''La vera storia di Asso, cavallo resuscitato''
ERA IL GIORNO DEL BLACK OUT quando arrivò Asso. L’Italia era in silenzio, radio, tv, frigoriferi e phon non funzionavano. Seppi la notizia da una radiolina a batterie. 28 settembre 2003.Uscì dal trailer anchilosato, veniva da Bologna, erano state 6 ore di viaggio ininterrotto. Si guardò intorno, nitrì, gli altri risposero. Era più o meno come la foto che mi avevano mandato, forse più giù di forma: la mia collega veterinaria sapendo che cercavo un cavallo per mia figlia si fece in quattro per farmi arrivare Asso. E’ buono, va dappertutto, lo monta chiunque, il classico cavallo santo. L’ex proprietaria lo aveva venduto di malavoglia, non essendo più adatto per il salto, non ne voleva più sapere. L’attuale proprietaria aveva cambiato genere, era passata al western, e il cavallo era un Selle Francais da salto.
Mi feci raccontare la storia, quelle poche notizie che si hanno quando un cavallo cambia ripetutamente proprietario.
Vennero tutte e due accompagnate dal marito della ex proprietaria e dalla figlia. Fu un commiato commovente, tutti piangevano, “chissà come lo terranno questi romani”, avranno pensato...
La storia è quella di tanti cavalli saltatori: Era stato picchiato per farlo saltare, sbarrate, chiodi, farmaci, tutte le torture che conosciamo bene. La ragazzina ci aveva fatto qualche completo, l’altra solo passeggiate, quelle che di solito si fanno tutte al galoppo la domenica mattina, dopo che il cavallo è rimasto una settimana in box ( confidenza di una malalingua).
Ora che tutti sono andati via, io rimango col mio nuovo cavallo. Era tanto che non avevo più un cavallo, dopo che per motivi di lavoro, mi ero fatta convincere a vendere il mio purosangue, che da matto era diventato un cagnolino. Mi avevano assicurato che andava a stare bene, e quando lo rividi depresso e di nuovo alle prese con i suoi problemi, mi prese un colpo al cuore e mi resi conto della brutta azione che avevo commesso. Da quel dispiacere iniziai a cambiare atteggiamento verso i cavalli.%%newpage%%
IN FONDO io Asso non lo avevo scelto, non ci eravamo scelti e se non fossimo andati d’accordo? La paura mi pervase, un presentimento che qualcosa di difficile si stava materializzando mi piombò addosso come una nube nera.
Aveva l’occhio spento, vacuo che diventava disperato quando drizzava le orecchie, angosciato se si entrava nel box. La schiena rigida, i garretti massacrati.
Iniziai a curargli lo shock passato e presente. Un nuovo cambio, un nuovo posto, chissà cosa mi succederà qui, pensava. Da cavallo mogio in pochi giorni si era ringalluzzito, così gli misi la sella e andai a fare un giro. Un giro su due gambe e dietro front: semplicemente non voleva: non voleva incamminarsi per quella strada che aveva un cane nero che abbaiava dietro la siepe, non voleva entrare in maneggio, non voleva lavorare, non voleva vedere gli ostacoli, rifiutava tutto. Voleva essere lasciato in pace. Forse ha male alla schiena, penso io, e inizio dei serrati trattamenti di agopuntura e il cavallo sta sempre meglio.
Ma le difficoltà aumentarono. Ogni volta che lo portavo fuori a mangiare l’erba mi scappava, eppure io ho esperienza con i cavalli, non sono una pivella, ma lui riusciva sempre a scappare con una tecnica subdola e veloce. Non mi vuole, non vuole rapporti con nessuno. Provo a farlo montare a mia figlia, che allora aveva 8 anni, a volte i bambini riescono a stabilire rapporti con i cavalli che gli adulti non conoscono. La sbatte per terra ogni volta e lei ferita nel suo orgoglio,non vuole più neanche vederlo.
