Crisi di Agnano, il presidente Papalia spiega
l'errore nel pagamento dei premi
GAETANO PAPALIA, presidente della Ippodromi Agnano spa, ha inviato al Comune di Napoi, alle Categoria dell'ippica e ai lavoratori della stessa società la segunete lettera: "Mi assumo la piena responsabilità di aver utilizzato erroneamente, al fine di corrispondere ai lavoratori dell’ippodromo di Agnano le retribuzioni della mensilità maturata a luglio, parte delle somme destinate a monte-premi dei vincitori delle corse dello scorso mese di maggio. L’importo residuo è stato accreditato alle scuderie ed agli allenatori aventi diritto in acconto sul totale delle loro effettive spettanze.
"In alcuni casi non è stato possibile liquidare alcuna somma neanche a titolo di anticipazione. Tuttavia, poiché la Ippodromi Agnano spa a fronte dei servizi da essa prestati, in attuazione della convenzione tuttora in proroga, attende di riscuotere un credito certo, liquido ed esigibile di oltre 1.300.000,00 euro, importo largamente superiore alla quota di monte-premi non corrisposta, l’errore commesso potrà essere presto sanato e tutt’al più avrà causato un ritardo di qualche settimana, limitando il danno ad una modesta perdita finanziaria che sono pronto a risarcire, fatto salvo ovviamente l’accertamento della responsabilità anche del ritardato pagamento dei corrispettivi dovuti alla Società.
"Nello scusarmi con gli operatori ippici, mi sia permessa una duplice riflessione sulla moralistica censura contenuta in una nota diramata su questa vicenda dalla Lega Ippica Italiana. La prima riguarda una palese distonia logico-concettuale nell’aver attenzionato con tanta severità l’episodio napoletano e nell’aver contemporaneamente ignorato il pronunciamento del TAR del Lazio sull’imputazione al capitolo 2290 del budget del MIPAAF dei 159 milioni di euro che, per “errore umano del Ministro” (così recita testualmente), sono stati destinati a contributo statale, invece di essere oggetto di trasferimento diretto all’ippica e più precisamente al monte-premi come imponeva la L. 2/2009.
"Errore umano l’uno ed errore umano l’altro, soltanto che il mio si risolverà in un danno (che per altro mi sono impegnato a risarcire) di una trentina di giorni di ritardo nel pagamento di circa 500.000 euro e quindi si sta parlando di 2.500 euro nel totale; l’altro errore, sul quale la Lega non si pronuncia, invece vale 159.000.000,00 di euro ed oltre tutto nessuno si è fatto vivo per rimborsarli all’ippica. Quanto alla seconda riflessione, desidero limitarmi ad un generico riferimento alla parabola della pagliuzza e della trave".