Lettera aperta di Assogaloppo al ministro Luca Zaia
FABIO CARNEVALI presidente di Assogaloppo ha inviato la seguente "lettera aperta" al ministro dell'agricoltura Luca Zaia:
"Signor Ministro,
dopo il Suo personale intervento, grazie al quale l’Ippica Italiana ha potuto riprendere a sperare in un futuro vivibile, stiamo assistendo, purtroppo con apprensione, all’allestimento della essenziale “seconda fase”, quella della progettazione e del rilancio.
"Troppi segnali danno oggettivamente ad intendere che vi sia una alterazione nei delicati equilibri dei diversi ruoli e nella considerazione delle diverse rappresentatività.
Quando Lei indicò la via della costituzione di un piano di rilancio “condiviso”, e di un “Tavolo Tecnico” in rappresentanza delle Categorie Produttive dell’Ippica, vi fu una corale benedizione a quella che, partendo dalle audizioni per giungere alla stesura del Progetto, sarebbe stata la migliore strada tracciabile per una vera e duratura ripresa di un settore ormai al collasso.
"La prima sorpresa fu rappresentata dalla presenza, in qualità di coordinatore delle audizioni, del Professor Branchini, persona di assoluto valore, ma già incaricata da “Ippica Impresa” della stesura del piano di rilancio secondo i criteri dettati dai componenti della suddetta: Società di corse; S.N.A.I. eccetera, quindi né “super partes”, né rappresentativa delle Istituzioni.
"Finito il giro di audizioni, veniva indetto l’avvio del promesso Tavolo Tecnico, sempre coordinato dal Prof. Branchini (Ippica Impresa) dal quale veniva esclusa, non a caso, ASSOGALOPPO, ovvero l’associazione che ho l’onore di rappresentare, che raccoglie e rappresenta importanti e numerosi operatori ippici e che, come Lei ben sa, ha combattuto strenuamente per l’ottenimento dei risultati economici utili al rilancio.
"Signor Ministro:
se il progetto di rilancio dell’Ippica Italiana dovrà passare sopra le teste di allevatori, proprietari ed allenatori del galoppo;
se l’U.N.I.R.E. non è più il nostro Ente di riferimento, sostituito tacitamente da Ippica Impresa o da altre istituzioni;
se andiamo verso una consapevole o inconsapevole “consegna” del nostro mondo a Ippodromi e Assuntori di Scommessa, potentati economici che notoriamente non hanno brillato per attivismo e promozione dell’ippica in Italia;
allora il nostro sogno di un futuro migliore andrà ad infrangersi contro una realtà nella quale, certamente, non sarà lo sport, lo spettacolo, la cultura rappresentati dall’Ippica Italiana a vincere, ma temi di ben altra natura e risultati diversi da quelli da noi e da Lei auspicati.