''L'AAMS non deve far morire l'ippica''
MARIO MASINI, presidente dell'UNPCPS (unione proprietari galoppo) ha pubblicato la seguente lettera aperta: "Non intendo minimamente mettere in dubbio la buona fede del Ministro Catania e dei vertici di ASSI. Ma leggendo l'ultimo comunicato congiunto emesso mi rendo conto che ci troviamo di fronte all'ennesimo elenco di buone intenzioni. Perché mai AAMS dovrebbe oggi cambiare atteggiamento dopo aver disatteso tutti gli impegni presi con gli ultimi tre Ministri dell'Agricoltura per sostenere la scommessa ippica e conseguentemente il nostro settore? L'ippica non è un business per lo Stato.
"Lo Stato attraverso AAMS spinge intere generazioni verso il gioco d'azzardo, non verso settori con costi più elevati in quanto facenti parte di altre filiere, in particolare quella agricola per l'ippica. L'appetito vien mangiando e negli ultimi anni il gioco d'azzardo è diventato la gallina dalle uova d'oro per AAMS e, a catena, per concessionari, commercianti, ecc...
"La crisi economica favorisce il misero tentativo di molti italiani di affidarsi alla fortuna per migliorare il proprio tenore di vita.
"Poveri ragazzi, povere famiglie!
"Uno Stato in crisi di entrate non ridistribuisce più soldi, anzi li trattiene senza che lo sprovveduto giocatore se ne accorga.
"Le lobby dei concessionari e dei commercianti sono fortissime e non retrocederanno neppure di un centimetro. Ma l'ippica è stata spremuta come un limone e non ha quindi più nulla da dare pena la sopravvivenza.
"L'ippica sta per esalare l'ultimo respiro, non per una malattia intrinseca al suo sistema ma perché qualcuno molto più potente e prepotente ha deciso che deve essere così.
"L'ultimo grido degli ippici non sarà come quello di AAMS: "gioca senza esagerare" (Ponzio Pilato al confronto sembra un bambino) ma: "trattate l'ippica e le sue scommesse come tutti gli altri giochi, anzi meglio", perché l'ippica non distrugge le speranze dei giovani, anzi garantisce impiego e futuro a più di 50.000 loro famiglie.
"Risorse e riforme non possono essere realizzate dagli ippici per giunta con le loro risorse ormai ridotte al lumicino, ma esclusivamente da chi mi auguro, amministrando in via univoca giochi e scommesse, non voglia macchiarsi del grande crimine della morte del nostro settore e dei suoi splendidi atleti.
"Noi seguiteremo a lottare con la forza delle nostre idee, con poche risorse ma con grande coraggio perché, ad onta di quanti la pensano diversamente, siamo orgogliosi di essere "cavallari" e non giocatori d'azzardo".