Riflessioni sul rating delle 100 corse migliori del 2022
Parecchie generazioni, forse tutte, di appassionati ippici sono cresciute e hanno fortificato la loro militanza colta avendo sempre bene in mente, oltre al resto, uno dei tanti precetti fondamentali che ci ha lasciato Federico Tesio , quello che in altre parole poneva il “pezzo di legno” posto al termine del percorso di 2400 metri del derby di Epsom ovvero il palo di arrivo come il momento più alto e certo della Selezione che poi era, è ancora e sempre sarà il fine ultimo intellettuale della esistenza del Turf.
I 2400 metri di Epsom ma forse in assoluto ovunque, venivano al termine di una sorta di fil rouge che ha alimentato la selezione nel tempo e in maniera colta . Erano precedute dalle miglia, non poche, delle prime sfide da un campanile ad un castello, seguite poi dai 5000 metri che si riducevano a 4000 , quelli della Gold Cup , prima parte del 700, che sono rimasti almeno fino alla prima metà del 900 il sogno di ogni allevatore e, fino ad inizio sempre 900, il segno distintivo della selezione. Condiviso sempre di più , chiaramente, dall’esito di Epsom e , possiamo aggiungere, anche dei confronti intergenerazionali proprio sui 2400.
In sostanza i migliori erano proprio coloro che si affermavano in quelle corse e su quelle distanze e venivano scelti come riproduttori per continuare e migliorare la razza del Purosangue .
Conosciamo tutti la Storia che diventa anche un po' favola dei tre stalloni caporazza mediorientali e del nutrito gruppo di fattrici inglesi, Royal Mares, con cui furono incrociati per dare origine al purosangue la cui selezione sempre indirizzata al massimo miglioramento è divenuta la ragione principale della esistenza del Turf e lo è ancora oggi. Già ma in che maniera ? Sono ancora validi , negli anni 20 del 2000 , quei precetti oppure qualcosa e non da pochi anni sta mutando ?
Crediamo sia una domanda che , in maniera articolata, forse sia il caso di porci anche se è difficile rispondere. Sia perché alcuni indizi che empiricamente possiamo cogliere dai comportamenti complessivi del settore Galoppo nel mondo ci inducono quanto meno a valutare il fenomeno, sia anche , qui in maniera meno empirica e forse più realistica, perché una analisi della classificazione delle 100 corse del 2022 in base al rating oggettivo quasi ci obbliga alla riflessione .
Empiricamente ciascun appassionato può rendersi conto che , spannometricamente si capisce, diventano stalloni ed anche ricercati e quindi ben remunerati , cavalli che presentano caratteristiche non facilmente riconducibili a quelle appunto che abbiamo illustrato. In sostanza sono appetite le monte e poi i figli , il mercato è sempre ottima cartina da tornasole, di cavalli che hanno come tratto distintivo quello di essere maggiormente “intermediate” piuttosto che classici puri.
Possiamo altrimenti dire che il Turf ha percorso una strada che nel tempo lo sta portando ad allontanarsi da St Simon, re di coppa anche per motivi burocratici, stallone di risalto assoluto e prediletto dal Senatore che ne ha sempre ricercato sangue e discendenti. Questo allontanamento dalle caratteristiche del cavallo degli anni dell’ottocento ma anche della prima metà del 900, non dimentichiamo che il momento della grande verifica per i tre anni avveniva sui 3000 metri del Paris, cercati dal Mago di Dormello, dopo che si erano disputati i vari derby ed i vincitori si mettevano lì in gioco, nel tempo e semplificando al massimo per ragioni di spazio ( ognuno potrà completare le varie caselle) in sostanza ci ha portati a Frankel , espressione forse più alta del Turf degli anni 2000 di cui è anche superba manifestazione come stallone.
Un pedigree che è anche esso proiezione e segno dei tempi. Incrocio tre per quattro su Northern Dancer , il continuatore di maggior risalto dello stallone base del ventesimo e ventunesimo secolo, Nearco. Una linea che sangue che mutua dai due forse maggiori continuatori di Northern Dancer ovvero Sadlers Wells e Danzig attraverso Galileo e Danehill e con il prezioso innesto o contributo dell’altra grande linea originata da Nearco, qui in sezione materna, ovvero quella di Nasrullah attraverso Red God e Blushing Groom, via Rainbow Quest. Il tutto ancor più arricchito dai contributi , nelle due sezioni, di Mr Prospector e Prince John. Un pedigree classico che , il segno del destino, ha dato vita ad un fuoriclasse capace di esprimersi in maniera somma tra il miglio e i 2080 metri, non oltre. Alla distanza classica ci sono arrivati i figli capaci tuttavia di essere straordinari anche come miler e “intermediate”.
Forse Frankel è il punto di arrivo e per forza anche il punto di partenza in prospettiva futura, è l’ultimo anello di quel fil rouge che inizia nella seconda metà del 700 grazie a Lord Derby e alla sua invenzione ma anche alle Coppe , soprattutto la Gold, e che pian piano ci ha portati ai giorni nostri, quelli in cui la percezione empirica ci spinge almeno a porci la domanda di prima ovvero a chiederci in che termini la selezione si stia evolvendo, se forse si sia giunti ad immaginare un cavallo ideale come quello capace di esprimersi al meglio tra il miglio e i 2000 non disdegnando i gradi confronti anche sui 2400 ma certo non oltre.
