Fieracavalli 123, l’apparenza dei contenuti in versione Bis
Fermento, attesa, emozione e tanta tantissima voglia di essere lì, presenti.
La veste grigia dei padiglioni risultano umanizzati, abitati e pure trasparenti agli occhi di molti.
Il tic toc tic toc degli zoccoli si oppone a quello del social. Perché Fieracavalli vuole essere un momento di affascinante umanità dove emerge il valore di questo essere magnifico per eccellenza: il cavallo, e non è virtuale!
I sognatori tra adulti e bimbi hanno sempre visto Fieracavalli come un evento memorabile, dove passato, presente e futuro si intrecciano, accolgono momenti generazionali e ricordi di maestranze pensate e affinate sulla cura del cavallo. Il soggetto è sempre lui, il cavallo, mentre il resto è tutto intorno.
Ma più passano gli anni e le edizioni, più Fieracavalli è sempre meno cavallo e più uomo.
L’olfatto attivato come primo senso, stimolato da leccornie enogastronomiche, fumo, griglia e fritto è stato il primo passo messo in fiera e mai contrastato dal vero profumo, Eau de Cheval.
Ma dove sono i cavalli?
Dato il periodo contingentato, è chiaro, anche i cavalli sono stati limitati e allora largo alle parole, ai talk show, alle presentazioni di iniziative dove il vettore è il cavallo, il “mezzo” che giustifica il fine...
Un’edizione speciale perché bissata in due lunghi week end, dilatata in tutti i suoi appuntamenti e farcita di contenuti. Molti gli impegni nel 2022 che lanciano il cavallo come l’anello di connessione tra diversi business. Noi ci siamo appuntati tutte le promesse perché se il “mezzo” giustifica il fine è solo per riscattare il “mezzo” stesso e noi crediamo che debba avere il giusto compenso rispetto a ciò che regala, senza profit, ogni giorno a chi ha vicino.
Il senso di Fieracavalli è sempre stato di portare il cavallo non solo agli appassionati ma anche a famiglie, bimbi e persone che curiosando incontrano per caso la spettacolarità benefica di questo animale. E allora il cerchio si allarga e il benessere che dona, psico-fisico-emotivo, si può estendere non solo ai pochi ma anche a chi non ha avuto ancora l’opportunità di un incontro ravvicinato con il proprio specchio a quattro gambe. Fieracavalli è una tappa per conoscere il mondo parallelo, che va ancora a fieno e a una velocità rallentata perché ci piace vederla ancora così: pura, gretta e verace. Con il folclore dei butteri, il rigore dell’arma dei carabinieri, gli attacchi d’epoca che si fanno largo tra la folla, la morfologia perfetta degli arabi e le criniere bionde degli haflinger.
Quest’anno, invece, è stata una fiera labile, con l’attenzione rivolta più ai personaggi che transitavano in fiera che ai cavalli. Una fiera in versione digital perché oramai se non si usa questa parola si è out. Una fiera expensive per chi addizionava al biglietto d’ingresso anche il ticket per vedere Jumping Verona.
Per chi è entrato da spettatore senza farsi travolgere dalla macchina Fiera, vi è stata un po’ di delusione e amarezza. Si è respirato la parola interesse e non amore, apparire e non sostanza. Ma crediamo che è molto facile criticare a giochi fatti, i giusti complimenti comunque sono dovuti a un’organizzazione fatta di persone, da una squadra laboriosa che spesso non viene ricompensata del duro lavoro, perché si sa, un evento deve far breccia e Fieracavalli deve essere uno Show e a volte bisogna dire show must go on...
Di questa edizione ricorderemo che gli sforzi sono stati doppi ma non sappiamo se appagati. Ciò che ci rincuora è che sicuramente il cavallo ha fatto parlare di sé perché dove posa lo zoccolo migliora il terreno e rende migliori le persone che lo circondano.