Questo è l’effetto delle cure omeopatiche, e questo è il motivo per cui non possono essere fatte a tutti i cavalli se i proprietari non sono pronti ad andare incontro a questi cambiamenti. Torna fuori il vero carattere e l’esigenza primaria, e va rispettata e capita. Asso non era buono, come me lo aveva dipinto la mia collega, era solo depresso,spento, demotivato. Riportato al suo stato normale, ha tirato fuori le sue reali esigenze che erano non voler essere più tormentato dal genere umano. Era chiaro e io dovevo rispettarlo, per coerenza con me stessa e per rispetto al cavallo. Lo avevo avuto in regalo, e benché tutti mi dicessero di venderlo, cercavo qualcuno a cui darlo e che lo tenesse bene. Ma chi?
VENNE A VEDERLO un ragazzo che faceva la scuola militare, figlio di amici di parenti, gli serviva solo per il lavoro in piano, leggero due volte a settimana. Come monta in sella inizia a mettergli le gambe addosso, a riunirlo e non la smette più di galoppare. Alla faccia della persona tranquilla e del lavoro leggero. Gli faccio cenno di smettere, non è il caso, il cavallo mostrava segni di sofferenza, coperto di sudore, col fiatone e lo sguardo da pazzo. Una delle poche cose sensate che ho sentito dire dal mio istruttore è stata: “il vero carattere di una persona si vede a cavallo, puoi mentire a terra, a cavallo no.!”
Scartato il ragazzo troppo esuberante, richiamo la proprietaria e le chiedo se lei ha qualcuno che lo prenderebbe, senza farlo lavorare. Lei si offre di metterlo al prato, da un contadino che ha le vacche. Figuriamoci poverino, col freddo e l’umidità che fa nel nord, lui abituato alla scuderia calda e ai piumoni. No, caro Asso, qui ci devo pensare io.
Mi venne in mente, che l’avvocatessa aveva da poco perso il suo cavallo anziano: le telefonai, le proposi di prenderlo: lei mi chiese subito: quanto ci vuole dottoressa? “Non è in vendita, ma in affidamento, dissi io, l’importante che non gli faccia mancare niente”.
Venne a vederlo di nascosto mi riferirono, prima del nostro appuntamento, e fu subito Amore.
Glielo consegnammo due giorni dopo.
L’UNICO PROBLEMA era che si inseriva in un gruppo di asini, dove c’era lo stallone, che era molto cattivo e mordeva tutti.
Certa del carattere di Asso, non mi feci troppi problemi. Infatti dopo soli due giorni , e qualche segno di morsicatura, era diventato lui il capo. Vi rendete conto? Aveva sottomesso l’asino!!
L’hotel a 5 stelle dove risiede, si trova ai piedi di una montagna, in una lussuosa villa piena di animali, ipernutriti e coccolati. La ex padrona, durante uno stage al Vivaro, mi chiamò e volle vederlo. Non credeva ai suoi occhi, grasso, felice, piangeva e lo abbracciava, l’avvocatessa piangeva appresso a lei e lui indifferente continuava a farsi gli affari suoi.
Ecco cosa voleva Asso, che il genere umano smettesse di sfruttarlo malamente e che lo risarcisse con una pensione anticipata .
Recentemente in un convegno di omeopatia durante una relazione prendo ad esempio questo caso mettendo una foto del cavallo. Il collega presente lo riconosce, lo aveva curato lui per un periodo e sul libretto ci sono le sue firme. Così mi aggiunge un pezzo di storia: faceva parte di un lotto di cavalli acquistati da un commerciante senza scrupoli, messi a saltare per forza per poterli vendere a cavalieri di medio livello. Il cavallo dimostra subito carattere e viene picchiato perchè si ribella e questo non è consono alle esigenze di mercato.
A quell’incontro era presente anche la presidentessa dell’Associazione Bucefalo di cui sono socia, in fondo avevo fatto il mio secondo pensionamento di cavallo a fine carriera, senza averne coscienza.
Ora Asso vive felicemente senza fare niente se non mangiare correre e stuzzicare lo stallone. I tempi brutti sono andati, ma per sicurezza è ancora intestato a me!