Aachen, Olanda sul podio...chi mai la fermerà?
Secondi all’Olimpiade di Londra 2012. Campioni del Mondo l’anno scorso a Caen in Francia. Campioni del Mondo individuale con Jeroen Dubbeldam l’anno scorso sempre a Caen. Campioni d’Europa il 21 agosto di quest’anno ad Aachen. L’Olanda si conferma la nazione più forte quando si tratta di saltare gli ostacoli. E non si tratta di miracoli o di exploit.
Il trionfo in Germania come quello dell’anno scorso in Francia ha un’origine lontana che si chiama e si scrive programmazione, termine abusato troppe volte in altri lidi equestri, ma che da quelle parti ha un significato ben preciso. Vuol dire scelta dei cavalli molto accurata – beati loro che possono scegliere ma bisogna saperlo fare – preparazione atletica e fisica degli stessi animali al limite della maniacalità, abbinata alla preparazione fisica e psicologica dei cavalieri altrettanto minuziosa.
Vuol dire rotazione dei cavalli nei vari concorsi per arrivare con quelli giusti agli appuntamenti che contano, vuol dire coraggio nel far fare esperienze importanti ai cavalieri più giovani senza paura di brutte figure. E vuol dire anche una perfetta gestione della squadra con la decisione dell’ordine di entrata in campo. Tutte cose che sembrano banali e che forse tutti si illudono di fare ma quando si ottengono risultati così clamorosi vuol dire che tutto è stato fatto con ordine e perfezione.
Jeroen Dubbeldam (47 anni), Maikel van der Vleuten (27), Jur Vrieling (46) e Gerco Schroder (37) sono i quattro nuovi Campioni d’Europa, ma sono anche i quattro Campioni del Mondo del 2014, e tre di loro, Schroder, Vrieling e van der Vleuten sono i vicecampioni olimpici 2012 (c’era Marc Houtzager al posto di Dubbeldam). E quello che impressiona è la cifra tecnica dei risultati: 8 penalità a Londra, 12 a Caen, 8 ad Aachen.
Detto dei fenomeni orange qualche riga va dedicata alla Svizzera che partita dal gruppo B dopo due giornate di gare è salita sul podio, medaglia di bronzo, recuperando tante posizioni ed approfittando della pressione di tanti campioni che nel percorso decisivo hanno commesso errori impensabili, Michael Whitaker e Kevin Staut per esempio. Che però hanno premiato la volontà e la bravura della formazione elvetica che alla vigilia non era proprio tra le favorite né per una medaglia né per la qualificazione all’Olimpiade brasiliana del prossimo anno. Romanin Duguet, Paul Esterman, Janika Sprunger e Martin Fuchs hanno davvero compiuto un capolavoro. Bravi bravi.
Infine la Germania, la squadra padrone di casa. Seconda ma delusa, delusissima se si potesse dire. Ed in questo caso si può dire, guardando le facce dei cavalieri tedeschi alla fine della gara. Ritrovarsi secondi dopo il primo errore di Daniel Deusser – non certo uno qualunque anzi – l’ultimo dei teutonici ad entrare in gara è stato un colpo tremendo. Assistere alle tredici penalità di Schroder sapendo che non contavano per l’oro è stata una mazzata per il Main Stadion di Aachen, arena meravigliosa come sanno gli appassionati di equitazione, che ha sperato fino all’ultimo di poter festeggiare una vittoria che molti davano se non per scontata, quanto meno possibile. Eppure gente come Ludger Beerbaum, Meredith Michaels-Berbaum, Christian Ahlmann e lo stesso Deusser ha sentito la pressione di dover vincere in casa. Come capita in tutti gli sport. Ma nel salto ostacoli gli atleti sono due e bisogna saper gestire due teste e lavorare come se fosse una sola. E non sempre è facile anche quando si è campionissimi.
E l’Italia? Beh…ne parliamo domenica,meglio.