Trotto. Mack Grace campione del cuore
Si diceva che almeno per quest’anno non sarebbe stato più lui. Dubbi sul futuro come nuvole che incombono minacciose e non lasciano presagire nulla di buono. Mack Grace Sm nel Freccia d’Europa era andato così così, senza l’impeto vibrante delle occasioni d’oro. E prima ancora nel Campionato a Cesena era stato un mezzo disastro, un black out improvviso, subito fuori senza riguardi al suo blasone, messo in disparte come l’ultimo degli scolaretti e spedito dietro la lavagna in quella che era stata anni prima la sua corsa, nella notte più seducente dell’estate romagnola. E allora si è scoperto che tutto dipendeva alla gola, dalla respirazione che non gli permetteva di buttarsi in avanti e bruciare le prime frazioni come tante volte gli era riuscito. Forse un virus, forse chissà cosa, certo Mack non era più lui.
E c’è voluta la mano esperta di Lucio Colletti, che lo segue ormai passo passo come un figlio adorato, e con lui parla e discute nella quiete del box e se lo coccola, per rimetterlo in sesto e averlo in ordine domenica a Montegiorgio in un Palio dei Comuni ancora allietato dalla folla delle grandi occasioni, gente appassionata e sedotta dalla bellezza dei trottatori sempre generosi nelle loro imprese. Il poker era nell’aria e non si è fatto attendere, Andreghetti dice che dopo la prima manche aveva paura, che non lo sentiva al top e che Mack era soltanto all’80%. Ma anche gli avversari non erano fulmini di guerra e dunque il quarto Palio è arrivato ad aggiungere altra gloria al portacolori di Antonio Daponte: una manche risolta con impeto davanti a Pick Kronos, che ce l’ha messa tutta, ma alla fine ha tirato i remi in barca perché più di tanto era impossibile sollecitare dalle sue forze, e l’atto deciso, con Louvre a seguirlo come un’ombra fino all’ultimo strappo, quello che ha riportato alla mente il Mack delle vittorie più belle e folgoranti, abile nell’estrarre il meglio di sé dal cilindro delle meraviglie.
Mack è un asso indiscusso del trotto italiano, capace di armonizzare la sua classe, davvero immensa, al modo di correre sempre aggressivo, sempre brillante, sempre fiero e impetuoso. L’unico rammarico sono i risultati all’estero che dicono poco. Andreghetti spiega che nell’Elitllop il cavallo era stavolto. “Un viaggio impossibile che l’ha mandato in tilt. In certi casi bisogna fare le valige per tempo e metabolizzare con calma la trasferta. L’Amerique, ah, quella è stata invece una follia che ha rischiato di spedire Mack Grace in un vicolo cieco, mentre lui è un evergreen, che non abbassa mai la guarda, che lotta con puntiglio e di cui ti puoi fidare se la condizione è quella giusta. Gli devo moltissimo, sarebbe ingiusto negarlo, i successi, l’entusiasmo della folla che ti contagia, i "gruppo 1" che piovono a raffica, ma c’è qualcosa di più nascosto e profondo che mi lega a lui e viene dal cuore”