Equitazione olistica per la dignità di cavallo e cavaliere
Essendo il mio intento e il mio lavoro trattare di equitazione, cercando di trasmettere questo immenso amore per l'Animale, non posso scrivere dell'argomento senza partire da colui che ne è il reale protagonista: il cavallo.
Il cavallo è un animale senziente e non privo di bisogni. Per l'uomo è simbolo di libertà, di potenza e fierezza, non solo, spesso è anche un mezzo per realizzare i propri desideri ed ambizioni . Cosa distingue una macchina da un essere vivente? Le sue esigenze naturali, le sue emozioni e i suoi sentimenti. Il cavallo non può quindi essere considerato un mezzo ma deve essere trattato con rispetto e amore quale compagno di vita e intimo amico. Se gli daremo questa possibilità, saprà ripagarci di un valore immensamente superiore a qualunque medaglia.
In questo spazio voglio soffermarmi su quali siano i bisogni naturali che rendono felice e sano il cavallo, cercando di fare comprendere quanto queste due condizioni siano importanti al fine della bella equitazione, quella in cui egli è partner consenziente e interattivo nei confronti dell'uomo. Quali sono i requisiti perché il cavallo possa esprimersi in una così buona equitazione ? Ovviamente l'equitazione praticata non deve provocare dolore ma permettere la cooperazione interspecifica sulla base di un linguaggio comune, semplice e coerente. Ogni 'lezione' impartita al cavallo deve essere logica, inserita all'interno di una progressione ginnica che va dal semplice al complesso e che tenga presente le condizioni fisiche, l'età e le capacità del cavallo in quel determinato momento. Il tempo dedicato all'attività ( se così la si vuole chiamare) insieme, sarà in questo modo piacevole e motivante per il nostro compagno. Ma prima e dopo questa lezione, cosa succede al cavallo ? Ricordo che non si tratta di una motocicletta e non può semplicemente essere parcheggiato in un garage (il box).
Il cavallo è naturalmente un animale sociale, vive in gruppi dove le interazioni sono numerosissime e altamente specializzate, cammina per parecchie decine di chilometri al giorno, per lo più pascolando a testa bassa. Queste tre componenti, socialità-movimento-pascolo, sono alla base del suo benessere psicofisico e sono fortemente interconnesse le une alle altre. In branco ci si muove all'unisono, coordinati da legami quasi invisibili agli occhi di noi disattenti umani, ogni passo è meccanicamente facilitato dalla posizione bassa dell'incollatura che, brucando, favorisce passo dopo passo l'avanzamento nella marcia grazie al sovraccarico degli anteriori. Ogni organo del cavallo (compresi gli zoccoli) si sono evoluti per camminare e mangiare durante la maggioranza del tempo nell'arco delle 24 ore.
Il cavallo per potersi esprimere al meglio nella relazione e nell'attività con il proprio umano, deve aver soddisfatto i suoi bisogni naturali nel restante arco della giornata. Questa visione olistica del cavallo è diffusa in tutto il mondo sotto il nome di Gestione Naturale del Cavallo Domestico e dovrebbe riguardare, a mio parere, ogni cavaliere.
SOCIALITA' . I nostri cavalli domestici spesso vivono in isolamento o in gruppi sociali non equilibrati. Questo ne fa dei veri e propri sociopatici incapaci di relazionarsi correttamente con i propri simili e di conseguenza, con noi umani. E' necessario ri-naturalizzare la vita di gruppo degli animali con calma e pazienza, attraverso una transizione sociale. Essendo un animale gregario, non possiamo parlare del singolo individuo senza considerare l'intero branco. La naturalizzazione riguarderà il gruppo nel suo insieme e solo quando questo sarà armonioso e l'interazione tra ogni componente si sarà equilibrata, si potrà dire terminata la transizione sociale.
L'interazione interspecifica uomo-cavallo sarà al meglio delle sue potenzialità solo con un cavallo equilibrato in quella intraspecifica (cavallo-cavallo).
Quando manca la corretta socialità, il cavallo è insicuro o al contrario eccessivamente aggressivo. La noia e lo stress causato dall'impossibilità di esplicare le sue funzioni sociali lo portano a svolgere attività alternative quali tic e vizi pericolosi. Il cervello, privato degli stimoli necessari, non è correttamente allenato rendendo inferiore anche la sua capacità di concentrazione ed apprendimento.