A quella che è solo una percezione , al limite suffragata dal mercato, in realtà dobbiamo e possiamo aggiungere il conforto di un dato che si può ritenere quanto più oggettivo possibile, il rating delle corse. E’ dall’esame di quello delle corse con maggior rating disputate nel mondo nel 2022 che forse possiamo meglio intuire la evoluzione della selezione del purosangue e verificare il valore attuale di certe convinzioni fondamentali in precedenza. Sempre tenendo presente la superficialità del nostro ragionamento che , necessariamente in poche pagine, è costretto a sintesi esagerate e anche offensive nei confronti di un argomento cosi importante. Lasciamo a ciascuno di voi la corretta interpretazione del rating delle 100 corse del 2022 che tuttavia cerchiamo di rappresentarvi. Il pezzo di legno posto al termine dei 2400 metri del derby di Epsom lo rinveniamo al novantatreesimo posto e con un rating complessivo di 116,25.
Una sorta di pugnalata al cuore dei nostri sentimenti ma anche un dato oggettivo, certamente passibile di mutazione nelle prossime edizioni che dovrebbero permettere una risalita in classifica. Che vede invece al nono posto il derby di Francia che anni fa fu portato sulla distanza dei 2100 metri e che nella edizione 2022 ha beneficiato di un rating di 121,75. Messo cosi non ci sembra un corretto procedimento di analisi, sembra quasi un modo per fare promozione verso una corsa e denigrare un’altra. Si tratta di valutazioni che possono subire modifiche anche dopo un anno, certo esprimono una tendenza che può assumere una valenza maggiormente seria se ci concentriamo sull’insieme delle 100 corse. Ebbene nel 2022 , se non abbiamo sbagliato i conti, 26 sono quelle con distanza tra i 1900 e i 2100, 35 sono quelle che variano tra i 1600 e i 1800 metri e 17 quelle con tra i 2200 e i 2500. Le altre 26 ( perché in realtà a quota centesimo posto sono in 5) le troviamo tra i 1000 e 4000. Il divertente è chiaramente vedere dove sono posizionate le corse che meglio si conoscono o che hanno una storia.
La Gold Cup cosi cara a tutti i grandi ippici del 1800 e 1900 ha avuto una eccellente edizione nel 22 , vale il trentunesimo posto e un buon rating di 119, 25. Vero ma le corse da 2800 in su sono solo 4 nelle prime cento. La corsa super del 2022 è stata la Breeders sui 2000 con uno straordinario rating, i primi 4 al palo, di ben 126,75. Due punti secchi in più della seconda , ancora i 2000 questa volta delle Champion mentre con 124,25 al terzo posto si trova il caro Arco di Trionfo , per noi sempre la vera grande prova di autentica selezione intergenerazionale, valutazione ovviamente assolutamente soggettiva. Le Locking al quarto posto sono la prima prova su miglio con un rating di 123,75.
Se esaminiamo le prime 19, in realtà 22 perché alcune sono a pari merito possiamo trovare 11 corse intorno ai 2000, il 50% dei seggi, che in coalizione con le 5 tra i 1600 e i 1800 ci possono far dire che a governare il Turf al momento sono le corse tra i 1600 e i 2000, maggioranza di 16 su 22. Le altre sei, all’opposizione, sono chiaramente intorno ai 2400 metri, e , chiaramente d’accordo con il Senatore , non troviamo nessun flyer recessivo. Beh , qualche nome non guasta.
I sei classici suonano anche come lode ai risultati e all’impegno profuso dal Turf nipponico : Arco di Trionfo, terzo, King George, undicesima, Japan Cup, Arima Kinnen, Japanese Derby, Sheema Classic. Nelle prime 22 corse ben cinque sono state disputate in Giappone e questo dato merita oltre al plauso anche la riflessione. Nove si sono corse tra Inghilterra e Irlanda , una buona maggioranza relativa, due in Francia, quattro negli Stati Uniti e due in Dubai. Comunque troviamo al numero 23 il Mile di Hong Kong, al 28 i 3200 della coppa di Goodwood, tagliata qualche anno fa di mille metri in prospettiva Melbourne come alcuni di noi avevano proposto inutilmente per il Milano, pazienza.Nelle cento corse trovano posto diverse corse australiane, altre di Hong Kong, la Saudi Cup, il Gran premio di Baden Baden, quattro corse Sud Africane, il Mile di Woodbine per il Canada, nessuna corsa italiana ma sarebbe altro discorso.
Si possono trarre delle conclusioni da questo breve esame ? Non è facile se si vuole dare un certo crisma di oggettività ma almeno una tendenza sembra essere diciamo consolidata : il Turf lentamente ma progressivamente si sta evolvendo e sempre indirizzando la sua selezione alta verso distanze minori di quelle con cui aveva iniziato la sua avventura meravigliosa. Ci sarà un momento in cui rimbalzerà o si fermerà ? Ci sembra la cosa logica, ci riesce difficile immaginare un Turf che fissa la sua selezione magari solo sul miglio. Troppo. Forse quella attuale sembra anche essere la più accettabile : un Turf che cerca se stesso intorno ai 2000 metri senza rinunciare all’indispensabile contributo dei 2400 e che da il giusto ( troppo?) risalto al miglio e dintorni. Andare oltre ci appare un azzardo ma solo perché siamo legati al nostro tempo e al precedente e non riusciamo a decrittare il futuro. Ci auguriamo che queste breve riflessioni ed assolutamente incomplete ,possano suscitare nel Lettore desiderio di approfondimento ed anche opinioni difformi dal trend che il Turf sembra aver intrapreso.