIFA Onlus, che riunisce le famiglie con bambini ADHD, il convegno vede l’intervento di genitori di ragazzi ADHD: uno di loro è seguito proprio al Niguarda, e il suo percorso, i primi sette mesi, sono illustrati in un video. La presidente AIFA e il referente umbro raccontano invece la fatica quotidiana di una famiglia con un bambino ADHD e la battaglia controcorrente per l’accesso a farmaci che possono drasticamente migliorare le condizioni di vita dei piccoli pazienti, con la speranza di un recupero o quanto meno di una limitazione delle conseguenze negative. Importante un approccio pedagogico-clinico qualificato.
Sul versante equestre, la presentazione delle attività del dipartimento di Riabilitazione Equestre FISE, anche in sinergia con il settore Volteggio, segue l’introduzione ai concetti definiti e applicati nella zooantropologia, che studia l’interazione uomo-animale come relazione mediata culturalmente e professionalmente. La'dimensione relazionale' che si crea in questo modo tocca tutte le aree della percezione di sé e del mondo, e diventa un veicolo di cambiamento per chi partecipa alla relazione. Nello specifico dei bambini ADHD, la relazione con il cavallo attiva le aree affettiva e sociocomunicativa, determinando una maggiore sicurezza e capacità esplorative e quindi un diverso punto di vista su di sé e sugli altri.
L’intervento conclusivo, a cura della presidente ANIRE, chiede chiarezza: nella terminologia e ancora di più nelle pratiche, sottolineando una esigenza emersa da più parti durante il convegno e confermata nel dibattito finale.
Gli operatori del settore sanno bene che nella cosiddetta ippoterapia confluiscono molte pratiche, che spaziano dallo sport alla salute. Alle attività di tipo sanitario manca una validazione scientifica che sfoci poi in un riconoscimento giuridico, a tutela di utenti, figure professionali e cavalli.In attesa di chiarezza normativa per tutte le aree, l’équipe multidisciplinare resta forse la migliore garanzia della qualità dell’intervento.