Gabriele Agus, il Picasso degli ostacoli ha dipinto una corsa meravigliosa
PISA. A Merano ci avevano parlato di Picasso. Sono gli ammiratori di un giovane fantino italiano, Gabriele Agus. Nella cattedrale degli ostacoli, in quella città giardino sulle rive del Passirio lo chiamano così per la sua finezza tattica. Ha visione e mani di velluto. Ai cavalli che interpreta dà una corsa pulita, mai dura, si salta e si gira su quelle diagonali nel verde ma con il riguardo verso quello splendido animale che ti porta di là. Fence, arginello, riviera e poi il boato del pubblico sotto la tribuna quando sei vicino al traguardo.
Giovedì pomeriggio a Pisa, nella siepi per i 4 anni Gabriele, che a luglio compirà 28 anni, ha dipinto uno dei suoi quadri più belli. Ha portato al successo il debuttante in siepi King Collector battendo in un finale da brivido Zarina. Finale meraviglioso con due grandi fantini, Gabriele Agus e Jan Kratochvil che hanno sfoderato il meglio del proprio repertorio. Una corsa spot per gli ostacoli che per King Collector e il figlio di quel grande fantino da piano che è stato Palmerio sembrava persa a 900 metri dalla conclusione, quando c'erano da recuperare diverse lunghezze alla testa della corsa e da una quinta posizione scomoda.
"King Collector - ci dice il giorno dopo Gabriele - è un soggetto con una buona qualità in piano ancora molto verde. Sul percorso salta bene ma nei tratti piani è molto pigro. Comunque siamo riusciti a venire avanti dalla curva in poi e quando sull'ultima siepe ho visto che non eravamo lontani dai primi ci ho creduto e l'ho portato avanti anche a braccia. Nel tratto conclusivo mi sono ritrovato ad un testa a testa non semplice con un grande fantino come Jan Kratochvil, che montava Zarina. Lui ha vinto anche la Gran Corsa Siepi di Cagnes sur Mer tanto per dire del suo valore di jockey e per me è stato un onore confrontarmi in un finale così spettacolare ed emozionante per il pubblico con un fantino che stimo tanto".
Parole belle di un ragazzo umile che vive parte dell'anno a Merano dove nella scorsa annata è stato protagonista con una buona cavalla come Policasta. Insieme hanno vinto il Criterium di Primavera, il gran premio per le nuove promesse dell'ostacolismo. Mi dice che all'inizio della carriera essere figlio di un fantino come 'Pagnottella' non è stato semplice, sentiva sempre molta pressione. Che con il tempo ha imparato a gestire, crescendo anche alla scuola di allenatori come Raffaele Romano, per la cui scuderia monta anche attualmente.
Gli chiedo quale corsa sogna di vincere. "Beh, quella corsa che sognano tutti i fantini d'ostacoli italiani, il Gran Premio Merano".
Aggiungo un altro quesito: "Com'è la situazione dell'ostacolismo nel nostro Paese?".
"Purtroppo - mi dice - in Italia non c'è la cultura per gli ostacoli che appartiene a nazioni come Francia e Inghilterra. Le corse che si disputano in Italia sono poche anche se strutture come quella di Maia curano al meglio e con grande passione ogni stagione di corse. Le corse in siepi, in steeple e in cross meriterebbero più attenzione e più spazio perché come avete ammirato giovedì a Pisa dopo 3.500 metri ci sono ancora due cavalli che lottano sul traguardo in un finale mozzafiato".
Una corsa che è uno spot per il settore e che 'Picasso' ha dipinto con il talento di un ragazzo della porta accanto che con impegno quotidiano ha creduto nel suo Sogno. Quello di diventare un fantino d'ostacoli regalando emozioni al pubblico degli ippodromi.