Taghrooda nella leggenda: dopo 41 anni una giovane trionfa nelle King George
ASCOT. Taghrooda ridisegna la storia delle King George and Queen Elizabeth Stakes, imponendosi in maniera netta nell’ex corsa dei diamanti dopo 41 anni dall’ultima giovane vincitrice, Dahlia, che a tre anni nel 1973 proprio come la rappresentante di Hamdan Al Maktoum seppe conquistare la tradizionale parata regale, concedendosi poi il lusso di ripetere tali gesta, un anno più tardi sotto la gestione del leggendario Lester Piggott. L’ultima vincitrice di Oaks capace di primeggiare a Royal Ascot prima della femmina Pawneese nel 76, fu Time Charter nel 1983, un allieva di Henry Candy che a quattro anni conquistò la gara che eleggeva il campione europeo per eccellenza.
Per Sheik Hamdan si tratta del secondo successo nelle King George dopo quello conquistato da Nashwan nel 1989, in totale ben sette sono state le femmine a rendersi protagoniste in questa gara nella lunga storia di Royal Ascot, l’ultima prima della fantastica vincitrice odierna fu la fenomenale tedesca Danedream nel 2012. Per John Gosden, stagione straordinaria la sua, si tratta del secondo sigillo tre anni dopo l’affermazione di Nathaniel, per il trainer di Clarehaven che presentava anche il terzo del Derby Romsdal, da segnalare il quarto posto ottenuto con il vincitore delle King Edward, Eagle Top. La vittoria di Taghrooda non fa una piega. All’iniziale scetticismo originato dall’improvvisa virata chiesta dall’emiro Hamdan, destinazione Ascot bypassando le Irish Oaks del Curragh, si è passati alla consacrazione definitiva della figlia di Sea The Stars, capace di restare imbattuta al termine di una corsa nella quale Paul Hanagan non ha sbagliato una virgola.
L’impresa della tre anni è stata da capogiro, la progressione finale con la quale ha saputo ricucire il gap da Telescope e il compagno Mukhadram, è stata di alto lignaggio e le tre lunghezze di passivo accusate dal grande atteso Telescope evidenziano tutto ciò. Sir Michael Stoute, che cercava la sesta vittoria nelle King George, ha dovuto, si far per dire, accontentarsi del secondo posto. Le vibrazioni avute alla vigilia della corsa dall’allenatore di Zanzibar erano state molto positive, tanto che i media esorcizzavano l’evento paragonando l’atteso erede da Galileo, vista la stessa proprietà e l’identico percorso dopo la facile affermazione conquistata nelle Hardwicke, all’ottimo Harbinger che proprio nel 2010 conquistò Ascot.
Ryan Moore ha impostato una gara precisa e senza sbavature, fruendo del buon ritmo iniziale scandito dal bilancino irlandese Leitin More, prendendo come punto di riferimento il vincitore delle Eclipse Mukhadram. Concretizzato seppur con fatica il sorpasso al portacolori di Hamdan, i due venivano letteralmente cristallizzati dal finish della tre anni, che sul traguardo transitava in totale controllo della situazione. Mai pervenuto l’irlandese di Aidan O’Brien Magician, lo stesso dicasi per il Godolphin di Bolger Trading Leather. Paul Hanagan commentava nel dopo gara: “E’ incredibile. La cavalla è sempre stata su di giri, si è adattata alla grande anche al forte ritmo, a quando gli ho chiesto di andare ha risposto in modo fantastico.”
John Gosden allenatore vincente dichiarava: “Una prestazione davvero superba. Ero molto tranquillo guardando la corsa, davanti sono andati ad alto ritmo superando oltretutto anche il test del terreno. Ha mostrato tutto il suo vero valore, ricordiamo che essa è una tre anni, ma Paul (Hanagan) ha saputo pilotarla da una posizione perfetta ed è stato bello vedergli surclassare i suoi avversari. L’Arc De Triomphe è una scelta che avrebbe molto senso a questo punto, ma spetta interamente a Sheik Hamdan prendere questa decisione.”