Galoppo. L'allenatore Bietolini spiega perché emigra
L’esodo continua. A noi non resta che documentare ciò che sta accadendo nel nostro paese, manifestare il nostro dissenso, mutilati da un governo che continua a tenere chiusa l’agenda dell’ippica. I messaggi non ci sono, e quelli che arrivano e trapelano dal palazzo assomigliano molto a qualcosa che forse si farà, magari no. Il nostro turf sta scivolando verso l’oblio, le promesse non sono state mantenute, giusto allora prendere in considerazione altre ipotesi. E’ quello che ha pensato anche Gianluca Bietolini, che sull’onda degli altri connazionali, spinto da una situazione di stallo molto fastidiosa, ha deciso di emigrare dall’Italia seppur non in maniera definitiva, destinazione Francia.
Il progetto dell’ex cavaliere è quello di creare un ponte fra le Alpi, al fine di gestire nel migliore dei modi la crescita degli yearling, per poi correre nell’ampio circo francese che di fatto propone un programma ad ampio respiro. A Cavallo2000, Gianlunca Bietolini ha spiegato quali sono i suoi progetti: “Abbiamo preso questa decisione dopo molte riflessioni. E’ implicito che siamo stati spinti dalla situazione molto precaria che vige nel nostro paese, non potevamo aspettare oltre. Mi auguro con tutto il cuore che questa fase possa cambiare in tempi brevi, ma ci tengo a sottolineare che non lasceremo definitivamente l’Italia. Vogliamo creare un ponte fra la Francia e le nostre scuderie italiane – continua Bietolini – porre le basi per una seconda location. Il nostro clima ci consente di far crescere e svernare nel migliore dei modi i cavalli entro i 18 mesi, per poi trasvolarli in Francia e prepararli per la massima stagione Otto mesi in trasferta per l’attività agonistica e gli altri quattro per iniziare il lavoro sui giovanissimi, pronti ad esordire a Marzo, credo sia la migliore espressione per provare ad ottenere i primi risultati.
"I nostri proprietari americani erano molto stanchi di non ricevere i premi vinti, e spiegargli questa posizione stava diventando molto stucchevole. Ottobre 2014 – spiega Bietolini – è il traguardo che ci siamo posti per capire cosa potremo fare veramente in terra francese, dove ci siamo recati con grandissima umiltà, partendo dal basso, ricominciando da una dimensione che per noi italiani è totalmente diversa. La burocrazia è meno prolissa, i metodi di iscrizione sono giornalieri, diverse sono le strutture, dalle cose più semplici a quelle del quotidiano, il programma è molto vasto ed anche la metodologia di corsa e il lavoro stesso assume una fisionomia di diversa abnegazione. Al momento siamo nelle nuove scuderie di Maisons Laffitte con sei cavalli, tre anziani e gli altri tre anni, poi ad Agosto arriverà dall’Italia anche il resto della truppa, insieme a mio fratello Gabriele. Eseguire uno step del genere – conclude Bietolini – richiede uno sforzo psicologico non indifferente, ma noi siamo pronti.”