Immagine di fantasia che rappresenta il fair play tra due ipotetici atleti durante le prime olimpiadi moderne del 1896 (Immagine di Gianluigi Giovagnoli
Il concetto di Sport: definizione, aspetti legali, riconoscimento e valore educativo e morale. Parte II
Valori Morali
Il principale documento del Comitato Olimpico Internazionale è la Carta Olimpica[1], in cui sono riportati, tra le altre cose, i principi fondamentali dell'olimpismo.
Tra questi, “l’equilibrio tra le qualità del corpo, della volontà e della mente che, coniugate con la cultura e l’istruzione, determinino uno stile di vita basato sulla gioia dello sforzo” (si veda oltre il concetto di eccellenza), sul “valore educativo del buon esempio, della responsabilità sociale e del rispetto dei diritti umani riconosciuti a livello internazionale”. E’ poi chiarita la finalità dell'Olimpismo, cioè porre lo sport al servizio dello “sviluppo armonico dell’umanità, al fine di promuovere una società pacifica che preservi la dignità umana”. Di seguito è enunciato il principio che la pratica dello sport è un diritto umano e che ogni individuo deve averne accesso senza discriminazioni di alcun genere (e.g. razza, colore, sesso, orientamento sessuale, lingua, religione, opinione politica o di altro tipo, origine nazionale o sociale, proprietà, nascita o altro status).
La Carta Olimpica spiepa quindi che lo spirito Olimpico richiede una comprensione reciproca, con spirito di amicizia, solidarietà e di correttezza di gioco. Quale logica conseguenza è poi sancito che si attua la neutralità politica e che si ha il diritto e obbligo all'autonomia e che questa include la libertà di stabilire e controllare le regole dello sport, determinandone la struttura e la governance organizzativa, godendo del diritto di elezioni libere da qualsiasi influenza esterna. Appare qui interessante notare come il diritto-obbligo all’autonomia appaia quale strumento necessario all’ottenimento di tali finalità morali. Si pensi a quanto ciò sia tanto più fondamentale in alcuni Paesi dove le limitate libertà possono incidere su tali valori, come ad esempio le discriminazioni prima descritte.
E’ quindi evidente che il valore educativo più volte citato nelle varie fonti normative rappresenti uno degli aspetti distintivi dello sport che, come sostenuto dal COI, è rappresentato dall'impegno nei confronti di valori morali intrinseci quali: l’eccellenza, il rispetto e l’amicizia[2]. Questi costituiscono le fondamenta su cui il movimento olimpico fonda le proprie attività per promuovere lo sport, la cultura e l'educazione nella prospettiva di costruire un mondo migliore. I valori originali dell’Olimpismo si sono negli anni evoluti e ora sono riassunti in questi tre semplici punti che concettualmente li comprendono tutti.
1. L’eccellenza. Intesa quale strumento per educare e incoraggiare le persone a dare il meglio di sé. Questo concetto riassume in sé quelli che in precedenza erano espressi come impegno e determinazione, cioè la dedizione e perseveranza nell'affrontare sfide per raggiungere gli obiettivi che ci si è prefissati. E’ del tutto evidente come tale rigore e forza morale, rivolta verso sé stessi, rappresenti il primo importante valore morale per la crescita del singolo individuo.
2. Dal precedente punto deve naturalmente scaturire il rispetto. Inteso verso sé stessi, ma anche verso le regole, gli avversari, il pubblico, l'ambiente. Anche qui appare inequivocabile il valore educativo di tale concetto allargato di rispetto che poi, nel riconoscimento e considerazione per gli altri partecipanti, indipendentemente dalla loro nazionalità, razza o background sociale, realizza il perfetto inserimento del singolo individuo all’interno della società.
3. L’amicizia. Questo concetto va ancora oltre a quanto esposto da quelli precedenti e rappresenta la caratteristica più importante dei Giochi Olimpici che, fin dalla loro accezione moderna, nel più puro spirito decubertiano[3], intendono mettere da parte le rivalità ed enfatizzare il fatto che ci sono più cose che uniscono di quante dividano i diversi atleti. E’ quindi esplicito che educare i giovani, attraverso lo sport praticato senza discriminazioni di alcun tipo, alla comprensione reciproca, all’empatia, alla solidarietà, al supporto reciproco, impegnandosi in modo leale e onesto (fair play) contribuisce alla costruzione di un mondo pacifico e migliore (obbiettivo storico dell’olimpismo).
Questi valori non solo definiscono lo spirito dello sport olimpico ma, per estensione, identificano i fondamentali principi di tutto il movimento sportivo mondiale e delineano e spiegano la cruciale funzione sociale ed educativa che allo sport è universalmente riconosciuta. Pertanto per definire il concetto di sport e distinguerlo dalla pura e semplice attività fisica è essenziale ricordarne le origini moderne e le finalità idealistiche e morali per cui a fine ‘800 è stato organizzato all’interno del movimento olimpico. Finalità morali e didattiche tutt’ora riprese e sostenute da tutte le leggi che lo regolano, ad ogni livello.
Lo sport non può quindi essere riduttivamente visto solo come un'attività fisica o un gioco, competitivo o ricreativo che coinvolge una o più persone. Affinché si parli di sport, questa attività deve essere regolamentata da un insieme di specifiche regole[4], normative o consuetudini condivise che abbiano il fine di garantire un gioco leale che consenta agli atleti di competere tra loro in modo equo così da promuovere tanto la forma fisica, quanto anche il benessere mentale e la coesione sociale tra i partecipanti.
In definitiva, lo sport non si riduce semplicemente a una questione di competizione fisico-mentale, ma implica anche una serie di intrinseci valori morali che ne costituiscono la sua stessa essenza.
Tale natura morale dello sport è infatti ripresa dallo Statuto del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI)[5], che proprio all’articolo 1, comma 2, riporta che il CONI:
“…è autorità di disciplina, regolazione e gestione delle attività sportive, intese come elemento essenziale della formazione fisica e morale dell'individuo e parte integrante dell'educazione e della cultura nazionale.”
[1] International Olympic Committee, Olympic Charter (In force as from 15 October 2023), da https://olympics.com/ioc/olympic-charter il giorno 10/03/2024 - Fundamental Principles of Olympism
[2] https://olympics.com/ioc/olympic-values
[3] Charles Pierre de Frédy, barone di Coubertin (a.d. Pierre de Coubertin) è considerato il fondatore dei Giochi Olimpici moderni, grazie alle sue idee che nel corso del Congresso Olimpico del 1894, portarono all’istituzione del Comitato Olimpico Internazionale (COI) e quindi all'organizzazione dei Giochi della I Olimpiade del 1896 ad Atene. Durante la sua lunga presidenza del COI, conclusasi nel 1925, istituì anche alcuni tra i più importanti ed identificativi simboli del movimento olimpico e sportivo, tra questi basti ricordare l’iconica bandiera a cinque cerchi.
[4] Sull’importanza delle regole nella definizione di sport si rinvia alla nota 4 in cui è riportata la definizione di sport ai sensi del Decreto Legislativo 28 febbraio 2021, n. 36[4] (all’Articolo n.2 – Definizioni) dove, rispetto alla Carta Europea è aggiunto il concetto che si tratta di qualsiasi forma di “attività fisica fondata sul rispetto di regole…”
[5] Statuto del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), modificato dal Consiglio Nazionale il 26 ottobre 2018 con deliberazione n. 1615 e approvato con DPCM del 21 dicembre 2018, Titolo I - Disposizioni Generali, Art. 1 – Definizione