Solo l’intelligenza femminile domò Pegaso, il cavallo con le ali.
LA PRIMA raffigurazione di un cavallo alato si trova già sulle tavolette della valle dell'Eufrate e sulle monete greche del IV secolo a.C. L’origine del mito non sorprende.
Chi di noi, ancora oggi, trovandosi a galoppare su un cavallo alla “carriera”, non ha avuto l’impressione di volare? Figuriamoci quale deve essere stata l’emozione dei nostri antichi progenitori. Sono molti i cavalli alati presenti nei miti e nella letteratura, ma il più celebre è senza dubbio Pegaso. Secondo la leggenda greca era figlio di Medusa.
La Gorgone, famosa in gioventù per la sua bellezza, e per i lungi capelli fluenti ebbe molti pretendenti, tra i quali Poseidone dio del mare e… dei cavalli.
Scriteriatamente i due si amarono nel tempio di Atena che non la prese per niente bene. Per l'oltraggio subìto ( o forse per gelosia!), la dea trasformò la giovane donna in un mostro e i suoi lunghi capelli in serpenti.
Ogni volta che lo sguardo di un essere umano si posava su di lei (o viceversa) il poveretto finiva pietrificato…forse dall’angoscia, forse dalla paura.
Quando Perseo, dotato ovviamente di adeguato specchio magico, riuscì a decapitare Medusa, dalla sua testa balzarono fuori due gemelli, uno umano e uno equino: Pegaso e Crisaore (che, secondo alcune varianti, altri non sarebbe che lo stesso Bellerofonte).
In altre parole Medusa avrebbe dato alla luce, seppure in modo un tantinello originale, oltre che cruento, due figli di Poseidone: uno mortale – Bellerofonte e uno immortale – Pegaso.
E' così il nostro equino, che chissà perchè tutti immaginiamo dal candido mantello, inizia la sua avventura per il mondo. Se ne va girando prevalentemente tra il monte Parnaso e l’Elicona. Luoghi al tempo molto ben frequentati da divinità quali Apollo e le sue nove Muse. Evidentemente , come molti dei nostri amici equini, anche il celebre cavallo alato era sensibile alla musica e al canto.
Fatto sta che, per motivi in parte ancora oscuri, è proprio sul monte Elicona che Pegaso, con un colpo di zoccolo, fa germogliare la fonte Ippocrene ed è sempre lì che, per motivi altrettanto oscuri, viene donato dal padre a Bellerofonte, il quale però ha parecchie difficoltà a gestirlo. Per risolvere il problema deve infatti intervenire Atena che gli regala un morso d’oro (…ci voleva l’intelligenza femminile per domare il primo cavallo!!!!!). Pegaso accetta l’imboccatura e finalmente Bellerofonte può montarlo e inscenare insieme a lui una danza di guerra in onore della dea.
Dopo di che, forte della sua supremazia ( facile fare la guerra potendo librarsi nell’aria), comincia a uccidere draghi e altri animali mostruosi, sedurre fanciulle, sconfiggere nemici fino a che…si monta parecchio la testa. Disponendo di un cavallo alato, decide di andare sull’Olimpo per porre agli dei alcune domande che non è mai prudente porre ( è meglio essere nati o no? sono eterni gli dei? L'anima dell'uomo è immortale? E altre simili piacevolezze). Pegaso ( molto più saggio del sue gemello umano) decide di disarcionarlo.
Bellerofonte cade, resta zoppo a vita ma salva la pelle! Pegaso invece raggiunge l’Olimpo ove viene accolto nelle scuderie celesti, porta in sella Eos ( l’aurora) che precede il carro del sole e nei momenti di libertà reca a Zeus il fulmine guerra.