Donna Lydia e quel galoppo pisano di Nearco, un quaderno, i primi appunti di una grande Storia.
ROMA. Lydia Fiori marchesa di Serramezzana trascorse con Federico Tesio più di mezzo secolo. Non fu ombra al seguito di un grande uomo. Fu l'ispiratrice delle scelte del Senatore. Il suo spirito indipendente la portò al fronte: crocerossina nella Grande Guerra.
Una corsa la ricorda e porta il suo nome, il Gran Premio Lydia Tesio, corsa di gruppo internazionale per femmine, incrocio di classe tra cavalle italiane, francesi e tedesche. La corsa di Lydia è in programma domenica 27 ottobre alle Capannelle.
Il sostegno che la marchesa di Serramezzana dette al marito fu pratico, morale ed economico. In una foto all'ippodromo di San Siro Donna Lydia è ritratta su una panchina con nelle mani diversi foglietti con i pedigree di fattrici e stalloni da incrociare con le loro fattrici. Lydia era una competente spaventosa di genealogie. Federico non rinunciava mai, soprattutto per gli incroci, ad ascoltare il suo parere.
Donna Lydia era attenta e competente anche in campo allenatorio. Teneva il diario di bordo. Andava a tutti i lavori con Tesio e sottolineava e annotava impressioni su dei quaderni. Quello della primavera del 1937, riempito di annotazioni durante un soggiorno pisano, è dedicato ai primi lavori dei due anni. Quando parla di Nearco donna Lydia scrive: "Ha provato sui 1000 metri, si è staccato con un'azione efficace, sembra un cavallo interessante". Sarebbe diventato un campione imbattibile e il fuoriclasse assoluto tra gli stalloni. Ancora oggi i vincitori di gran parte delle classiche di galoppo in tutto il mondo hanno nel sangue Nearco e i suoi discendenti.
Lydia seguì anche l’organizzazione dell’allevamento: l'igiene dei cavalli, la loro alimentazione, la scelta dei paddock; inoltre, fu la memoria storica della scuderia, compilando il “Libro rosso delle fattrici” fino al 1942: il registro genealogico dell’allevamento che, ancora oggi, è conservato nella villa di Dormello.
Fondamentale fu il sostegno economico che Donna Lydia dette al Senatore quando fondarono prima la scuderia a lui intitolata e favorì poi l'accordo con il Marchese Incisa della Rocchetta nel 1932 da cui nacque la Razza Dormello Olgiata, quella casacca di raso biancorossa con croce di Sant'Andrea.
Lydia Fiori di Serramezzana fece così valere, probabilmente, le sue doti femminili assecondando le unioni, non solo sentimentali come tra il Marchese e la moglie Clarice, ma diventando mediatrice nei rapporti che il ruolo di Tesio allenatore e proprietario richiedeva. Tra i vincitori di Derby allenati da Federico Tesio c'è Torbido, che vinse il Derby del 1944. Tesio al rientro lo tiene per le redini, ma la giubba indossata dal jockey del fresco vincitore del Nastro Azzurro non è quella di Dormello. E' quella di lei, Donna Lydia, l'altra metà del cielo.
Cosa sarebbe stato di Federico senza Lydia? Donna Lydia è stata indispensabile per il grande successo del mago di Dormello, fin dall'inizio del Novecento quando hanno iniziato insieme e lei ha anche molto contribuito finanziariamente. Dal 1930 Lydia è stata l'indispensabile catalizzatore del rapporto tra due personalità incredibili come Federico Tesio e Mario Incisa, che ha consentito alla Dormello Olgiata di vincere grandi corse internazionali con campioni come Cavaliere d'Arpino, Donatello, Nearco, Niccolò Dell'Arca, Tenerani, Toulose Lautrec, Botticelli fino al capolavoro assoluto, Ribot.
Sono storie di cavalli ma dietro le quinte ci sono anche storie di grandi uomini e delle donne che hanno favorito il loro successo. Da compagne non passive, ma propositive, coraggiose, vibranti di idee e di passione. Immaginarlo il sogno di un cavallo da corsa fin da quella scrittura, il primo appunto di un galoppo di Nearco tra il profumo dei pini di San Rossore. Poi quel quaderno che finisce in una borsetta salendo sull'auto che riporta Lydia - in elegante tailleur e guanti bianchi - e Federico all'Hotel Duomo, il loro luogo del cuore a quattro passi da Piazza dei Miracoli.