Ora l'equitazione chiede alla ''regina''
un vero rinnovamento
ANTONELLA DALLARI è stata eletta presidente della Fise al termine di un’assemblea che definire movimentata è poco.
Sbagliata la scelta del luogo, che ha costretto quanti avevano deciso di esprimere personalmente il proprio voto, ad alzatacce ad ore antelucane. Va bene che la gente di cavalli è abituata a svegliarsi presto, ma le tre del mattino è da espiazione dei peccati! E non è detto che qualche ‘padreterno’ abbia avuto proprio questa intenzione.
Scelta sbagliata, dunque. E anche punitiva, perché il posto scelto era privo dei servizi minimi sufficienti per ospitare il foltissimo numero di aventi diritto al voto, che hanno dovuto non solo affrontare code di ore per accedere alla verifica poteri, ma hanno dovuto fare ulteriori file per conquistare un bicchiere d’acqua o un caffè ( e non parliamo di riuscire ad acquistare un panino, alla modica cifra di dieci euro). Quanto alle toilettes ve ne erano due sole disponibili. Effetti e conseguenze della inciviltà di questa condizione sono facilmente immaginabili.
Ma non basta. Scelta ancora più sbagliata perché la sala prevista per l’assemblea era in grado di contenere – e a fatica- circa la metà dei presenti. Gli altri hanno dovuto assistere dall’esterno attraverso schermi televisivi. Il che non è certo il massimo della possibilità di partecipare democraticamente al dibattito.
La sensazione è stata che la Presidenza uscente non avesse previsto ( o desiderato?) una affluenza così massiccia e si sia trovata completamente spiazzata.
Di fronte a questo spettacolo da campo profughi, che è a molti è suonato come una sorta di punizione per aver preferito partecipare al voto piuttosto che delegarlo, Antonella Dallari ha sentito l’obbligo di dire “che quella sarebbe stata la penultima volta ( per cambiare lo statuto occorrerà purtroppo utilizzare ancora una volta le vecchie modalità) in cui si sarebbe votato in quel modo”. Un lunghissimo applauso ha accolto questo impegno di civiltà.
Era da tempo (anzi per essere precisi dalla precedente elezione federale) che il popolo Fise aveva dato chiare indicazioni di non condividere più la modalità anacronistica – per non dire altro – del “sistema deleghe”. E il grande numero di presenze in questa assemblea è stato il risultato di una serie di segnali politici che la precedente presidenza non ha voluto, saputo o forse potuto interpretare. Resta il fatto che il meccanismo si è inceppato tra doppie deleghe annullate, persone accreditate al voto e poi sparite ( forse stanche di aspettare hanno deciso di prendere la via del ritorno prima del tempo) e numeri che andavano e venivano. Il meccanismo si è inceppato ed a fare la differenza sono stati i tanti che con santa pazienza – è il caso di dirlo – hanno deciso di esprimere direttamente e, una volta tanto, davvero democraticamente il proprio voto.
Ora si tratta di mettersi a lavorare per ridare slancio ad un settore che, è sotto gli occhi di chiunque sappia vedere, la crisi economica in cui ci dibattiamo sta colpendo pesantemente.
Ma c’è un altro compito, non meno significativo che attende la neo presidente. Quello di pacificare un ambiente che da troppo tempo è logorato da guerre intestine e che, soprattutto negli ultimi tempi, è stato spesso “invitato” ad assumere la logica tribale del “con me o contro di me” piuttosto che quella democratica del libero confronto di opinioni.
Un impegno difficile e gravoso, ne siamo consapevoli. Ma abbiamo motivo di ritenere che Antonella Dallari abbia di suo una marcia in più: è una donna, anzi la prima donna in assoluto ad essere diventata presidente di una federazione sportiva. E ci piace pensare, non credere perché per credere bisognerà aspettare i fatti, che ce la farà!