1868-2024: la Antica Fiera che racconta anima rurale di Tornimparte
Ogni anno, dal 1868, la comunità di Tornimparte (L’Aquila) rinnova un rito antico, carico di storia e tradizione, che oggi più che mai risuona come un simbolo di tutela del territorio e della biodiversità locale.
L’Antica Fiera, nata come momento di incontro per gli allevatori delle frazioni del Comune, inizialmente destinata allo scambio e alla vendita di animali da allevamento in vista dell’inverno, ha assunto con il tempo una funzione più ampia e profonda.
In origine, la fiera si teneva alla fine di ottobre, legata alla festa religiosa della Madonna dell’Addolorata, protettrice dei tre terzi di Tornimparte — Villagrande, San Vito e San Nicola — cui si aggiunse Rocca Santo Stefano su decreto di Gioacchino Murat.
Ogni terzo ricevette una porzione di montagna con pascoli, boschi e sorgenti, un gesto che non solo favorì una gestione sostenibile delle risorse naturali, ma preservò anche l’unità del territorio.Questa saggezza antica, che vedeva la comunità pastorale impegnata nel razionalizzare le risorse montane, è oggi una lezione preziosa per la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità.
Nonostante il progressivo mutare dell’attività originaria di compravendita del bestiame, l’evento mantiene intatti il suo fascino e i suoi valori trasformandosi in una vetrina della biodiversità locale.
L’evoluzione verso una visione contemporanea guarda con attenzione a preservare del territorio e delle sue ricchezze naturali nel rispetto del benessere animale.
In un mondo in cui l’equilibrio tra uomo e natura è sempre più fragile, l’Antica Fiera di Tornimparte si propone come esempio virtuoso di come le tradizioni possano essere strumenti per la difesa del paesaggio e della biodiversità.
2024: un’edizione dell’Antica Fiera di Tornimparte ricca di appuntamenti
1868-2024: la Antica Fiera che racconta l’anima rurale di TornimparteUn ricco programma che ha preso il via dal 15 ottobre con la mostra mercato del bestiame (un necessario richiamo alla tradizione), il mercato, gli stand culturali, e si svilupperà fino al 20 ottobre.
“Siamo fermamente convinti che L’Antica Fiera abbia un elevato potenziale da esprimere” – concludono Fiori e Carnicelli – “a patto di adeguare il suo modello alle nuove dinamiche che interessano l’agricoltura e la zootecnia delle Aree Interne e, più in generale, l’interno sistema economico e sociale di questo Territorio”.
Mercoledi 16 Ottobre, ore 15.00 – Sala Consiliare “G. Irace” a Villagrande di Tornimparte“Confeziona il tuo Tombolo” – Una lezione di tombolo a cura dell’Associazione “Il Tombolo Aquilano”
Giovedi 17 Ottobre, Scuola Primaria “Gigante-Porto”L’Antica Fiera a Scuola – “Conosciamo il mondo delle Api”, Organizzato dall’Associazione “Le Api nel cuore”
Venerdi 18 Ottobre, ore 17.30L’Arte in Fiera: inaugurazione della mostra “Qui in Abruzzo”, a cura di Tesori D’Abruzzo, De Siena EditoreVenerdi 18 Ottobre, ore 18.00 – Sala Consiliare “G. Irace” a Villagrande di Tornimparte L’Arte in Fiera: La ricostruzione dei monumenti artisticiIntroduzione di Giammario Fiori– Sindaco di Tornimparte, Giacomo Carnicelli – Presidente del Consiglio Comunale, con la partecipazione di Guido Castelli – Commissario Straordinario per la Ricostruzione, Roberto Santangelo – Assessore Regione Abruzzo, Giovannino Anastasio – Coordinatore dei Sindaci del Cratere, Cristina Collettini – Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo, Dino Mastracola – Magnifico Rettore Università degli Studi di Teramo; Modera: Angela Ciano.
Sabato 19 Ottobre, ore 18.00 – Sala Consiliare “G. Irace” a Villagrande di Tornimparte
I Castagneti di Tornimparte. Passione, Identità, FuturoIntroduzione di Giammario Fiori– Sindaco di Tornimparte, Giacomo Carnicelli – Presidente del Consiglio Comunale, Giulio Marinacci- Comandante di Stazione Carabinieri forestali.Con la partecipazione di Emanuele Imprudente – Vice Presidente e Assessore all’agricoltura, Luciano D’Amico – Consigliere Regione Abruzzo, Alberto Guerrieri – Sindaco di Antrodoco, Mauro Pompei – Presidente della cooperativa VELINIA, Silvio Di Giulio – Foresta modello – Valle dell’Aterno.Modera Vanni Biordi
Domenica 20 Ottobre, ore 09.30
Raccontando Tornimparte Passeggiata storico-naturalistica a cura dell’Associazione CulturAquila e del Comune di Tornimparte (AQ)info line: telefono 0862 72372
Una nota di approfondimento sull’importanza di far rivivere queste tradizioniLa biodiversità zootecnica e i piccoli comuni di montagna, designer del territorio
Nei piccoli comuni di montagna, dove allevamento e agricoltura si intrecciano da secoli, risiede un patrimonio inestimabile: la biodiversità zootecnica.
Qui, gli animali non sono solo risorse economiche, ma veri e propri custodi di un equilibrio naturale che modella il paesaggio e regola le dinamiche ambientali.
La loro presenza e il loro adattamento alle specificità locali hanno creato ecosistemi resilienti, capaci di resistere a cambiamenti climatici, sfruttamento intensivo e perdita di biodiversità.
Questi piccoli borghi, spesso marginalizzati dai grandi centri urbani, hanno in realtà agito per secoli come “designer” del territorio.
Gli allevatori e gli agricoltori locali, con il loro sapere tramandato di generazione in generazione, hanno selezionato razze animali e pratiche agricole in armonia con l’ambiente, creando paesaggi che sono il risultato di un dialogo continuo tra uomo, animali e natura.
La cura di pascoli, boschi e sorgenti non solo ha garantito il sostentamento delle comunità, ma ha anche preservato la ricchezza delle specie locali grazie agli Allevatori Custodi.
Tutelare questa biodiversità zootecnica non è solo una questione ecologica, ma anche culturale. La perdita di razze locali significa anche la perdita di un legame profondo con il territorio, un legame che ha plasmato non solo il paesaggio, ma l’identità stessa delle comunità montane.
In un’epoca in cui l’omologazione sembra essere la regola, è imperativo salvaguardare queste specificità, per proteggere sia la ricchezza naturale che la diversità culturale.
La conservazione della biodiversità zootecnica, dunque, non è solo un atto di difesa dell’ambiente, ma una strategia per mantenere vivo il ruolo dei piccoli comuni di montagna come custodi del territorio, affinché continuino a essere i veri architetti di un paesaggio in equilibrio tra natura e cultura.