MOVIMENTO. Il corpo del cavallo, il suo scheletro, la sua muscolatura, il sistema circolatorio, tutti gli organi si sono evoluti perché possa percorrere lunghe distanze nell'arco di tutta la giornata. Questo significa che se il cavallo non cammina abbondantemente durante le 24 ore, tutto il suo corpo ne risente. Il cavallo domestico al quale è impedito o fortemente limitato il movimento ha piedi deboli e contratti, problemi circolatori e di conseguenza problemi cardiaci ( dobbiamo ricordare infatti che ogni piede è una sorta di pompa ausiliaria). Si vedono facilmente cavalli grassi e flaccidi o cavalli rachitici per l'assenza di movimento in fasi importantissime dello sviluppo. La muscolatura è quasi sempre carente rispetto a come dovrebbe essere in un animale che ha necessità di muoversi liberamente su dislivelli e terreni vari, motivato dalla ricerca del cibo, dell’acqua e dal bisogno di socializzare con i propri simili. Solo un cavallo inserito in un sistema di gestione naturale possiede la coordinazione e la propriocezione necessarie per garantire la massima scioltezza e il massimo agio una volta montato dal proprio cavaliere (dando per scontato che l'equitazione sia consapevole delle esigenze del cavallo lungo l'addestramento). Ne è testimone chi fa trekking in alta montagna. E' infatti impensabile affrontare i passaggi difficili con cavalli incapaci di gestire autonomamente il proprio equilibrio e le proprie forze.
Come l'intelligenza (permettetemi di definirla così) viene allenata durante la libera socialità, così pure la propriocezione deve essere costantemente allenata perché sia ottimizzata la ricezione degli stimoli, la valutazione da parte del cervello e l'azione del muscolo, arto o piede corrispondenti. Infine, si sa, in un contesto gestionale ottimale, il piede scalzo (privo di ferri), è la ciliegina sulla torta.
ALIMENTAZIONE. Il cavallo è biologicamente costituito per mangiare quasi costantemente durante l'arco della giornata. Ovviamente ci sono alimenti idonei sulla base della sua evoluzione e, al contrario, alimenti dannosi perché troppo lontani dalla sua dieta naturale. Il razionare i pasti in poche ore al giorno è innaturale e dannoso per l'apparato digerente del cavallo, per la sua dentizione e per …il suo umore. Il cavallo deve masticare erba o fieno per gran parte della giornata, possibilmente strappandolo con i denti come farebbe in natura. In caso contrario svilupperà frustrazione, vizi e stress che impediranno il corretto 'rendimento' al momento delle richieste da parte dell'uomo.
RELAZIONE CON L'UOMO. Su un cavallo equilibrato socialmente l'uomo deve impegnarsi a instaurare una relazione di amicizia profonda e duratura, basata sulla cura reciproca e sull'interazione bidirezionale. Non dominare (nel senso tirannico del termine) un cavallo, dovrebbe essere facile per chi voglia porsi in una condizione di ascolto. Ricordiamo che i cavalli sono animali cooperativi e gregari per natura, nel momento in cui entriamo in armonia con loro.
Nell'instaurare e nel preservare la relazione con l'animale, la nostra ritrovata empatia ci permetterà di non provocargli disagio, anzi di crescere insieme, permettendo all'uno di aiutare l'altro, come tra sinceri amici. In questa situazione immaginate come potrebbe apparire il binomio … un'autentica delizia per gli occhi.
Infine il cerchio si chiude..
EQUITAZIONE. Abbiamo visto come il benessere psicofisico del cavallo sia indispensabile a un'equitazione di qualità. Il fatto che pochi binomi rispetto alla massa abbiano potuto godere di tutti questi prerequisiti, non toglie veridicità di quello che dico. Ognuno di noi nel suo piccolo può fare la differenza. Il cerchio è completo a condizione, ovviamente che l'equitazione sia al servizio del cavallo e non viceversa. Uno splendido e unico animale che grida silenziosamente di non essere trattato come una motocicletta o al pari di un giocattolo. Ascoltiamolo, reagiamo e la dignità che gli restituiremo ci tornerà indietro come dignità di Esseri Umani.