Trotto. Domenica il France, c'è Face Time Bourbpn
PARIGI. Domenica prossima l’ippodromo parigino di Vincennes manda in scena il Prix de France. Si tratta della prova che per tradizione è la rivincita del Prix d’Amérique. Ma con alcune variabili significative, si accorcia la distanza a 2100 metri e la partenza avviene con l’autostart. Gli analisti d’oltralpe, in sede di presentazione, la definiscono prova di velocità, visto che sul palcoscenico del trotto di Francia abitualmente ci si confronta sulla distanza dei 2700 metri.
Domenica i big internazionali saranno al via del ricchissimo e prestigioso ‘2100’ con avvio dietro la macchina. Face Time Bourbon dodici mesi fa fu clamorosamente sconfitto da Davidson du Pont. Quest’ultimo, secondo quanto in settimana ha dichiarato Jean-Michel Bazire, è pronto a dare nuovamente battaglia al fenomenale doppio laureato del Prix d’Amérique. “In vista del France, Davidson du Pont – ha sottolineato Bazire – lavorato benissimo a Grosbois, tonico e perfetto d’andatura. Siamo di fronte ad un avversario fortissimo come Face Time Bourbon che ci ha battuti nel Prix d’Amérique ma io credo che Davidson abbia tutte le carte in regola per puntare alla vittoria”. La presenza anche della femmina Dèlia du Pommereux, quarta nell’Amérique e ancora in grado di dire la sua a questi livelli.
Da seguire con curiosità il tentativo dell’italiano di Svezia Aetos Kronos. Il suo trainer Jerry Riordan per questo figlio di Bold Eagle con madre americana ha scelto la guida di uno dei driver francesi di maggior talento ed esperienza, Franck Nivard. Il targato Kronos, nato in Italia, vicino Padova, e in allenamento in Svezia da Riordan è un giovane cavallo che ha mostrato tutta la sua potenza proponendosi in maniera importante nel Solvalla Grand Prix. In quell’occasione, dopo aver seguito in seconda pariglia, ha risolto di forza la partita con un impressionante cambio di marcia operato in mezza alla pista. Aetos Kronos ha ribadito la sua notevole ascesa tecnica vincendo due settimane sulla pista di Vincennes. Per l’indigeno allenato da Jerry Riordan lo scontro con due big assoluti del panorama internazionale è già un esame di laurea, impegnativo ma molto suggestivo. (p.a.)