La storia: l'eterno amore di Godolphin e Roxana
IL MONDO DEI CAVALLI è pieno di storie, belle a volte come una favola, ma col timbro della verità a renderle più gradevoli. Ed è il caso della storia di Godolphin e Roxana, amore equino di tempi molto lontani, che cronache e racconti ci consegnano con l’emozione degli eventi un po’ speciali.
L’inizio è dimesso. Scenario una stretta strada di Parigi dove, un giorno d’inizio estate 1730, il cavallo di un acquaiolo getta a terra un distinto gentiluomo inglese, mister Coke. Cose che capitano, tutt’intorno la solita vociante confusione. Ma mentre l’acquaiolo si profonde in mille scuse, Coke guarda con attenzione l’animale, di nome Scham, e da quel consumato esperto che è riconosce qualche tratto, diremmo noi oggi, di nobiltà e di classe. Un cavallo di origine araba, non c’è dubbio. Breve, l’inglese decide di comprare l’animale; il furbo acquaiolo spara una richiesta per lui robusta, 75 franchi, che però sono poco o nulla per la tasca e la competenza dell’acquirente.
Mister Coke nei giorni seguenti si dà a ricostruire la storia di Scham, passato per molte mani prima di approdare all’acquaiolo, e sempre impiegato in umili lavori: ma partendo nientemeno che dalle scuderie reali. Era andata così. Insieme con altri sette cavalli arabi Scham era stato regalato dal Bey di Tunisi a Luigi XV in occasione della firma di un trattato commerciale. C’è da dire che quei cavalli piccoli e nervosi non erano stati granché apprezzati, la qual cosa sorprende fino a un certo punto se si pensa che l’ideale equino era ancora il cavallo possente e massiccio, un po’ alla medioevale per intenderci. Così gli otto orientali, quasi dimenticati nei regali box, erano finiti alla spicciolata a casa di qualche personaggio minore della corte, che a sua volta se n’era sbarazzato appena possibile. In questo modo anche il nostro protagonista, già principe del deserto, aveva disceso tutti i gradini della scala sociale. Povero Scham.
Ricostruita alla meglio la storia, mister Coke se ne tornò a Londra, ove trovò da vendere il cavallo per 20 ghinee a un tal Roger Williams, proprietario di scuderia, che dopo averlo rimesso in sesto tentò addirittura di farlo correre, ma con esiti disastrosi: l’insofferente Scham, appena entrato in pista, non trovò di meglio che disarcionare il fantino e abbandonarsi ad una anarchica galoppata. “Brutto affare” il commento di Williams, cui non parve vero, di lì a poco, di appioppare l’arabo per 25 ghinee a lord Godolphin, importante allevatore che aveva provato un’istintiva simpatia per quello strano soggetto.
Spedito all’allevamento di Gog Magog, Scham suscitò l’ammirazione e la curiosità delle giumente, tanto che il proprietario decise di adibirlo al compito, in verità poco gratificante, di “esploratore”. Vale a dire che per qualche tempo il nero cavallo accettò di flirtare con le fattrici, incantandole col suo fascino, per poi ritrarsi con insospettata disciplina all’arrivo dello stallone, che era Hobgoblin, indiscusso sire dell’allevamento. Solo che un giorno giunse a Gog Magog una stupenda saura di nome Roxana, e le cose si complicarono.
FU AMORE A PRIMA VISTA. Roxana, intuitiva e vibrante, fu attratta da Scham, e quest’ultimo perdette di colpo tutta la sua fatalistica rassegnazione, provando per la prima volta una passione totale ed esclusiva. Quando venne portato a Roxana il massiccio Hobgoblin, l’arabo rifiutò di ritirarsi, impennandosi di brutto e sciogliendosi dai legami. In un turbinio di zoccoli, il cavallino nero si scagliò contro lo stallone-sovrano, che non s’aspettava tanta reazione. Lotta aspra e feroce, nuvoli di polvere e barriere infrante, finché lo stallone cadde a terra morto e Scham se ne fuggì per la prateria in compagnia dell’amata. Furono ritrovati tranquilli la notte seguente, nei boschi attorno all’allevamento.
Il colpo non fu lieve per lord Godolphin, che tuttavia, con britannica filosofia, decise che ormai altro non rimaneva che attendere il frutto di quegli imprevisti e incontenibili ardori. L’anno dopo, 1732, nacque Cade, galoppatore che in pista non ebbe rivali e dal quale doveva in seguito derivare la razza convenzionalmente chiamata del “purosangue inglese”. Il già Scham passerà alla storia dell’ippica col nome del proprietario, Godolphin. Bisogna infine sapere che Roxana, sposa ardente quanto fedele, rifiutò qualsiasi altro partner: ma l’idillio durò poco, perché la giumenta morì dopo aver dato alla luce il suo secondo puledrino, futuro padre del celebre Matchen.
Sull’arabo di Godolphin scese allora una cupa malinconia, e anche se nel rimanente della sua vita ebbe altre compagne, procreando parecchi campioni, gli rimase sempre, dicono affettuose cronache, come un patetico ricordo della sua Roxana. Quando morì, venne sepolto nel luogo dove aveva conquistato, col suo disperato duello, l’amore della bella giumenta bionda.