Riflessioni ''spettinate'' sul Global Champions Tour
Svizzera, Turchia, Germania, Colombia, Siria, Italia, Qatar, Spagna, Grecia, Giappone, Messico, USA, Argentina, Brasile, Irlanda, Arabia Saudita, Olanda, Australia, Svezia, Portogallo, Francia, Belgio, Gran Bretagna. Sono le bandiere dei 50 cavalieri che sabato 12 settembre sono partiti nella gara più importante, il Gran Premio del Global Champions Tour . Non è la prima volta che un sovrano della civile e progredita nazione Svezia, si innamora del nostro bel paese. La prima è stata, nel 1600 , Cristina di Svezia.
Re Bengtsson sul suo Casall, ha messo tutti i presenti in riga ed ha fatto vedere cosa si deve fare per vincere gare di questa levatura. La formula della gara era tosta, con poco spazio all'alea ed il dio dello sport, proprio qui a Roma, antica caput mundi, pure per l'equitazione, ha premiato e consegnato la corona d'alloro a Rolf Goran Bengtsson.
Ho avuto la fortuna di seguire questa gara in tribuna, insieme ad un simpatico genitore di una giovanissima e vincente amazzone italiana sui ponies. Idealismo, concretezza, pragmatismo, coincidevano nei nostri discorsi, come variabili fondamentali nel mix per un manegement vincente in ogni dove. 2015, per vincere, durare nel tempo, tocca omaggiare e prediligere tutte e tre queste caratteristiche che descrivono , tra l'altro, il carattere di un campione.
Non si scappa, la mediocrità, il "mediocri io vi benedico" di Salieri.....mentre si occupava di Mozart, non portano vittorie nello sport, portano altro, che non ci aggrada. Portano all'allungata del brodo, in cui sono esperti i mediocretti chiacchieroni.
Venendo al terreno di gara del foro italico, per tornar concreti, noto che la riviera è assente. Mi rendo conto che potrebbe essere stata una scelta ( da me non condivisa) dovuta alla difficoltà tecnica logistica di costruire una riviera non pericolosa, magari in breve tempo in codesto luogo. Comunque, bando ai turbamenti, su questo ostacolo. alle Olimpiadi, ai Campionati del mondo ed europei, la riviera c'è e non è una pozzetta, ma è larga più di 4 metri.
Mai visto comunque Re Bengtsson non saper affrontare quell'ostacolo in ogni dove nel mondo. Ottimo il fondo, ma mi chiedo....una spruzzatina di sassolini grigetti o verdini, un po' di fiocchetti di tessuto, non tessuto color "cane che fugge" tra tutto quel bianco, non sarebbe meglio per gli occhi dei cavalli? Ma quando mai i cavalli saltano in natura su terreni di color bianco?
Bellissimo il crescendo che si crea in questa formula di gara. Mi ricorda vecchi tipi di gare , in cui vincevamo tanto tempo fa , con i nostri campioni… e il gran premio Roma a Piazza di Siena.
Che cavalli! Ma anche che fior fior di cavalieri, oggi al Global Champions Tour, ce ne fosse uno, che in queste gare a 5 stelle, monti un po' malino....Tutti bravissimi. Pure quelli che al percorso base od al primo baragge, del Gran Premio, han commesso errori.
Il livello di perfezione a cui sono arrivati gli artefici di questo nostro sport è fantastico. Ovviamente nell'ambito delle funzioni e non delle stime, ma ce ne fosse uno non degno. Risultati perfetti. Nessuna robina storta.
Tre i cavalli che mi hanno maggiormente colpito (ma me li porterei a casa tutti eh!): il primo è il sauro di Christian Ahlman Epleaser va't Helke, un monumento equestre BWP di 11 anni, presentato e lavorato dal suo cavaliere in modo perfetto. Roba da mozzafiato. La seconda è l'hannoveriana di 11 anni Fit For Fan della Brasiliana/Portoghese Luciana Diniz....non sono sola....Stupendo come Luciana entra a redini lunghe in campo. Ah! Quel finesse! Terzo è il messicano Camilo LS la Silla di 13 anni montato dal cavaliere messicano Michan Halbinger.
And the show goes on , (ora é in preparazione Vienna)e va avanti molto bene.
Dei cavalieri italiani impegnati in questo difficile impegno ho preso nota con attenzione ed ho riferito altrove.